Sabato 2 aprile 2022 alle ore 10 in piazza Vittorio Veneto a Matera è in programma un volantinaggio sul tema “Fuori la guerra dalla storia. Contro Putin, contro la Nato. Chi invia armi fa la guerra”. L’iniziativa è organizzata da Govani Comunisti ed esponenti di Rifondazione Comunista Basilicata.
Ad oltre un mese dall’invasione dell’esercito russo in Ucraina la guerra si allarga e si intensifica sul terreno dello scontro armato e condiziona pesantemente la politica, l’economia e l’esistenza di popoli e persone. Tanto che si parla del rischio di una guerra mondiale nucleare.
Quali le cause? Non lo scontro tra il Bene e il Male, non lo scontro tra civiltà, come la propaganda governativa di tutte le parti vuole farci credere. Piuttosto lo scontro tra opposti imperialismi e nazionalismi, tra opposte oligarchie, per la conquista di una posizione dominante nel nuovo ordine mondiale che si va costituendo. Da una parte ci sono USA, NATO, Unione Europea che da quando è finita la guerra fredda allargano verso Est la propria area di influenza, di mercato, di presenza militare. Dall’altra parte c’è il regime oligarchico di Putinche ha trascinato la Russia in una guerra fraticida, in nome della difesa delle minoranze russofone e della sicurezza ai confini nazionali, della rivincita dopo la sconfitta dell’Unione Sovietica e delle mire espansionistiche da impero zarista. In mezzo c’è l’Ucraina, dove lo scontro si svolge con pesantissimi danni per il Paese e la popolazione civile, è sostenuto dalla legittima resistenza degli Ucraini ma anche da un nazionalismo che ha già gravi responsabilità nella guerra civile in Donbass ed ha alimentato formazioni neonaziste riconosciute dallo Stato.
Le risposte alla crisi messe in campo dai paesi che si autoproclamano custodi della Democrazia e difensori della Pacevanno di fatto nella direzione di alimentare la guerra. Dagli USA, alla Nato, alla UE è un continuo proclamare l’invio di armiagli Ucraini, l’aumento delle spese militari, la costituzione di nuovi eserciti, sanzioni economiche. Con l’aggravante che come se nulla fosse successo si continua a finanziare il regime russo acquistandone il gas e come se l’emergenza climatica non esistesse si rilanciano tutte le fonti fossili di energia, dal gas liquefatto americano che dovrebbe arrivarci via nave, al metano da estrarre a tutti i costi a casa nostra, fino al carbone e persino il nucelare civile viene ritenuto fonte energetica sostenibile. E se la scarsità di derrate agricole causata dalla crisi climatica viene aggravata dalla guerra, essendo i paesi belligeranti importanti produttori ed esportatori di grano, girasole, concimi, si coglie l’occasione per fermare la riconversione ecologica dell’agricoltura proclamata dalle politiche del Green Deal europeo, rivalutare il cibo spazzatura a base di OGM (organismi geneticamente modificati) e pesticidi, riaprire ai trattati internazionali, a vantaggio delle multinazionali dell’agro business e della speculazione finanziaria sul cibo.
Pienamente allineato e subordinato all’alleanza atlantica, il governo Draghi con il sostegno della maggioranza parlamentare di centrodestra centrosinistra ed in spregio alla Costituzione ha deliberato l’invio di armi agli Ucraini e l’aumento delle spese militari fino al 2% del PIL (parliamo di oltre trenta miliardi all’anno ovvero circa cento milioni di euro al giorno), facendo dell’Italia un paese cobelligerante.
E’ vergognoso. Concordiamo con il giudizio dato da Papa Francesco sulla guerra e sul riarmo in corso. Non è questo quello di cui hanno bisogno i popoli coinvolti direttemente ed indirettamente nella guerra.
Chiediamo aiuti umanitari per il popolo Ucraino e per l’accoglienza dei profughi di tutte le nazionalità, la ripresa dei negoziati tra i belligeranti con la partecipazione dell’ONU e dell’OSCE, per l’immediato cessate il fuoco e per una PACE basata suneutralità e disarmo, la costruzione di un sistema di sicurezza internazionale comune, ilrispetto dei diritti umani, l’autodeterminazione dei Popoli e delle Minoranze.
Chiediamo che l’Italia e l’UE recuperino autonomia dalla NATO e dagli USA, fonti di instabilità e insicurezza, come dimostrano le guerre di invasione in cui ci hanno trascinato in tutto il modo, dall’Iraq, alla Libia, all’ex Iugoslavia, all’Agfganistan, guerre dichiarate in nome dell’Umanità o della Democrazia ma finalizzate al dominio o all’accaparramento di fonti di energia e materie prime.
Chiediamo che il cibo, l’acqua, l’energia siano sottratti alle speculazioni finanziarie e al monopolio di regimi autoritari e multinazionali, che lucrano su aumenti di prezzi e bollette, ricorrendo alla produzione e distribuzione sostenibili e sotto controllo democratico in quanto oggetto di diritti universali.
Chiediamo la riduzione delle spese per il riarmo e del commercio di armi e l’aumento della spesa pubblica per la sanità, la scuola e i servizi e le prestazioni essenziali per assicurare una vita dignitosa a tutti/e.
Non siamo i solia fare tali richieste se, nonostante la propaganda di guerra esercitata dal governo e dalla maggior parte della classe dirigente di questo paese, migliaia di giovani e lavoratori e lavoratrici continuano a scendere in piazza, come in occasione dello sciopero globale per il clima indetto dai Friday for future o della manifestazione degli insorgenti indetta da operai e operaie della GKN, in nome di pace, lavoro, ambiente.
Facciamo appello a chi, cittadino /a, organizzazione sociale o politica, “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, a chi vuole la Pace preparando la pace e non la guerra con le armi, a costruire anche in Basilicata un movimento per la Pace e il disarmo.