Nulla di nuovo nella relazione programmatica del governatore Pittella. Siamo alla solita lezioncina di macroeconomia, di defilippiana memoria, che finisce per riproporre il solito schema dello scarica barile: la crisi economica, demografica, sociale e sanitaria della Basilicata è dovuta alla congiuntura economica mondiale, alla bolla finanziaria americana e non alla mala gestione di chi l’ha fino ad ora amministrata. Altro argomento critico è quello del petrolio e dell’uso dei suoi proventi . Senza girare intorno al problema ai lucani serve: la rinegoziazione del valore dei proventi petroliferi, che devono essere gestiti direttamente dalla Regione Basilicata; l’abbandono delle linee tracciate dal memorandum e della legislazione che ne discende; il controllo diretto sulla quantità del petrolio estratto e sulla quantità di gas prodotto. Pensiamo realmente a come investire in maniera produttiva il denaro proveniente dalle estrazioni, lasciando perdere la finanza creativa allo stato puro propostaci attraverso l’istituzione del fondo aperto. I lucani hanno bisogno di risolvere i problemi reali e non di giocare in borsa. Insomma, anche sul tema energetico, i propositi di Pittella non sarebbero in linea con una logica vera di investimento e con il superamento delle debolezze mostrate in questi anni nei confronti delle compagnie petrolifere. La presenza dell’Eni finora ha causato soltanto devastazione del territorio e inquinamento delle falde acquifere, dell’aria e della terra. Le grandi compagnie che hanno investito finora nell’eolico e nel fotovoltaico hanno praticamente distrutto i nostri campi da coltivare e probabilmente dimostreranno poca disponibilità ad investire nella green economy per il venir meno degli incentivi statali. In ogni caso sembra che, Lei Presidente, abbia già contatti, diretti o indiretti, con alcune società che certo non hanno a cuore il futuro della Basilicata. Ancora una volta il rischio è di imporre metodi e tecniche proprie degli eschimesi ai ‘pescatori di Maratea’ mentre la Basilicata arretra sempre di più.
Gianni Rosa, Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale
Nella discussione sul programma illustrato dal presidente della Regione sono intervenuti i consiglieri Benedetto, Rosa, Bradascio, Pace, Miranda Castelgrande, Perrino, Galante, Santarsiero, Giuzio e Polese. Il dibattito proseguirà martedì 18 febbraio.
Dopo la relazione programmatica tenuta ieri dal presidente della Regione, Marcello Pittella, la seduta di oggi è stata interamente dedicata alle riflessioni dei consiglieri regionali.
Ad aprire il dibattito il consigliere Nicola Benedetto (Cd) che è stato fortemente critico rispetto alle linee guida illustrate ieri dal presidente Pittella. Agricoltura, politiche industriali, infrastrutture, sanità sono i settori sui quali si è soffermato l’esponente del Centro Democratico. Concordando sul fatto che il rilancio della Basilicata debba partire dall’agricoltura, Benedetto, rivolgendosi all’assessore Ottati, gli ha ricordato “che il 2015 sarà un anno cruciale e solo allora, al momento delle rendicontazioni, farà i conti con i tanti finanziamenti che dovranno essere restituiti perché gli agricoltori lucani molto spesso non ce la fanno a portare a termine i progetti”. Per quanto concerne le politiche industriali e la chimica verde, Benedetto ha ricordato che “non si riescono a realizzare impianti fotovoltaici. Come possiamo – ha chiesto al presidente Pittella – dare possibilità di crescita alle imprese?”. Benedetto ha poi ha posto l’accento sul tema delle infrastrutture e ha ricordato all’assessore Berlinguer, solo per fare un esempio, che non si è riusciti a mantenere in vita il servizio di trasporto fra Matera e l’aeroporto di Bari. Per la sanità l’esponente del Cd ha proposto l’accorpamento delle strutture sanitarie. Così facendo a suo parere si ridurrebbero del 10 per cento i costi. “L’unica soluzione per risolvere i problemi della Basilicata è far uscire dal patto di stabilità le royalties del petrolio – ha concluso Benedetto – rivolgendosi a Pittella. I problemi non vi sono chiari, bisogna conoscere il percorso giusto per risolverli o per lo meno, signor Presidente, non ha gli uomini giusti per risolverli”.
“Una relazione programmatica che ha il sapore di una lezioncina di macroeconomia di defilippiana memoria, che finisce per riproporre il solito tema dello scarica barile: la crisi economica, demografica, sociale e sanitaria della Basilicata dovuta alla congiuntura economica mondiale e non alla mala gestione di chi l’ha fino ad ora amministrata”. E’ così che ha esordito il consigliere regionale di Lb – Fdi, Gianni Rosa intervenendo nel dibattito. Riferendosi alle politiche sul lavoro le ha definite “mere statistiche sul grado di istruzione e di specializzazione dei giovani lucani, prive di azioni, con un’unica cosa chiara: la volontà di stabilizzare i precari regionali, che in realtà sono raccomandati politici che hanno guadagnato un lavoro senza concorso”. Rispetto al settore dell’agricoltura, Rosa ha individuato nella relazione programmatica “le stesse politiche agricole degli ultimi vent’anni, riproposte con veste diversa, peraltro bocciate, in più occasioni, dallo stesso assessore Ottati. Nessuna risposta in merito ai problemi degli agricoltori, quali le elevate barriere alle entrate, le eccessive difficoltà nel reperire strumenti finanziari certi, la globalizzazione senza regole e la eccessiva burocratizzazione”. “Miope prospettiva anche per un altro tema cruciale – ha sottolineato Rosa – quello del petrolio e dei suoi proventi: ciò che serve ai lucani è la rinegoziazione del valore dei proventi petroliferi che devono essere gestiti direttamente dalla Regione, che deve avere il controllo diretto sulla qualità del petrolio estratto e sulla quantità di gas prodotto. Positiva l’idea di prevedere il mutuo per un fondo straordinario per le grandi infrastrutture e sostegno all’occupazione (una vecchia proposta del centrodestra) ma che necessita di una programmazione dei risultati da raggiungere”. “Strada molto lunga” ha definito poi il tema della tutela ambientale, “un collage di varie proposte ricevute qua e là”, la politica di promozione sociale, “priva di interventi concreti, se non un vanto per la tenuta dei conti che dovrebbe essere invece la normalità”, la politica sanitaria.
“Anche la più importante rivoluzione civile ed economica – ha detto il consigliere Luigi Bradascio – determina il paradosso di una fetta di popolazione che rimane attardata: possiamo decidere di lasciarla perdere o di aiutarla nel cammino. Noi tutti abbiamo la grande responsabilità e l’onore di accettare questa sfida e di stendere le nostre mani verso donne e uomini in difficoltà e prima di tutto verso i nostri amati fratelli disabili”. L’esponente della lista Pittella si è soffermato sui temi del petrolio, delle politiche socio – sanitarie, della formazione e delle infrastrutture. “Il protagonismo dei territori si manifesta attraverso la valorizzazione delle proprie peculiarità storiche, culturali ed ambientali”, ha aggiunto immaginando “che il Metapontino possa essere il luogo ideale dove concentrare le politiche e le rappresentanze istituzionali del settore agricoltura e del settore turismo, che Matera possa diventare il principale luogo di produzione culturale e la sede dell’Apt, che in Val d’Agri si possano potenziare il polo produttivo e della ricerca delle energie tradizionali e delle energie alternative, che nel Melfese si possa potenziare il polo dell’automotive intorno alla Fiat, che Potenza rimanga la sede dei principali servizi istituzionali, magari potenziando le tecnologie digitali attraverso la banda larga”.
Il consigliere del Gruppo misto, Aurelio Pace, ha parlato di tre parole chiave per lo sviluppo della Basilicata: visione, coraggio, azione da coniugare con il quadro della crisi che ha assunto connotati di globalità. Ha, quindi, fatto riferimento alla “perdita del senso della comunità” della quale dovrà far tesoro l’intero Consiglio regionale. “Non occorre nascondere – ha continuato Pace – le responsabilità che ci sono e sono ascrivibili ai partiti di riferimento. Grave il problema dei collegamenti e dei trasporti che inficia pesantemente lo sviluppo del turismo e della crescita anche genetica dell’ambiente che pure potrebbe divenire una grande opportunità”. Altro problema ineludibile, quello della disoccupazione. “A cosa serve – ha chiesto Pace – il sistema formativo regionale?”. E ancora, la crisi dell’agricoltura “che pure è divenuto il punto di indirizzo per tutto l’occidente”. Attenzione, poi, alla qualità della spesa, “a cominciare dai 12 milioni annui dati all’Università”, che potrebbe con la istituzione del corso in ingegneria mineraria dare ben altro esito alla reale crescita del territorio. Per quanto riguarda il petrolio, inutile sottolineare “quanto la Basilicata dia all’intero Paese e quanto ne abbia in cambio”. Altra forte criticità quella relativa allo smaltimento dei rifiuti. La legge regionale “è una barbarie”. Infine, Potenza e Matera. Se la città dei Sassi è già una risorsa per le tante opportunità culturali e costituisce un percorso certo per un futuro produttivo, lo stesso non può dirsi, allo stato attuale, per Potenza. “Non possiamo più pensare – ha concluso Pace – ad un capoluogo di regione vocato ai servizi. E’ questo un ruolo insufficiente, Potenza dovrà rivivere divenendo la città della scienza e della conoscenza”.
“Bene ha fatto il presidente Pittella nella sua relazione a partire dall’analisi della crisi che attanaglia non solo l’Italia ma l’intero continente, una crisi che dura ormai da circa 15 anni”. Così ha esordito il consigliere del Pd, Carmine Miranda Castelgrande, il quale nel sottolineare che “occorre aprirsi di più all’Europa” ha ricordato i temi cardine che riguardano la Basilicata: lavoro, petrolio e riforme. L’esponente del Pd nel rimarcare la stretta connessione esistente, a suo parere, tra lavoro e università ha auspicato che “i giovani talenti lucani possano tornare in Basilicata e trovare la giusta gratificazione”. Dopo essersi soffermato sulla “battaglia del petrolio” da continuare a condurre per far sì che “le royalties creino ripercussioni positive su tutto il territorio” e sul tema delle riforme e, quindi, dello Statuto, dichiarandosi “fiducioso del contributo che tutti i consiglieri apporteranno”, Miranda Castelgrande ha posto l’attenzione sul settore della sanità. “E’ stato svolto sin qui un lavoro virtuoso dall’assessore Martorano – ha detto – ma che necessita di perfezionamento”. E ha fatto riferimento alla rete dell’emergenza-urgenza e agli ospedali di Venosa e Melfi che, a suo parere, “meritano la giusta attenzione”. L’esponente del Pd si è poi ampiamente soffermato sul tema dell’agricoltura chiedendo al presidente Pittella e all’assessore Ottati “un’attenzione particolare per il comparto, partendo dall’ascolto delle esigenze vere degli imprenditori agricoli di Basilicata che – ha precisato – non hanno bisogno di essere guidati ma di indicazioni certe per poter orientare le loro scelte di impresa”. “Con la riprogrammazione della Pac – ha proseguito – inizia una nuova partita. Deve diventare una vera e propria politica economica e non – ha concluso – continuare ad essere un contenitore di sussidi”.
“Lei parla di ‘transitus’, per annunciare un passaggio da ciò che è vecchio a ciò che necessariamente deve essere nuovo. Peccato che lo fa ringraziando il vecchio invece di stigmatizzare i comportamenti non proprio esemplari del passato”. Così, rivolgendosi al presidente Pittella, ha esordito il consigliere Giovanni Perrino del Movimento cinque stelle, il quale ha messo in evidenza quelle che a suo avviso sono le contraddizioni della relazione programmatica. Dove si parla ad esempio, a proposito di agricoltura, “di rilancio filiere corte, ricambio generazionale – ha aggiunto Perrino -, ma poi regalate ad aziende estere migliaia di ettari di terreno ad altissimo livello produttivo per la realizzazione di progetti non condivisi dai cittadini come la Teknosolar a Palazzo San Gervasio. Si parla di politica industriale, ma si concedono permessi di ricerca per le estrazioni petrolifere. Va bene la green economy, ma nulla si dice sulla mobilità elettrica, sulla formazione, sul sistema di favoritismi per le società degli amici degli amici”. L’esponente del Movimento cinque stelle si è poi soffermato sul tema delle relazioni di traffico, mettendo in evidenza “il caso del perenne e insostenibile isolamento di città come Venosa e Matera, di immensa ricchezza storico – culturale, sulle quali si può davvero intraprendere un progetto di promozione turistica”. “Presidente siamo curiosi di sapere cosa ne pensa dell’inquinamento prodotto dalle società petrolifere in Basilicata”, ha detto ancora Perrino denunciando “come non ci sia un organo di controllo sulla quantità di estrazione giornaliera e che tale compito è demandato alle stesse compagnie petrolifere: non è più possibile che controllore e controllato siano la stessa cosa”. “Noi la fiducia non la daremo sulla base di una relazione che risulta inefficiente, inefficace ed a tratti una brutta copia del programma cinque stelle – ha concluso Perrino -. Ringraziamo la magistratura per aver squarciato il velo di ipocrisia ed opportunismo che ha coperto gli squallidi vizi di una classe politica inaffidabile e compromessa”.
“Gli interventi previsti dal programma appaiono di grande innovatività anche se hanno bisogno di scelte sul piano del metodo, dei tempi e della concretezza per evitare che si traducano soltanto in buoni propositi”. Questa è l’opinione di Paolo Galante (Ri), per il quale è condivisibile la profonda modifica degli assetti della governance in agricoltura (i Consorzi di bonifica, l’Alsia, l’Agrobios) capace di evitare sovrapposizioni di competenze e differenze interpretative, e l’intento di potenziare e rilanciare i distretti rurali ed agroalimentari di qualità, al fine di migliorare i sistemi aggregativi delle imprese. In merito alla politica industriale, il consigliere individua alcune priorità settoriali, quali il turismo culturale, “un settore per il quale sarebbe importante sostenere l’intervento del privato in forma di gestione imprenditoriale in una sana collaborazione con i soggetti pubblici titolari”, l’utilizzo intelligente delle risorse petrolifere “con una nuova e più organica attività di negoziazione sia con lo Stato che con le stesse compagnie petrolifere, con sistemi di perequazione atti a salvaguardare i maggiori investimenti che interessano i Comuni che gravitano nelle aree di estrazione, e una nuova modalità di utilizzo delle royalty che sostenga il sistema produttivo regionale in caso di eventi calamitosi”. “L’emergenza lavoro – ha proseguito Galante – ci impone di ripensare l’industrializzazione della nostra regione secondo nuovi parametri e in settori che guardino alle risorse del territorio, in primis la risorsa energetica. Mentre per quanto riguarda l’Università occorre affiancare al sostegno regionale un ulteriore stanziamento annuo di circa 2 milioni di euro da mettere a disposizione per il dottorato di ricerca”. Ultimo riferimento alla nuova stagione della governance delle politiche “con l’approvazione dello Statuto, una sfida importante a cui è chiamato l’intero Consiglio, la correzione di rotta della macchina amministrativa per quanto attiene il metodo di lavoro che sta nella sburocratizzazione dell’iter”.
“La nostra regione è nel pieno di una crisi epocale che investe l’Ue, l’Italia e il Mezzogiorno. La situazione del Sud è drammatica, si sono persi in 7 anni il 10% della ricchezza, 300.000 posti di lavoro, la povertà è aumentata e forte è il gap infrastrutturale”. Così il consigliere Vito Santarsiero (Pd) il quale dopo aver ricordato quanto affermato dal presidente Pittella, circa “il dovere di affrontare una situazione assolutamente emergenziale”, si è soffermato sullo “scenario di declino in cui versa la Basilicata. Siamo tornati tra i territori poveri d’Europa, un grave fallimento per cui serve una nuova azione di governo”. “Senza infrastrutture materiali ed immateriali, qualità amministrativa, vantaggi localizzativi, capitale sociale, produzione vendibile – ha sottolineato – non c’è sviluppo. Solo un forte regionalismo capace di suscitare identità e appartenenza e dare prospettive di sviluppo può garantire la nostra sopravvivenza. È necessario ridare centralità ai territori, in tutte le loro declinazioni”. “Occorre accettare la sfida della innovazione e della crescita ¬– ha sottolineato Santarsiero -, prevedere il Piano Strategico regionale e favorire il protagonismo dei territori, dando un peso alle aree interne. E’ necessario individuare e mettere a valore i nuovi strumenti per la crescita: sviluppo locale partecipativo e investimenti territoriali integrati. Dobbiamo tornare ad avere il gusto della programmazione”. Il consigliere si è poi soffermato sulle politiche infrastrutturali ponendo l’accento sulle questioni a cui dare priorità: “I 300 milioni di euro sulla Potenza – Melfi vanno spesi per realizzare un tratto a quattro corsie, sulla Ferrandina – Matera servono le 4 corsie, occorre completare la Tito – Brienza, la Baragiano – Ofantina, l’Oraziana, la Basentana – 96bis – Palazzo, e pensare al collegamento della Basentana -Val d’Agri e all’adeguamento della Fondo Valle del Noce. Per quanto riguarda il capitolo ferrovie – ha affermato Santarsiero – urge intervenire per garantire gli attuali servizi ed evitare le vergogne vissute dagli utenti dell’intercity 707, e poi completare le linee per Napoli, Bari e Taranto, riaprire la Sicignano – Lagonegro e monitorare il progetto Potenza – Foggia”.
Il consigliere del Pd, Vito Giuzio, ha fatto riferimento al “coraggio” sul quale si è soffermato Pittella, un termine “che ha molti significati: uscire dalla rassegnazione, non restare prigionieri dei ruoli precostituiti, non appagarsi di ruoli a breve respiro, non scansare il pericolo, non inseguire i consensi a basso mercato, essere sempre aperti ad ogni contributo”. Le coordinate fondamentali – secondo Giuzio – sono quelle di un impegno di governo” ispirato alle esigenze proprie di una regione che deve guardare avanti ed accelerare il passo senza smarrirsi. Di qui il duplice impegno per l’innovazione e la coesione per scalare la graduatoria dello sviluppo, ma anche quella dell’inclusione: ricerca, quindi, ed innovazione tecnologica da un lato, e politiche sociali dall’altro, incentivazione dei talenti e sostegno agli indigenti. Ritrovare, poi, fino in fondo, la fiducia sulle politiche industriali, tornate ad essere volano del recupero di produttività e competitività della regione, e la recuperata priorità assegnata alla dotazione infrastrutturale. Altresì importante la previsione per le emergenze naturali per tenere alti gli standard di tutela del suolo. Una direzione strategica unitaria – ha sottolineato Giuzio – con un impegno ottimale delle tante risorse frastagliate in troppi progetti speciali in capo a tanti, forse troppi, enti pubblici. Rilevanza centrale, ancora, va data alla questione delle royalties del petrolio e del loro reimpiego, nell’ambito globale di uno sviluppo sostenibile e di una doverosa rivalutazione delle spettanze regionali e locali. Finalizzare meglio l’utilizzo delle royalties, verificando il loro impatto produttivo ed occupazionale. Coraggio e discontinuità – ha concluso – per ovviare a funzioni di retroguardia o, addirittura, di ostracismo”.
L’ultimo intervento della mattinata è stato quello di Mario Polese (Pd), che ritiene la relazione programmatica del presidente Pittella “esaustiva e caratterizzante di una visione complessiva della nostra regione, altamente rivoluzionaria, tanto nel metodo quanto nei contenuti e nella proposta di sviluppo”. Una proposta che a suo avviso appare orientata “in maniera chiara verso due direttrici: il sostegno immediato agli ultimi ed ai penultimi e la costruzione di un modello di sviluppo moderno, sostenibile e finalmente efficace”. Polese ha posto l’accento sul tema dell’economia della cultura (“E’ necessario comprendere il significato di questo filone di sviluppo in chiave europea, prevedendo una messa a sistema dei vari pezzi di governance che gravitano oggi in maniera isolata e non coordinata”), riferendosi in particolare agli strumenti di diversa natura giuridica “che dobbiamo provare a coordinare in uno sforzo unitario volto a fare del turismo il primo motore di sviluppo della nostra regione”. Ha parlato inoltre dell’internazionalizzazione, delle politiche sociali e dei giovani. “C’è una generazione che vive con la valigia in mano, che passa le giornate nei bar non per scelta ma per disperazione, che nella migliore delle ipotesi vede mortificata preparazione e competenza e che si accontenta”, ha detto Polese auspicando “una rotazione totale delle consulenze pubbliche con riserva di quota per gli under 40, un programma di forti incentivi per l’assunzione di under 40 nelle aziende, una formazione finanziata solo nei settori effettivamente corrispondenti alle richieste occupazionali evitando di creare illusioni, l’incentivazione dell’autoimprenditorialità solo in quelle fette di mercato che previa consultazione delle parti sociali risultano realmente essere competitive, evitando di avere una marea di srl semplificate che mascherano partite iva e che non superano i 3 mesi di vita con l’unico risultato di aumentare la rabbia e protrarre l’agonia. Allora – ha concluso – rimbocchiamoci le maniche, per non far sparire quella che è la più grande risorsa della nostra regione, che non è il petrolio, non è l’acqua ma la nostra generazione”.
Dopo l’intervento del consigliere Polese il presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, ha aggiornato la seduta a martedì 18 febbraio, alle ore 15,30 per la prosecuzione del dibattito e le conclusioni del presidente della Regione Marcello Pittella.
V Seduta del Consiglio regionale, intervento del consigliere Aurelio Pace (Partito Popolare per l’Italia)
Il neo consigliere Aurelio Pace, nel dibattito che si è tenuto nell’aula consiliare sulla relazione programmatica del presidente Marcello Pittella, ha posto l’attenzione sui temi dello sviluppo economico, nell’ottica di un superamento del provincialismo – “una zavorra” come lo definisce – e con una visione “oltre confine” ed europeista.
Ha sottolineato come tutta l’attività istituzionale del massimo organo della Regione Basilicata cominci da una condizione di crisi globale, legata a cause esogene ed endogene. Dovere prioritario é, dunque, provare ad oltrepassare gli ostacoli che impediscano la crescita, attraverso l’azione. Visione, coraggio e azione sono stati, infatti, i punti nodali del suo discorso.
Il primo passo è quello dell’impegno per risolvere il dramma occupazionale che ferisce l’orgoglio dei lucani e che accresce lo stato di frustrazione di una regione che si ripiega, sempre più, su se stessa e sui suoi problemi.
E ha richiamato i presenti sulla necessità di riconoscere le responsabilità politiche dello status attuale della Basilicata e quanto esse abbiano partiti di riferimento, con un ventennio di storia fallimentare. Un primo atto di coraggio – quello del popolare Pace – il quale ha dimostrato la volontà di fare vera opposizione ad una maggioranza che sembra essere ancora cieca sulle problematiche più urgenti dell’intero territorio lucano. Ha posto l’attenzione, infatti, sul coraggio come unico strumento per operare un vero transito verso il cambiamento.
E non é mancato il riferimento alla riforma del Titolo V della Costituzione e alla proposta renziana di sottrarre alle regioni la competenza in materia energetica. “Se così fosse la Basilicata perderebbe la sua centralità nel panorama delle Macroregioni e nell’intero Mezzogiorno”, ha fortemente ribadito Aurelio Pace, chiedendo apertamente a tutti di collaborare per portare avanti questa battaglia.
Aurelio Pace, consigliere regionale Forza Italia