Mentre al Comune di Matera si lavora per il Governissimo arrivano le riflessioni sul tema dello storico Giovanni Caserta, che invita il PD a rinunciare alle poltrone, in particolare quella che sarebbe stata offerta al consigliere comunale ed ex sindaco Salvatore Adduce, la presidenza della Fondazione Matera-Basilicata 2019.
Giovanni Caserta: “Al compagno Salvatore, guardiano del faro”
Sembra che a Matera si vada verso la soluzione di una crisi senza fine, che dura sin dall’insediamento del Consiglio Comunale due anni fa, quando, baldanzosamente, una maggioranza raccogliticcia andò a sedersi sugli scranni della sala consiliare. Avevano riportato- dicevano – una vittoria strepitosa. Dissero chela città aveva vinto contro i partiti. Come se fosse un bene. A capeggiare quella maggioranza c’era l’avvocato dalla forbita parola, severo nemicodi chi “non vuol bene alla città”. Con una rapida giravolta aveva abbandonato i compagni di ieri perché incapaci –diceva – di innalzare il vessillo di Matera 2019. Con lui si ritrovarono, come dietro il Messia, disinvolti compagni, spesso dimentichi del passato,che avevano grandi parole sulla bocca e immaginatebelle idee per testa. Chi ne sapeva più di loro?
Oggi l’armata appare sfaldata. Il condottiero chiede aiuto ai compagni di avant’ieri, abbandonati ieri. Si va verso il governissimo. Il superlativo dovrebbe indicare sicurezza, barca che solca le onde ferma e sicura. In realtà, che si sappia, i governissimispesso si risolvono in pasticci. Potrebbero funzionare se fossero formati da uomini super partes, che non abbiano da curare interessi personali, anche se solo di immagine, e abbiano alla spalle un Consiglio, capace di elaborare programmi e progetti buoni per incidere sulla vita politica, economica emorale della città Nel nuovogovernissimo, invece, sembra che si proiettino tutte le ambizioni di gruppi e persone, finora vissute nella frustrazione.
Il PD è stato chiamato a dare il suo contributo di sangue o, se si vuole, di trapianto, su un corpo malato, nato malato. L’aiuto, perciò, non può esser dato senza sicure garanzie. E la prima condizione è che si chiariscano le responsabilità e gli errori per quanto finora è accaduto o non è accaduto. Bisogna che si sappia che la maggioranza, che ha messo in difficoltà l’avvocato De Ruggieri, è la maggioranza voluta e raccolta dallo stesso De Ruggieri per il suo progetto e il suo disegno. Trovò, come si è detto, non pochi personaggi ogni volta incerca d’autore, che egli accolse e benedisse. Non mancò l’appoggio di qualche padrone …di vapore.
La zattera ondeggiò, perse pezzi. L’avvocato De Ruggieri li raccolse, ne perse altri. Ovvero, per usare una immagine dantesca, il malato si girò e rigirò nel letto, cercando la posizione giusta. Queste cose vanno dette e messe a fuoco fino all’isolamento, se non estirpazione degli organi malati. Ora, con alto discorso,si chiede all’opposizione sacrificio per il bene di Matera. Si chiede aiuto. Il PD, partito, non può offrire il suo sangue ad un malato, pergiunta senza identità, che può trascinarlo nel fallimento. Se sul palazzo e nel PD ci fosse la capacità di ascoltare l’opinione di altri, assolutamente disinteressata, direi al PD di guardarsi dai lacci e tranelli di verbosi e ingarbugliati discorsi.
Prima condizione è che il PD rinunci a patteggiamenti e calcoli di poltrone. Anzi rinunci alle poltrone. In modo particolare il monito vale per Salvatore Adduce, il Sindaco che conquistò alla città il titolo di capitale europea della cultura, cui troppo, peraltro, egli stesso attribuì. Non può essere la spalla dell’avvocato De Ruggieri. Il comando dev’essere alla pari, pur con funzioni diverse, l’uno al timone, l’altro sul faro, a indicare la direzione ela giusta rotta. E chissà che, in questa città, accanto alle edicole restaurate, ai palazzi nobiliari rifatti, alle esaltate visite di personaggi di spettacolo, e non sempre della cultura, chissà – dicevo – che non ci si accorga che cisono giovani disoccupati, famiglie povere, centinaia di persone che frequentano la mensa della Caritas, immigrati, e periferie sempre più squallide dacché l’attenzione del Sindaco si è tutta concentrata sul “salotto buono”. Matera ieri aveva due città: il piano e i Sassi. Ora le città sono tre, quattro, cinque. Da una parte c’è il ”salotto buono”, dall’altro le diverse e sempre più abbandonate e deserte periferie, che si chiamano Serra Venerdì, Bottiglione, Agna, Piccianello, Venusio, Lanera, La Martella.Qui, spesso, nemmeno sanno che Matera è capitale europea delle cultura 2019. Se ne accorgono solo perché perdono colpi… e servizi.
Giovanni Caserta
Credo che il sig. Caserta sia uno dei tanti che non si rassegna ad aver perso le scorse elezioni e pensa al PD come al suo vecchio PCI. Invece non è così. Il PD non esiste più perché è solo un’accozzaglia di correnti di interessi. Adduce, il suo compagno, pur dovendo, non si è mai dimesso dall’ANCI e adesso corona il suo sogno di avere un’altra poltrona al tavolo della Fondazione Matera 2019.