Il segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) e presidente del Movimento “Una Nuova Italia”, il lucano (di San Fele) Aldo Di Giacomo è candidato nel Collegio plurinominale Camera Sicilia 1-02 (Bagheria-Monreale-Marsala), capolista per Civica Popolare. Il Collegio è il più esteso della Sicilia, per un totale di circa 900mila abitanti, comprendendo numerosi comuni molti dei quali considerati mandamenti delle cosche mafiose.
Avrei potuto scegliere un collegio “più comodo” o la Basilicata dove ho le mie radici e continue frequentazioni o un collegio cosiddetto sicuro per elezione ma invece – sottolinea Di Giacomo – ho voluto che in questa campagna elettorale, di cui si discute troppo poco di sicurezza e quelle poche volte con argomentazioni strumentali, il mio nuovo impegno politico-istituzionale avvenga proprio nell’area del Paese tra le più problematiche per parlare di criminalità, sicurezza, problemi dei lavoratori delle forze dell’ordine con i cittadini siciliani. Un’opportunità per rimettere, dalla Sicilia, al centro dell’agenda politica italiana la sicurezza e le problematiche dei lavoratori della sicurezza e fare arrivare in tutte le altre regioni un messaggio chiaro e forte: sulla sicurezza delle persone non si può più scherzare.
Sono l’unico dipendente di un Corpo delle Forze dell’Ordine (Polizia Penitenziaria) ad essere candidato per le elezioni del 4 marzo prossimo per il rinnovo del Parlamento Italiano e per questo – aggiunge – sono orgoglioso. Ho accettato infatti la proposta di candidatura che mi è stata offerta da Civica Popolare – e ringrazio per la stima nei miei confronti, prima fra tutte il Ministro alla Salute Beatrice Lorenzin, leader di Civica Popolare – con l’obiettivo di dare rappresentanza e voce alla nostra categoria che in lunghissimi anni di vita parlamentare, eccetto rare eccezioni, non ha mai avuto un punto di riferimento proveniente da un parlamentare espressione diretta di uno dei Corpi. Avverto la necessità di dare voce adeguata alle nostre complesse problematiche alle quali sinora la politica ha dato poche, inadeguate e insoddisfacenti risposte. Su tutti il caso del recente rinnovo del contratto nazionale di lavoro fermo da 9 anni e che è stato chiuso con profonda insoddisfazione di tutta la categoria e non solo per il risicato aumento salariale.
La molla che mi ha spinto in questo impegno è la fiducia degli italiani che continua a concentrarsi con maggiore intensità sulle Forze di Polizia, sulle Forze Armate e sui Servizi di Intelligence. L’ho verificato personalmente nel tour che negli ultimi mesi ho tenuto in numerosissime città italiane e lo certifica il recente Rapporto Eurispes secondo cui l’Arma dei Carabinieri raccoglie il 69,4% dei consensi nel 2018 (+10,8% rispetto al 2017), la Polizia di Stato il 66,7% (rispetto al 61,1% del 2017), la Guardia di Finanza il 68,5% (+8,6%). Aumenta anche il dato della Polizia penitenziaria (66,3; +15,4% di fiduciosi). Da questa edizione del Rapporto Italia entra a far parte della rilevazione il Corpo dei Vigili del Fuoco, che conquista subito una posizione altissima nella graduatoria della fiducia (86,6%). L’Esercito Italiano passa dal 59,6% delle indicazioni di fiducia nel 2017 al 70,4% nel 2018, in maniera simile in termini di crescita si assestano i valori dell’Aereonautica (dal 61,4% del 2017 al 72,9% del 2018) e della Marina Militare (dal 62,1% al 72,1%). L’Intelligence raccoglie nel 2018 il 65,4% dei consensi.
Dunque un livello altissimo di fiducia nel nostro lavoro che fa da contraltare alla scarsa fiducia degli italiani nel Governo: appena 1 su 5 si fida del Governo. Sono certo che questo sentimento di crescente affetto dei cittadini che tutti noi lavoratori della sicurezza verifichiamo nel nostro difficile lavoro quotidiano e che ci carica di nuova responsabilità anche politico-istituzionale possa centrare l’obiettivo dell’elezione in Parlamento di un rappresentante di tutte le Forze dell’Ordine per diventare punto di riferimento dei cittadini.