A distanza di 25 giorni dall’interruzione del primo sciopero della fame e dopo un’interlocuzione con il sindaco De Ruggieri alla quale non è seguita una risposta alla sua richiesta, il materano Mario Scalcione è ritornato davanti al Comune il 27 giugno scorso per riprendere lo sciopero della fame davanti al Comune di Matera. Le motivazioni di questo sciopero sono collegate ad una richiesta e di trasparenza sulle sub-concessioni di locali nei Sassi di Matera e per la trasparenza sui beni confiscati. Scalcione è arrivato al ventunesimo giorno di sciopero della fame.
Di seguito il testo della lettera aperta inviata da Mario Scalcione alla nostra redazione: “Grazie a chi vuole dare voce alla verità e alla legalità. Sono al mio 21 giorno di sciopero della fame, ma non da asceta, ma da guerriero, da asceta sarei dovuto andare ad isolarmi, per meditare, nel silenzio e con il digiuno. Ma lo sto facendo. accampato sotto il comune dormendo sotto un albero. Non credo che in questa città ci sia stato un materano che abbia fatto quello che sto facendo.
Molti mi danno dell’illuso, qualcun altro di un esaltato, qualcuno del c…….., I pochi che si fermano per informarsi sono veramente pochi, qualche dubbio se lo mettono, che forse non lo faccio per un capriccio di un “pazzo’” ma mi dicono di demordere, tanto non vale la pena di rischiare la vita per i valori. Sono arrivato 47 kg. Non è una prova facile. Ne vale la pena? Per molti o diciamo per tutti i diritti, devono cedere il passo a sopravvivere, non al vivere. lo già scritto la mia faccenda personale se la vedono i giudici e avvocati, sono materie legali, dove io non metto dito, ma i diritti di essere liberi e uguali nella propria terra questa è materia che riguarda tutti. molti perdono la libertà, subiscono ingiustizie in un contesto di perenni illegalità, o ancora peggio nella completa indifferenza o delegando ad altri i loro diritti. Diceva un grande della storia: la libertà, l’uguaglianza, la giustizia non te la regala nessuno se sei un uomo te la prendi. l’imparzialita, la legalità, la trasparenza,la giustizia sociale sono temi che non interessano nessuno, si protesta per dei pini, per il lavoro, per i servizi si protesta su tutto. Ma siamo pochi che protestiamo, non per una cosa materiale, ma per qualcosa di molto più importante vivere nella propria terra da uomo libero e uguale.
Sono un sognatore, pretendere verità e legalità, solo un “pazzo”mettere a repentaglio la mia vita? Potrei fare come fanno tutti “rassegnarmi”, ma è una parola che non esiste nel mio Dna, con la rassegnazione potrei sopravvivere, ma non più vivere, dovrei scendere a patti con la mia coscienza. Molti preferiscono, fare dei compromessi con la loro coscienza, pur di sopravvivere molti preferiscono non averla proprio la coscienza sono i più pericolosi li mandiamo tutti ai posti di comando, sono individui senza scrupoli dimostrano nei fatti a quale livello deplorevole può giungere l’uomo. Sono solo, ma dalla mia parte ho la mia fede e la mia determinazione. Se ero un debole, potevo scendere a compromessi con la mia coscienza, ma anche se piccolo, denutrito, solo, senza avere ne lauree e titoli, non posso e non voglio tradire la mia coscienza, rinunciare a quello che credo, per un piatto di lenticchie o per un lavoro o un reddito di cittadinanza. Io ho fame di Diritti, chiedo e lotto per i diritti con uno sciopero della fame, con un sit in h24, non mi fermo a dei comunicati spampa, discorsi di politici, manifestazioni di due ore a gridare qualche slogan, Potevo protestare diversamente con un nuovo “vaffa…”, gridare al mondo la mia rabbia, potevo, non vi nascondo che lo pensato di fare qualcosa che vi faceva postare per giorni,. Ma ho deciso questa volta di intraprendere questo ultimo atto di protesta. So che alla moltitudine non interessa, potrei pure morire nell’indifferenza generale, sotto il comune di fame, nessuno piangerà, molti grideranno finalmente e morto. Oltre a protestare per i dititti, faccio anche un esperimento sociale del livello di conoscenza e dell’importanza del valore dei diritti e della nostra costituzione. La statistica di questi 20 giorni vede in netto vantaggio, la completa indifferenza sui diritti e che la costituzione solo un pezzo di carta. Beh, io potrò pure morire, ma non da vigliacco, ma da Uomo, poi la massa può continuare a sopravvivere con la propria indifferenza, tutti a considerarsi una città dell’accoglienza, della solidarietà, della pace, città Mariana e tante altre belle parole per farsi Belli. Il digiuno è utile a vedere la vita sotto un altro aspetto, molto più sereno, ma sempre con la determinazione di lottare per qualcosa che vale la pena rischiare la vita. Io potrò pure morire, potrò pure subire danni permanenti da questo digiuno, ma non sono io che lo scelto, ma voi che avete messo di fronte la vostra pistola del Silenzio. Il silenzio uccide, il silenzio è cultura mafiosa. Poi ognuno è libero di fare o di essere, io ho scelto di vivere e morire da uomo senza rimorsi, in pace con la mia coscienza, di aver fatto di tutto per la verità, poi ognuno scelga di vivere come vuole, di rimanere in silenzio e di nascondere alla sua coscienza la sua indifferenza. Non sono né indifferente, né silenzioso, né ho paura di parlare, non mi nascondo dicendo: sarò la prima vittima dell’antimafia di Stato e dei professionisti dell’antimafia. Posso sentire sulla mia pelle. È provare sulla mia pelle questo silenzio di cultura mafiosa, il livello di cattiveria, il livello infimo spregevole di falsità di una intera classe politica e culturale locale, bravi nei discorsi, poi rimangono in silenzio davanti alle ingiustizie. Non devono rendere conto a me del loro silenzio, il mio dovere di guerriero di lottare contro questo nemico infimo e senza onore rappresentato dai malvagi e da questa massa di silenziosi. Questi eterni innocenti, gli abbiamo visto salire sui tetti della Camera, gridare viva la costituzione gli sentiamo nei comizi, parlare di uguaglianza, di giustizia sociale, di pari opportunità, sono bravissimi a scagliarsi sul loro nemico politico, se fa qualche errore, risponderti a vicenda quando si accusano reciprocamente.Ognuno a difendersi la propria sfera di interessi personali o di partito. Chi sono io per avere la loro attenzione? Può un uomo libero avere l’attenzione di chi ti vuole schiavo? Forse i principi di uguaglianza sanciti dalla costituzione sono meno importanti della forma nel funziomento degli apparati della Republica? Forse anche le nuove armate politiche preferiscono un popolo pecora, che aspetta l’acqua dai nuovi pastori? Lascio la risposta alle nuove forze di governo quelli del cambiamento, di quei vecchi conosciamo e ci ha dato prova di che pasta erano fatti. I nuovi di che pasta sono Fatti? Potremo saperlo dalle leggi che metteranno in campo, o dal loro esempio di essere dei Politici “giusti”, una parolona pretendere che ci siano Politici “giusti” scrivere onesti non serve a niente, visto che anche l’onesta è un valore secondo bandiera e convenienza. Sì, sono un sognatore, nel credere di riuscire a smuovere le coscienze. Sono un Don Chisciotte che spera di battere i mulini a vento, sono consapevole della lotta impari intrapresa contro i malvagi e il silenzio degli onesti, ma posso dire ci ho provato.
Nella fotogallery Mario Scalcione in protesta davanti al Comune di Matera (foto www.SassiLive.it)