“L’Università degli studi della Basilicata si appresta a celebrare i suoi primi 40 anni alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che lunedì 6 marzo parteciperà all’inaugurazione dell’anno accademico a Potenza. Certamente una bella notizia e il giusto riconoscimento per un’istituzione di primaria importanza per il territorio lucano e la città di Potenza, ma che allo stesso tempo non può esimerci dal fare un bilancio e dal rilanciare una proposta di centralità dell’Ateneo e del suo rapporto con la città capoluogo”. Lo afferma il segretario generale della Cgil di Potenza, Vincenzo Esposito.
“Prima di tutto – prosegue il segretario – è necessario rendere attuativo il protocollo di intesa tra l’Università della Basilicata e il Comune di Potenza volto a promuovere iniziative che invoglino gli studenti lucani a restare a studiare a Potenza e che attraggano quelli italiani e stranieri, coinvolgendoli nella vita cittadina. Un protocollo sottoscritto nel 2015 dall’amministrazione De Luca e poi ripreso dall’attuale sindaco ma che non trova applicazione. Diversi i punti critici rimasti tali, come il miglioramento del collegamento tra il campus di Macchia Romana e il centro cittadino, il rafforzamento della presenza di presidi e iniziative dell’Università nel centro storico.
Tra le priorità definite dal protocollo quella di favorire l’integrazione degli studenti all’interno della città attraverso servizi dedicati, forme agevolate di residenzialità, migliori opportunità di mobilità urbana, servizi e azioni di inclusione, partecipazione attiva alla vita culturale, promozione dell’attività sportiva e ricreativa, accoglienza degli stranieri. Tutti principi giusti ma che restano lettera morta. I collegamenti tra le sedi universitarie e le zone di maggiore interesse della città sono del tutto inadeguati, in un contesto più generale di un trasporto pubblico locale che vede pullman urbani viaggiare vuoti a fronte di un elevato transito di bus extraurbani per i collegamenti con la provincia, che congestionano il traffico cittadino. A ciò si aggiungono gli impianti meccanizzati, quasi del tutto inutilizzati anche per la scarsa manutenzione”.
Per Esposito “la questione abitativa è un altro nodo tutto da sciogliere. I posti alloggio Ardsu realmente disponibili presso le proprie strutture di ospitalità – spiega – sono 44 in via Mazzini e 50 nella residenza di Macchia Romana, in una zona piuttosto nascosta e isolata, tanto che per gli studenti è difficile anche andare a fare la spesa senza prendere un mezzo urbano, quando è a disposizione. Gli studenti in graduatoria che non hanno un posto-alloggio nelle residenze universitarie per assenza delle stesse o per insufficienza di posti-letto disponibili possono chiedere un contributo per un posto-alloggio quantificato nella differenza che va da 150 a 180 euro per un massimo di 30 euro, mentre gli studenti che hanno un canone di locazione mensile pari a 150 euro non hanno diritto a nessun rimborso. Una dotazione finanziaria – prosegue Esposito – che noi riteniamo insufficiente alla luce della sempre maggiore povertà dovuta alla grave crisi economica in atto.
Per questo motivo – propone Esposito – chiediamo al Comune di Potenza, di concerto con la Regione Basilicata e agli enti coinvolti, di rafforzare il sostegno nell’ambito delle politiche abitative a favore degli studenti universitari fuori sede della città capoluogo, nell’ottica di un diritto allo studio che si arricchisce di nuovi servizi e si mostra sempre più attento alle fasce economicamente deboli. È necessario un articolato insieme di misure per agevolare l’accesso alla casa per chi decide di studiare a Potenza, intervenendo sul sistema contributivo e non solo, prevedendo un più elevato contributo affitti, attraverso la collaborazione fattiva di tutte le istituzioni, anche in vista di un ampliamento dei corsi di laurea come quello in Medicina, che ci auguriamo possa davvero avere delle ricadute economiche concrete sul territorio e sul nostro sistema sanitario regionale. Potrebbe essere questo il primo tassello per una rivitalizzazione del centro storico, che secondo gli ultimi dati di Confcommercio ha visto morire ben 84 esercizi commerciali. Alla base deve esserci un sistema di servizi integrati, che dovrebbe essere tra le finalità principali della legge regionale sul diritto allo studio universitario.
Potrebbe essere questa una delle strade percorribili per incrementare le iscrizioni (gli iscritti nell’anno 2021/2022 erano 5.871 con gli immatricolati pari a 876 mentre l’anno precedente le nuove matricole erano 960 su 6.087 iscritti) – conclude Esposito – e attrarre studenti anche dall’estero, guardando non solo all’Europa, ma anche ai paesi destinazione negli anni dei cosiddetti lucani nel mondo, in funzione di quel turismo delle radici di cui tanto si è preso a parlare in Basilicata”.