“Con grande piacere ho partecipato all’inaugurazione della casa accoglienza “Betania” a Serramarina presso Metaponto. Presenti importanti autorità come l’Arcivescovo della Diocesi di Matera-Irsina Monsignor Caiazzo, il Prefetto di Matera Rinaldo Argentieri e il Questore Luigi Liguori. La struttura che potrà ospitare oltre trenta braccianti impegnati nelle campagne del metapontino per la raccolta di fragole e pomodori, costituisce un importante segnale per avviare un serio processo di integrazione a favore dei tanti lavoratori di colore sovente alla mercede di loschi individui privi di scrupoli che alimentano il fenomeno ancora diffuso del caporalato”. Lo sostiene il consigliere regionale di Basilicata positiva Piergiorgio Quarto che aggiunge: “Nel dibattito svoltosi in concomitanza con l’inaugurazione si è posto l’accento sull’importanza di porre in essere iniziative sinergiche e coordinate tra tutte le forze istituzionali locali per venire incontro, come ha fatto la Diocesi di Matera proprietaria della struttura alle persone più deboli e fragili. E’ inconcepibile continuare ad assistere quotidianamente alla presenza di esseri umani che vivono e operano nelle campagne in condizioni di non-dignità. Bisogna infatti creare presupposti di sicurezza e quindi di legalità valori imprescindibili in ogni convivenza civile per tutti gli individui”. “Per realizzare questo – dice – occorre uno sforzo morale da parte di tutti affinchè nessun uomo si senta solo e abbia diritto ad un lavoro onesto. Ben vengano queste iniziative portatrici di importanti valori come il diritto all’assistenza e alla socialità delle persone. La legalità va praticata, esercitata servendosi anche di importanti presidi come questo di Casa Betania. Ogni istituzione, ogni componente deve esercitare la sua parte, nel suo segmento di competenza, la Regione Basilicata si sta sforzando di farlo dando concreta attuazione alla legge nazionale sul caporalato, la 199/16 utilizzando al meglio le risorse a sua disposizione. Occorrono regole chiare, precise per evitare altre Felandine per raggiungere l’importante risultato di valorizzare sul territorio il bene comune, bisogna tutti insieme creare le condizioni per l’arricchimento concreto del territorio stesso”. “A tal fine – continua Quarto – l’esempio di Betania non solo va condiviso ma portato in altre difficili realtà come ad esempio Scanzano e Palazzo San Gervasio. Risorse più volontà devono costituire l’importante connubio per innescare e completare il processo di integrazione sociale nella realtà Basilicata. Solo con queste iniziative mirate e ammirate si pone un argine alla diffusione della malavita. Tutti devono finalmente rendersi consapevoli ed apprezzare il fatto che il lavoratore deve stare bene per poter lavorare bene. Il lavoro deve avviare un processo di emancipazione e liberazione sociale tale da permettere ad ogni individuo la giusta e dovuta qualità della vita. Parliamo di valori universali ecco perché occorre essere uniti nel nome dell’umanità. Le sfide contemporanee dell’emigrazione ci devono vedere tutti coinvolti, dialogo e collaborazione ci permetteranno di mettere al bando la Felandina che ha rappresentato una sconfitta per tutti”. “Concludo – afferma Quarto – soffermandomi sull’importanza dell’incontro pieno di contenuti, di prospettive e di speranza in un orizzonte futuro che ponga al centro dell’evoluzione sociale l’essere umano come persona e non come profitto”.