Il Consigliere regionale materano di Forza Italia, Enzo Acito, in una nota spiega perchè non parteciperà il prossimo 13 novembre all’inaugurazione della nuova stazione Fal di Matera Centrale. Di seguito la nota integrale.
Matera, 11 novembre 2019 – “Non parteciperò all’inaugurazione della nuova stazione Fal di Matera Centrale, annunciata in pompa magna per il 13 novembre 2019. Mi ricordavo fosse già stata inaugurata lo scorso 2019… si celebrò allora l’arrivo del “Primo treno” nella nuova stazione, il treno però era il solito simpatico lento convoglio di sempre, e la Stazione era stata imbellettata per non sfigurare rispetto al grande evento di inaugurazione di Matera Capitale.
Ma soprattutto non ci sarò, il 13 novembre, per rispetto della storia e dell’unicità di questa Città.
Matera è Capitale Europea della Cultura 2019 ma anche nel 2020 continuerà a produrre storia, cultura, valori ed unicità, a prescindere dal concludersi del clamore legato al 2019. Una città che ha saputo rigenerarsi pur nelle difficili condizioni economiche e sociali che ha vissuto, che ha avuto il riconoscimento di Capitale europea della cultura per la sua storia non scritta sui libri ma nel DNA dei suoi abitanti, questa Città merita opere uniche ed esclusive, a prescindere dalle dimensioni e dagli investimenti”.
Così Enzo Acito, Consigliere Regionale in quota Forza Italia – Berlusconi per Bardi, ha annunciato la sua assenza all’evento di inaugurazione della nuova stazione FAL a Matera, progettata dall’architetto di fama Stefano Boeri.
“Non entro nel merito della qualità progettuale, dell’estetica, della funzionalità che, a parer mio, sono anche di livello elevato. Mi interessa invece il tema dell’unicità, dell’originalità del simbolo di questa che è l’unica opera infrastrutturale realizzata per connotare l’anno 2019 e che sarà, nei ricordi delle prossime generazioni, l’inizio del rinascimento della Città, la pietra miliare a cui riferirsi per la resilienza di una comunità che è diventata orgoglio d’Europa dopo essere stata Vergogna d’Italia, e che ha saputo, in meno di 100 anni, portare i Sassi ad essere il luogo deputato per lo sviluppo digitale del territorio”.
Altre Capitali Europee prima di Matera hanno sentito il giusto tema del lasciare un segno tangibile, spesso proprio frutto del lavoro di architetti e progettisti geniali. Pensiamo all’acquario di Valencia, a Genova ed alla rigenerazione del Porto Vecchio. “Matera ha delegato alle FAL la realizzazione di quest’opera simbolo, realizzata anche con notevoli fondi pubblici, ma su cui il Pubblico non ha potuto esprimere pareri di merito. Mi preoccupa che il simbolo di questo processo identitario del secondo riscatto, dopo la legge De Gasperi, sia identificato con un’opera architettonica, la più significativa realizzata prima della fine del 2019, che dovremo però condividere, nei simboli e nell’estetica, con un’opera simile realizzata anni prima in un’altra città europea”.
Da più giorni circola infatti sul web il paragone fra il progetto della Stazione realizzata a Matera dalle FAL ed un progetto similare, che di fatto fa venir meno quel tema di unicità a cui la città avrebbe dovuto ambire.
Ma la decisione di Acito, del non partecipare alle celebrazioni dell’inaugurazione della Stazione FAL a Matera Centrale è ancorata anche ad altre e più profonde motivazioni. Matera ha bisogno di intermodalità, collegamenti veloci con Bari Centrale e Palese, collegamenti garantiti con la Stazione di Ferrandina, avrebbe eventualmente bisogno anche di un servizio di metropolitana cittadino a trazione esclusivamente elettrica, che viene invece delegato al tratto urbano servito dalle FAL a trazione gasolio.
“Il servizio delle Fal, quantunque migliorato qualitativamente negli ultimi anni, sconta ancora tempi di percorrenza improponibili. In più, l’ultradecennale presenza delle “Littorine” delle Fal ha di fatto inibito qualsiasi possibile investimento dello Stato per dotare Matera del sistema ferroviario delle FFSS, relegandola ad essere l’unica provincia italiana senza la Ferrovia dello Stato, al netto di tutte le promesse elettorali e post-elettorali che si sono susseguite fino ad oggi, ma che hanno sempre portato ad un nulla di fatto.Non credo, quindi, che nell’anno del Signore 2019 sia opportuno festeggiare simboli che hanno generato l’emarginazione infrastrutturale della città e non credo che, nello stesso contesto storico, ci possa rappresentare un’opera che non risponde al requisito fondamentale della unicità, in una città universalmente riconosciuta come Unica al mondo”.