Gianni Rosa (Lb-Fdi),Gianni Leggieri (M5s), Michele Napoli e Paolo Castelluccio (Pdl-Fi) hanno motivato la mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Regione
“L’istituzione regionale non è in grado di esercitare alcuna azione volta al rigoroso rispetto dei principi di legalità e trasparenza, secondo criteri di efficacia e di efficienza, in tema di tutela ambientale e salvaguardia dell’ambiente e della salute delle persone”: questa la motivazione alla base della mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Regione Pittella presentata durante i lavori consiliari di ieri sera dai consiglieriregionali Giovanni Perrino, Gianni Leggieri (M5s), Michele Napoli, Paolo Castelluccio (Pdl-Fi) e Gianni Rosa (Lb-Fdi).
Mozione illustrata alla stampa questa mattina che prende spunto dall’inchiesta giudiziaria della direzione distrettuale antimafia di Potenza, nell’ambito della quale vengono ipotizzati i reati di traffico illecito di rifiuti e di disastro ambientale.
“La Regione ha specifiche competenze di programmazione, indirizzo e controllo anche in campo ambientale. Pittella ha tradito il mandato dei cittadini e per questo non può più ricoprire la carica di presidente della Regione Basilicata”. Così Gianni Rosa, capogruppo Lb-Fdi, il quale ha denunciato “una commistione chiara tra politica e malaffare”. Parlando di “un sistema clientelare messo su dal Pd nazionale e locale”, ha fatto riferimento ai consiglieri regionali indagati (Vincenzo Robortella e suo padre Pasquale, ex consigliere regionale) che a suo parere “sono stati i supporter e fiancheggiatori di Pittella oggi e di De Filippo ieri”. “Pittella – ha proseguito Rosa – è complice di Renzi nello sfruttamento scellerato del petrolio, non è in grado di esercitare il suo ruolo e non osa chiedere scusa ai cittadini lucani per questo non può più rappresentare il popolo che lo ha eletto”.
“Pittella non può continuare a nascondersi dietro un dito e far finta di non avere alcuna responsabilità”. Così ha esordito il capogruppo del Movimento 5 stelle, Gianni Leggieri il quale ha puntato l’indice sul mancato controllo ambientale della Regione. “Noi – ha sottolineato – abbiamo sempre tenuto alta l’attenzione su un tema di così grande rilevanza, presentando circa 53 tra interrogazioni e mozioni di cui solo 30 sul tema del petrolio”. Leggieri ha fatto poi riferimento a “un Piano dei rifiuti inattuale” e ha richiamato l’attenzione sui “quattro impianti già autorizzati nella zona industriale di San Nicola di Melfiche dovrebbero trattare rifiuti e che potrebbero vedere la luce in breve tempo nonostante le rimostranze del M5s e delle aziende agroalimentari che operano sul territorio quali la Barilla e l’Italmalt”.
“Negli anni ‘90 fu scelto un modello di sviluppo basato sulle estrazioni petrolifere e alla Regione spettava il delicato compito del controllo ambientale. Oggi il fallimento della politica è alla luce del sole e finalmente la magistratura ha alzato lo sguardo”. Lo ha detto il capogruppo del Pdl-Fi, Michele Napoli richiamando le responsabilità dell’Arpab. “Abbiamo un’Agenzia preposta al controllo ambientale allo sbando – ha aggiunto – e il susseguirsi dei dirigenti generali ne sono un esempio”. “Con l’ambiente non si scherza tantomeno con la salute dei cittadini. Le leggi in materia a tutela ci sono – ha aggiunto ancora – ma occorre che vengano puntualmente applicate. Attendiamo il dibattito in Aula il prossimo 19 aprile affinché si rimetta sui giusti binari una politica fin qui fallimentare”.
Il consigliere Paolo Castelluccio (Pdl-Fi) ha fatto riferimento ai risvolti negativi che questa vicenda avrà sull’economia e sul turismo del territorio. “Il Metapontino – ha ricordato – vive di agricoltura e turismo, all’oro nero del petrolio viene contrapposto l’oro rosso delle fragole. Come la ‘terra dei fuochi’ ha subito pesanti contraccolpi per l’economia del territorio, uguale condizione potrà verificarsi in Basilicata dopo questa inchiesta. E’ necessario, quindi, fare immediata chiarezza e operare per la salvaguardia dell’ambiente”.
Potenza, 6 Aprile 2016
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