Dopo aver presentato in Regione una mozione di sfiducia per il presidente della Basilicata Marcello Pittella il Movimento 5 Stelle si è ritrovato compatto nel tardo pomeriggio a Viggiano per dare vita ad una grande manifestazione di protesta per lo scandalo di Tempa Rossa.
Il raduno ha coinvolto attivisti, cittadini e numerosi esponenti del Movimento 5 Stelle tra cui i consiglieri regionali Perrino e Leggieri, l’europarlamentare Piernicola Pedicini, i parlamentari lucani Mirella Liuzzi e Vito Petrocelli e alcuni leader come Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista.
“È solo il primo passo per riprenderci il Paese e governarlo nell’interesse comune” . Queste le motivazioni della protesta del Movimento 5 Stelle, anticipate sul blog di Beppe Grillo due giorni fa: “Il principio è semplice: perché deve pagare solo il Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, se l’emendamento incriminato è stato approvato dall’intero Governo all’interno della sua stessa legge di Stabilità? È evidente il tentativo del Bomba di sviare l’attenzione sui rapporti famigliari tra la Guidi e il compagno Gianluca Gemelli, ma non si può nascondere ciò che è sotto gli occhi di tutti: l’emendamento favorisce una multinazionale petrolifera, la Total, ben più che le azienducce di uno scaltro imprenditore con le conoscenze giuste. Il Governo del fossile ha intessuto una fitta rete di rapporti inconfessabili per mezzo di favori parlamentari, pressioni e appalti milionari. Il tutto in spregio all’ambiente e all’interesse nazionale, che suggerirebbe investimenti nelle energie rinnovabili e non l’amicizia criminosa con le lobby del petrolio”. Attraverso un tweet lanciato da Beppe Grillo il Movimento 5 Stelle fa sapere che nella mattinata di martedì 5 aprile i manifestanti raggiungeranno il centro di Tempa Rossa per un sopralluogo.
Durante la manifestazione sono state anche ricordate le ragioni per le quali si dovrà votare Sì al referendum del 17 aprile per le trivelle in mare.
L’obiettivo è del Movimento 5 Stelle è chiaro: mandare a casa un Governo Renzi che è ritenuto colluso con le banche, l’Eurodittatura di Bruxelles e le lobby internazionali del petrolio.
Procuratore Potenza su interrogatorio Ministro Boschi
“Era necessario”. Così il procuratore di Potenza Luigi Gay ha risposto ai cronisti dopo aver sentito il ministro per le riforme e i rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi. All’audizione di Boschi, nella sede del ministero in largo Chigi e durata due ore, hanno partecipato anche i sostituti Basentini e Triassi, il pm della Dna Elisabetta Pugliese e il capo della squadra mobile di Potenza Carlo Pagano.
Il procuratore Gay non ha voluto commentare le parole del premier Renzi, secondo il quale le inchieste della Procura potentina non vanno a sentenza (Ansa).
Ad Descalzi (Eni): siamo tranquilli
“Con tutto il rispetto e la collaborazione che vogliamo dare alla Magistratura che sta indagando sul caso”, in Eni “siamo tranquilli per tutte l’ attività che abbiamo fatto e sulle verifiche che facciamo, su cui metto le mani sul fuoco”. Così a Milano l’A.d. di Eni Claudio Descalzi, che ha precisato di non aver avuto contatti con l’Azionista di riferimento (il Governo, ndr) sulla vicenda.
“Abbiamo investito 4,2 miliardi di euro in sicurezza e sostenibilità ambientale e ne investiremo altri 2,5” ha aggiunto. Quanto alle persone inquisite “non sono nostri dirigenti, non so per cosa siano inquisiti, lasciamo fare il corso all’indagine”. Descalzi ha aggiunto di non sapere quando ripartirà la produzione. “L’importante non è riprenderla, ma fare chiarezza su quello che succede”. “Vogliamo andare fino in fondo a questa vicenda, prima di tutto per il rispetto e l’attenzione che abbiamo nei confronti dei territori che ci accolgono”. (Ansa).
La fotogallery della manifestazione del Movimento 5 Stelle a Viggiano (foto www.SassiLive.it)