Si è svolto nella sala consiliare del Comune di Senise, alla presenza dei Sindaci di Spinoso e di Senise, comuni macro fornitori dell’acqua lucana (80% dell’acqua accumulata in Basilicata proviene dagli invasi di Monte Cotugno e del Pertusillo), l’incontro pubblico del comitato “A difesa dell’acqua e dei diritti dei Lucani”.
A nome del comitato ha introdotto l’ing. Totaro che dopo aver percorso tutte le tappe della vicenda , alcune sequenze storiche delle lotte degli amministratori e dei cittadini di Senise dalla costruzione della diga fino ai giorni nostri, ha esposto in un breve escursus gli accordi tra Puglia regione Basilicata e Governo nazionale del 1999, del 2011, del 2016, fino al decreto legge n.42 del 22 Aprile 2023 convertito in legge il 21 giugno 2023 riguardante la soppressione definitiva dell’EIPLI e la nascita dal 1 gennaio 2024 della nuova società gestione Acque del Sud S.p.A.
Il comitato, ha sostenuto Totaro, nasce proprio per la non condivisione del dettato dell’art. 2 bis della nuova legge che, nel creare la nuova società di gestione dell’Acqua, bene pubblico, ha praticamente spoliato e azzerato il ruolo e il peso delle regioni e della Basilicata in particolare, diritto riconosciuto invece dallo stesso governo nel decreto n.201 del 6.12.2011 art.21 comma 11.
Il comitato inoltre non condivide la composizione della nuova società che prevede altresì la possibilità di assegnare il 30 % delle azioni alla componente privata senza chiarire in cosa consiste l’operatività di tali soci (soci operativi).
Altra preoccupazione e fonte di critica la totale assenza, nella governance della nuova società pubblica, delle rappresentanze territoriali con specifico riferimento ai due comuni macrofornitori della risorsa acqua Senise e Spinoso.
Il sindaco di Senise apprezzando l’iniziativa del comitato e tutto il lavoro di sensibilizzazione che sta facendo sulla vicenda, ha ribadito quanto già annunciato alla stampa di essere praticamente contrario al contenuto dell’art.2 bis del decreto approvato che va assolutamente rivisto ed emendato.
Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Spinoso Pasquale De Luise, che nel ritrovarsi con le posizioni del sindaco di Senise ha annunciato di aderire con convinzione alle rivendicazioni del comitato perché in linea con quanto chiedono anche i suoi cittadini.
Sono seguiti interventi del vicesindaco di Senise Giuseppe Rossi dei consiglieri comunali Marino Rosario e Francesco Marranchiello, della responsabile della Cgil del senisese Giuseppina De Donato, del mondo delle professioni, agricolo e sindacale.
La riunione è stata aggiornata, a tempi brevi, per definire e circoscrivere piu in dettaglio le ulteriori azioni da mettere in campo con un invito specifico e accalorato ai Sindaci di Senise e Spinoso di sentire i colleghi ricadenti nei bacini idrografici degli invasi di Monte Cotugno (c.d. Progetto Speciale Senise) e del Pertusillo per acquisire la loro volontà a tenere un incontro pubblico, a Senise, con il presidente Bardi e l’Assessore competente in materia, esteso ai capi gruppo consiliari regionali , ai parlamentari lucani e alle rappresentanze delle forze sociali, sindacali e di categoria per un serrato confronto sulle posizioni che al momento sono abbastanza diversificate, con l’augurio di arrivare ad una unità di intendi e chiedere con forza al governo la possibilità di emendare l’articolo della legge n.74 del 21 giugno del 2023 che Istituisce e detta le regole per la governance della nuova Società Acque del Sud S. p.A.
Nel dibattito è stato preso atto del comunicato pubblico della Giunta Regionale, che, anche se con molto ritardo dalla formulazione della L.R n.10 del 2020 art.7, entro la fine dell’anno sarà attivato il programma e il riparto dei fondi delle compensazioni ambientali già in capo alla regione Basilicata da destinare alle aree interessate dagli invasi del Senisese e del Pertusillo.
Il comitato ha convenuto inoltre sulla volontà di proseguire e affiancare le iniziative Istituzionali, senza strumentalizzazione di sorta, ma con il solo intendo di non continuare a mortificare la regione Basilicata, i territori interessati dalle grandi dighe e sulla ferma opposizione a questo provvedimento per scongiurare il pericolo di una privatizzazione, che per mere logiche industriali, potrebbe far pagare, per le note caratteristiche orografiche della regione, proprio ai lucani (ironia della sorte) il bene acqua di più rispetto al resto della nazione.