Indagine epidemiologica Comune di Matera, Consiglieri Doria e Violetto: “Zero euro nel bilancio dell’Amministrazione Bennardi”. Di seguito la nota integrale.
Come il gioco dell’oca. Ogni volta che il traguardo sembra a portata di mano, inesorabilmente, si allontana e si torna alla casella di partenza. Anche nel nuovo bilancio comunale, la cui discussione si appresta a giungere in aula, sono state eliminate le risorse utili a eseguire la verifica delle eventuali conseguenze sulla salute dei cittadini delle emissioni provenienti dal cementificio di Trasanello e dagli ulteriori opifici. Eppure, questo obiettivo è maturato quale intendimento unanime, condiviso da maggioranza e opposizione, all’interno dell’Osservatorio ambientale del Comune. Ma da 80 mila euro, a 60 mila a 40, la situazione è precipitata quota zero euro. Non ci sono risorse e non certo per pronunciare pregiudizialmente un verdetto, quanto per superare un dubbio che viene da lontano. Nel tempo, infatti, non sono certo mancate proposte dettagliate, e finanche diverse proteste, al fine di attivare tutte le iniziative e le azioni amministrative necessarie e urgenti affinché per il principio di precauzione, si decidesse finalmente di adottare i provvedimenti utili a tutelare la salute pubblica e dell’ambiente.
Invece, niente. Ricordiamo che la cementificio si trova a est di Matera in località Trasanello, lungo la Strada Statale n. 7 “Appia”, a circa sette chilometri dal centro della città. I lavori di costruzione risalgono all’inizio degli anni ’70 e nel dicembre del 1974 è entrato in esercizio il primo forno. A nulla valse il deciso e nobile tentativo di uno tra i più illustri archeologi di tutti i tempi, Dinu Adamesteanu. Si oppose all’avvio dell’impianto in un sito tra i più importanti della cultura del bacino mediterraneo, senza tuttavia riuscire a scongiurare la variante che dette luogo al cementificio attualmente esterno solo per poche decine di metri dal perimetro del Parco regionale della Murgia, area facente parte come l’intero altopiano materano del patrimonio mondiale dell’umanità tutelato dall’Unesco.
Il traguardo dell’indagine epidemiologica, appare dunque, ancora una volta, un pio desiderio. Colpevolmente, nonostante le solite rassicurazioni rituali, non è maturata nessuna volontà di pianificare precise azioni finalizzate a informare e a mettere a disposizione documentazione e dati ambientali in un’ottica di trasparenza e comunicazione con la popolazione locale. Così, dobbiamo continuare a convivere con il dubbio o non dubitare di niente, che è il mezzo più sicuro per non sapere mai niente.