Gianni Rosa, consigliere regionale Fratelli d’Italia: “Indennità medici continuità assistenziale, la sentenza del Tribunale di Potenza dà ragione ai medici. Si annullino immediatamente le delibere per evitare danni alla Regione”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Invitiamo la Giunta regionale ad annullare al più presto le delibere n. 347/2017 e 1037/2017 che disponevano la sospensione delle indennità aggiuntive ai medici di Continuità assistenziale e autorizzavano il recupero delle annualità pregresse.
L’annullamento in autotutela si rende indispensabile alla luce la sentenza del Giudice del Lavoro del 13 luglio 2018 del Tribunale Civile di Potenza che ha accolto il ricorso avanzato da numerose guardie mediche contro la Regione Basilicata e l’Azienda Sanitaria locale di Potenza. Questa sentenza difende la validità e l’efficacia dell’Accordo Integrativo Regionale, approvato con delibera di Giunta Regionale n. 331 in data 11/03/2008, e dichiara illegittimi tanto la sospensione del pagamento delle indennità previste quanto il recupero delle indennità già pagate nelle annualità pregresse.
È la prima importante vittoria per i medici di Continuità Assistenziale che, finalmente, vedono riconosciuti i loro diritti spazzati via, insieme alla loro dignità professionale, dalle suddette delibere.
È una vicenda che abbiamo seguito fin dall’inizio, fin dal primo invito della Corte dei Conti alla Regione Basilicata affinché presentasse delle controdeduzioni in merito al contestato Accordo Integrativo Regionale. Come abbiamo denunciato sin da allora, il Governo regionale rinunciò a difendere la ‘bontà’ e la legittimità di quell’Accordo, scaricandone il fardello sulla classe medica per non incorrere in eventuale danno erariale. Sempre per tutelare i medici ma anche l’Ente Regione al fine di evitare un danno erariale, abbiamo fatto approvare la norma che sospende il recupero dei presunti crediti avanzati dalla Regione. Il Tribunale di Potenza ci dà ragione su tutta la linea. Adesso, però, è necessario che si riprenda il versamento delle indennità e degli arretrati.
Questa prima sentenza va a compensare la profonda ingiustizia che una classe politica inadeguata aveva inflitto a questa categoria professionale che, verosimilmente, si attiverà attraverso una valanga di ricorsi e di azioni legali per il ripristino delle indennità sospese maggiorate di rivalutazione finanziaria ed interessi.
E questa volta, sul serio, per il Governo regionale, potrebbe configurarsi l’ipotesi di danno erariale se continua a non rispondere e a non disporre gli adeguati provvedimenti per tutelarsi.
Questa vicenda poteva concludersi prima. Oramai non resta che correre ai ripari.