“Dopo il mio SOS sulle opere incompiute che, secondo l’Anagrafe diffusa dal Ministero alle Infrastrutture, nel Materano sono almeno una decina tra lavori pubblici piccoli o grandi “incagliati” nelle maglie della malaburocrazia, delle risorse erogate dal Governo con il contagocce e che registrano ritardi di anni, ha fatto bene Confapi Matera a ricordare che è passato un anno dall’Accordo infrastrutture stradali Piano per il Sud firmato tra Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica, la Regione Basilicata e l’Anas senza che nel Materano siano partiti i lavori” . A sostenerlo è il consigliere regionale Paolo Castelluccio (Forza Italia) ricordando il giudizio negativo espresso già un anno fa in occasione dell’Accordo che di fatto, su 400 milioni di euro complessivi di dotazione, ha riservato “solo briciole” alle esigenze di ammodernamento delle infrastrutture viarie in provincia di Matera. “Non si dimentichi – aggiunge Castelluccio – che gli unici interventi previsti riguardano la progettazione preliminare e definitiva dei nuovi itinerari “Matera-Ferrandina-Pisticci” e “Gioia del Colle–Matera” sul corridoio “Murgia-Pollino”. Infine, la messa in sicurezza del 3° stralcio del tratto di collegamento tra le statali Basentana e Sinnica (Pisticci-Tursi). Un insieme di progetti e di finanziamenti – continua il consigliere di Forza Italia – ampiamente inadeguato ed insufficiente. Si tratta di prendere atto che siamo ancora indietro sulla progettazione della Matera-Ferrandina-Pisticci, figuriamoci per i noti problemi che riguardano la viabilità da e per Matera in previsione dei programmi di attrazione turistica legati a Matera Capitale Europea della Cultura 2019 e per sostenere gli sforzi delle piccole e medie imprese del Materano a superare la crisi dei mercati. Altro che nuovo Ministero per il Mezzogiorno di cui a giorni alterni si sente parlare negli ambienti de Governo Renzi: con l’articolo 12 della legge di stabilità per il 2015 il governo ha disposto la cancellazione di investimenti nel Mezzogiorno per 3,5 miliardi di euro, tagliando le risorse del Piano di azione coesione. Ciò che colpisce in questa scelta è la mancanza di motivazione specifica: non si trattava di risorse “in scadenza”, né di risorse destinate a Regioni “inefficienti” (dato che per metà l’attuazione del Piano è responsabilità di amministrazioni centrali); tantomeno si trattava di risorse frammentate, dato che esse miravano a grandi, condivise priorità. Non a caso non viene disposto, con la norma di legge, quali interventi saranno tagliati: il governo, semplicemente, usa le risorse per gli investimenti nel Mezzogiorno come un bancomat, proprio come accade in Basilicata per le royalties del petrolio. E’ evidente – conclude Castelluccio – che nella nuova interlocuzione tra Governi Regionali e Nazionale questo è un tema che deve avere un suo peso e risposte a breve e medio termine per il finanziamento dei lavori pubblici anche attraverso la fiscalità statale derivante dall’estrazione del petrolio”.