Inquinamento terre di Rotondella, Tavolo Verde Puglia e Basilicata: quale è la verità? Di seguito la nota integrale.
Nel 2017 il Sindaco di allora emetteva apposita Ordinanza col divieto di utilizzo ed emungimento delle acque delle acque superficiali e sotterranee
delle aree comprese nei fogli di mappa 55-61-62-63 per una superfice complessiva di circa480 ettari prevalentemente ad uso agricolo.L’Ordinanza fu emesse perché sia A.S.M.sia lA.R.PA.B.avevano rilevato la presenza di sostanze inquinanti come la Trielina e Cromo esavalente.
Il 29/01/2025 sempre il Comune di Rotondella ,con la stessa procedura emette una ulteriore Ordinanza Sindacale di pari merito a quella precedente specificando”adozione di misure precauzionali in materia di coltivazione di ortaggi e di frutta” col divieto di coltivazione in campo all’ aperto;nel mentre è ammessa la produzione di frutta e agrumi all’ aperto purché
le produzioni vengano lavate prima del consumo.
Sul piano delle prescrizioni igienico -sanitarie nulla da eccepire;seri dubbi invece sorgono sul piano tecnico-scientifico,quindi sulla linearità e coerenza delle due ordinanze.
Se effettivamente le falde freatiche contengono residui di Trielina e di Cromo esavalente queste potrebbero essere assunte dalle piante per via radicale e riscontrabili in tutte le parti delle piante ivi comprese le produzioni destinate alla alimentazione;sicuramente non sono sufficienti i lavaggi per rimuoverle e rendere commestibili i prodotti.
Se così fosse l’ area dovrebbe essere dichiarata interdetta alla coltivazione;cosa che richiede una serie di accertamenti e analisi sotto il controllo della Regione e Ministero competente.
Si ritiene pertanto necessario si da subito avviare una serie di indagini ed esami per verificare il reale stato dei luoghi e i rischi per la comunità.
Per questo si chiede l’ intervento degli organi regionali e nazionali e il monitoraggio delle acque e al contempo la individuazione delle presunte fonti inquinanti;
se vi sono degli effetti è necessario individuare le cause vere.Le autorità competenti sino ad ora cosa hanno fatto?
La Regione Basilicata ha individuato le fonti di inquinamento? Quanto è profondo lo strato del terreno interessato dal presunto inquinamento?
Nel frattempo i produttori della area colpita delle ordinanze dovranno astenersi dalla coltivazione dei terreni ed assistere inermi al lucro cessante?
E non solo: quanto pesa e quanto peserà l’ impatto dell’ Ordinanza ,se non verrà revocata o più dettagliatamente motivata sul piano scientifico, sulle comunità del Metapontino?
Sono domande alle quali l’Assessore all’agricoltura Cicala e l’Assessore Cosimo Latronico dovrebbero rispondere in tempi stretti.