La I e II Commissione consiliare, riunitesi in seduta congiunta, hanno esaminato, questa mattina, due delibere di Giunta regionale. La prima riguardante le scelte che la Giunta intende compiere rispetto alle partecipazioni della Regione in società di capitali e la seconda inerente il contributo al finanziamento del piano annuale delle attività della fondazione “Lucana Film Commission”.
Su richiesta del consigliere Navazio del Gruppo misto, gli organismi consiliari hanno deciso di audire per il primo provvedimento il presidente della Regione, Vito De Filippo e per il secondo il direttore della Lucana Film Commission, Paride Leporace.
Presenti ai lavori delle Commissioni consiliari oltre ai presidenti Mazzeo e Gaudiano del gruppo misto, anche i consiglieri Navazio, Mancusi (Udc), Pagliuca (Pdl), Straziuso (Pd), Romaniello (Sel) e Vita (Psi).
Individuazione degli standard relativi alle strutture complesse. Riordino SSR, le considerazioni di alcuni consiglieri.
Mazzeo, Vita, Mollica, Mancusi, Scaglione e Singetta: “il Consiglio e la Giunta Regionale in questa fase non possono adottare provvedimenti che non siano di normale amministrazione o che rivestono carattere di indifferibilità ed urgenza”
I consiglieri regionali Mazzeo, Vita, Mollica, Mancusi, Scaglione e Singetta hanno inviato una nota al presidente della Regione Vito De Filippo e all’assessore alla sanità Martorano con la quale chiedono lumi rispetto ad alcune note diffuse da sindacati di categoria e da agenzie di stampa su un provvedimento di riordino del SSR in fase di elaborazione da parte dell’Assessore.
Nel sottolineare che nessun documento è stato inviato alla competente commissione e nessuna discussione preliminare è stata effettuata nella maggioranza che sostiene la Giunta, i firmatari fanno presente che da dati diffusi dall’Agenas risulta che i posti letto della Regione Basilicata rientrano nella proporzione stabilita, e che quelli destinati ai ricoveri ordinari sono inferiori al 3/1000 abitanti; che i posti pro-capite per età, considerati proporzionali ai tassi specifici per età di ospedalizzazione, risultano essere di poco superiori alla media, ma con carenza di posti di riabilitazione e lungodegenza. “Pertanto – fanno notare i consiglieri – i PL effettivi calcolati sui pro capite per età nazionali risultano essere, per tutte le tipologie (Ordinari, DH, riabilitazione e lungodegenza), carenti. La Basilicata si assesta ai limiti inferiori della media per tasso di ospedalizzazione. Il Ministero della Salute, nel Luglio 2012 , ha inviato una nota agli Assessorati alla Salute in cui si invitano le Regioni a ridurre le spese diminuendo gradualmente i posti letto mediante la soppressione delle unità operative. La Regione Basilicata, a pochi giorni dalla fine del mandato politico ha deciso di adempiere a tale nota, proponendo un drastico taglio di strutture sanitarie, coinvolgendo anche i servizi che non hanno posti letto, abbattendo centinaia di incarichi di strutture complesse e semplici”.
I consiglieri regionali, “pur condividendo l’esigenza che il numero e la distribuzione dei reparti (Unità operative Complesse e Semplici), nelle Aziende Sanitarie e nelle Aziende Ospedaliere abbia bisogno di un totale ripensamento, adattandolo alle nuove esigenze degli utenti, ritengono che il provvedimento in elaborazione nel Dipartimento regionale, con la partecipazione dei Direttori Generali, sia inopportuno, inadeguato ed incoerente con le istanze di partecipazione che provengono dai livelli istituzionali, dalle rappresentanze sociali e dai territori. Il Consiglio regionale e la Giunta Regionale in questa fase non possono adottare provvedimenti che non siano di normale amministrazione o che rivestono carattere di indifferibilità ed urgenza. E l’atto in oggetto non ha queste caratteristiche. Gli organismi in carica, Consiglio e Giunta, sono autorizzati a svolgere esclusivamente la ‘normale amministrazione’ o ad adottare provvedimenti che siano motivati da condizioni di ‘indifferibilità ed urgenza’.
Il provvedimento in oggetto, che intente ridisegnare il sistema sanitario, ospedaliero e territoriale, non rientra in tali categorie, non essendo la Basilicata soggetta a termini perentori da rispettare, non rientrando in ‘piani di rientro’”.
I firmatari della nota nel far notare “l’inopportunità dell’adozione di questo atto, in questa fase pre-elettorale, diffidano la Giunta regionale a mettere in essere provvedimenti difformi da quanto prescritto, precisano che non è disponibile in Assessorato un quadro complessivo e dettagliato delle Unità Operative funzionanti sul territorio regionale e del volume di attività svolto; non si conoscono e, tantomeno, non sono state condivise, le regole ed i criteri individuati a monte delle scelte per operare i tagli. L’assenza di regole certe lascia spazi a scelte arbitrarie e squilibrate; nessuna scelta preliminare in merito a quali servizi si intendono trasferire dagli ospedali ai territori. La mancanza di una organizzazione funzionale, discussa e condivisa con le autonomie locali, dell’assistenza da attivare sui territori, rende la distribuzione delle Unità Operative arbitraria e precaria; nessuna norma di attuazione temporale, magari collegata al naturale turnover degli operatori. Altre Regioni hanno deliberato che gli standard si applicano in un numero definito di anni ed hanno chiesto alle aziende di tener conto, negli atti aziendali della tempistica di realizzazione dell’intervento, anche considerando i pensionamenti previsti; permane l’ipertrofia delle strutture amministrative a danno di quelle clinico-assistenziali. Altre Regioni hanno stabilito un tetto massimo; non si è considerata l’orografia regionale, come è dovuto da parte di organismi regionali; nessun calcolo circa l’entità del risparmio che una operazione di questo tipi produce.
“Inoltre – concludono Mazzeo, Vita, Mollica, Mancusi, Scaglione e Singetta – alcune Regioni, in particolare il Lazio, benché in piano di rientro, ha chiesto ed ottenuto una deroga con il conferimento di ulteriori strutture complesse e semplici. Non si comprende perché lo stesso percorso non è stato seguito dalla nostra Regione, non soggetta a ‘piano di rientro’”.