“La transizione ecologica viene colta e interpretata dai giovani come una priorità condivisa, un processo di cambiamento in atto che apre ai territori e alle comunità grandi opportunità di ripensamento dei propri modelli economici e di evoluzione valoriale che metta al centro l’inclusività, il senso di comunità e la promozione del bene comune, secondo quanto emerge da un recente Rapporto promosso da Edison e The European House -Ambrosetti sulla Società del Futuro”. Così si apre la riflessione di Cosimo Latronico, Assessore al Benessere, intervenuto all’evento “La Basilicata del futuro. Autonomia differenziata, spopolamento e svolta green. Confronto con la Svimez dei giovani universitari” presso l’Università degli Studi della Basilicata.
“La Basilicata è a pieno titolo dentro questo processo di cambiamento: sul piano energetico, delle infrastrutture, del sistema sanitario e del welfare. E lo è per vocazione ma, ancor più, per necessità. Gli ultimi dati pubblicati da Svimez sull’andamento dell’economia regionale ci consegnano la fotografia di un sistema economico fragile, che ha consolidato nel corso dei decenni le due principali monocolture dell’automotive e del settore oil. Oggi è da questi settori in difficoltà che dipende la debolezza del nostro sistema economico, che non è riuscito a diversificarsi nel tempo e, soprattutto, a svincolarsi dalla dipendenza ossessiva da questi comparti, legando la propria sorte a fattori esogeni”, continua Latronico.
“Grazie agli investimenti che stiamo realizzando con risorse PNRR, FSC, risorse del bilancio regionale, royalties, la Regione Basilicata sta costruendo lo sviluppo economico e la comunità del futuro, puntando con convinzione alla transizione ecologica ed energetica, all’infrastrutturazione sociale nelle aree interne, alle specializzazioni intelligenti e innovative (geodesia spaziale, ripresa della produzione legata al settore ferroviario).
Gli investimenti sul potenziamento delle reti infrastrutturali (strade e ferrovie), del valore complessivo di 2 miliardi di euro (tra gestione centrale e territoriale) potenzieranno le connessioni dei nostri territori verso l’interno e, ancor più, verso l’esterno, recuperando e chiudendo il collegamento tra Salerno e Taranto e aprendo, di fatto, verso Matera.
Questa nuova trama infrastrutturale contribuirà a recuperare la vocazione logistica dell’asse basentano”, commenta l’Assessore.
“Nella nostra idea di futuro, al centro sono poste le persone, le comunità, con i propri fabbisogni di assistenza e cura. Il tema sociale e quello sanitario rappresentano, da un lato, il principale capitolo del bilancio regionale ma, dall’altro, ribaltando anche la narrazione che nel tempo è stata prodotta su questa dimensione, la vera leva su cui edificare una nuova idea di Basilicata legata appunto al benessere e alla cura (dei luoghi e delle persone), che diventa idea di sviluppo di competenze e di nuova occupazione.
C’è un forte impegno da parte della Regione sia sulla materia prettamente sanitaria (telemedicina, medicina territoriale, ospedali di comunità, centrali operative territoriali per un migliore coordinamento tra servizi e professionisti sanitari) sia su quella legata al welfare.
Abbiamo in mente di lavorare, con il contributo di tutti gli operatori e gli attori del settore e con la collaborazione scientifica di FEEM, a un grande piano sociale che diventi una infrastruttura sociale a tutti gli effetti, in grado di intercettare e promuovere i fabbisogni sociali e farne fattori di crescita.
Queste opportunità che si legano agli investimenti che si stanno realizzando in Basilicata legati alla transizione verde e digitale andranno a determinare un nuovo mercato del lavoro, che richiederà nuove competenze tecniche e trasversali.
Sono, questi, semi di speranza che piantiamo per i giovani, per restituire loro la fiducia e la responsabilità di rimanere o tornare qui in Basilicata”, conclude Latronico.
Finalmente un linguaggio nuovo, una speranza nuova. Vai Cosimo…sono con te, siamo con te! Questo, però, ti responsabilizza di più. Graie, Saverio Acito
La transizione digitale ok, ma la transizione green, che sia casa o auto, è troppo costosa; condivido appieno i principi del green, ma di qui a operare una radicale trasformazione, credo sia molto delicato per le persone se non altro perchè non è gratis, se lo fosse credo che tutti avremmo già risolto il problema. Già cambiare un auto diesel, con una elettrica richiede un esborso notevole, senza contare gli svantaggi attuali in termini di numero di colonnine di ricarica, tempi per la ricarica, ecc., in tempi in cui tantissimi nuclei familiari non riescono a mettere su una cena e i prezzi sono alle stelle, un carrello spesa riempito a metà va già sui 100 euro. Credo ci sia un disallineamento notevole tra le esigenze dell’UE e la messa in pratica di queste direttive, e che questo sia il momento sbagliato per fare queste scelte, lo si poteva fare forse negli anni del boom economico, ma ora con aziende e imprese commerciali che chiudono, e stipendi fermi da almeno 20 anni, è una follia, una famiglia media non riesce a mettere nulla da parte con bollette e prezzi attuali. Non parliamo poi delle case che dovranno essere allineate alle piu’ recenti direttive green, pensate quanti pensionati e quante famiglie non potranno adeguarle perchè non potranno accollarsi i costi, nonostante gli incentivi.
In sintesi, il discorso è che sono pienamente condivisibili i principi del green, ma il momento attuale in cui attuare queste scelte è decisamente e inequivocabilmente sbagliato.
E poi in ultimo, una considerazione: paesi come Cina e India, che stanno spingendo al massimo sui combustibili fossili non hanno nessuna intenzione di aderire a questi principi del green, l’Europa invece deve farsi carico di avere un pianeta piu’ “green”, con costi a carico dei cittadini fuori controllo, mentre altri paesi sono liberi di inquinare quando e come vogliono, no, non sono d’accordo: o ci si allinea tutti, o nessuno; o tutti concorrono ad avere un pianeta migliore, o non puo’ farlo solo l’Europa con i criteri da “lacrime e sangue” per i cittadini.