La Basilicata Possibile: “Faccetta nera e saluti romani sulle rive del Basento”. Di seguito la nota integrale.
Tardo pomeriggio del 26 agosto.
Lungo il corso del Basento, all’interno del parco fluviale si possono sentire le note di “Faccetta nera”, persone salutarsi con “camerata a noi” e altri salutano tendendo il braccio e la mano destra, a riprodurre il saluto romano.
Fascismo. In una sola parola.
E non è una rievocazione storica. É semplicemente il modo di raccontarsi su Instagram dell’associazione Suoni del Basento, che dovrebbe offrire eventi culturali all’interno del cartellone di eventi del Comune di Potenza.
E sarà solo un caso che sia la stessa associazione che tanto sta facendo penare i ragazzi dell’Associazione Insieme.
Crediamo sia vergognoso dover assistere a questi rigurgiti di fascismo.
Faccetta nera, “a noi camerata” e saluto romano non possono essere tollerati come fossero goliardate.
Per di più il tutto è fatto in luogo pubblico e da un attività autorizzata dal Comune.
Chiediamo con forza il ritiro dell’autorizzazione a suddetta associazione da parte degli enti preposti, Comune di Potenza e Regione Basilicata, nelle persone del Sindaco Mario Guarente e dell’assessore all’ambiente Gianni Rosa.
Crediamo infatti che chi adopera certi comportamenti non sia degno di rientrare in un cartellone di eventi organizzato dal Comune di Potenza.
Questo episodio rende ancora più urgente l’adozione della mozione antifascista proposta dall’ANPI che “impone, a chi fa uso di locali pubblici, di dichiarare finalità antifasciste, ovvero non xenofobe, non omofobe, non fomentatrici di odio verso qualsiasi categoria”.
La Basilicata Possibile chiederà alla Procura della Repubblica di verificare se quanto accaduto configuri reati, sperando si possa fare chiarezza nel rispetto della Costituzione Italiana che, lo ricordiamo ancora a tutti, è antifascista.
Ne approfittiamo anche per parlarvi della genesi e di ciò che vi è dietro le note orecchiabili della canzone “Faccetta Nera”. Si inneggia alla guerra che l’Italia dichiarò all’Etiopia, per espandere il proprio dominio coloniale lasciando sul campo 275 mila etiopi morti: 5 volte la popolazione della città di Potenza.
In questa sanguinosa guerra coloniale furono utilizzati gas asfissianti, autorizzati stupri di massa ed esecuzioni sommarie tra civili e prigionieri.
Una macchia indelebile sul tricolore.
Insomma, decisamente nulla di cui andare fieri.