La Basilicata Possibile: “La città di Potenza non può più attendere”. Di seguito la nota integrale.
In occasione del Consiglio Comunale del 30 marzo 2020 ci siamo resi disponibili, in presenza di una emergenza le cui conseguenze economico-sociali potrebbero essere ancor più devastanti di quelle sanitarie, ad ammainare le bandiere della contrapposizione di parte, a favore del massimo possibile di collaborazione con l’Amministrazione Comunale impegnata a fronteggiare sfide difficili e per tutti noi inedite.
Si tratta di un passaggio pieno di rischi che non potrà essere superato senza la mobilitazione di tutte le risorse umane e strumentali, della intelligenza diffusa e delle competenze di cui la Città dispone. Pensavamo a uno sforzo unitario, partecipato, a un confronto sul merito alla ricerca di soluzioni condivise che potessero fare dell’emergenza COVID-19 anche l’occasione di un rilancio della Città piuttosto che il ritorno a quella normalità che era essa stessa densa di problemi.
Uno sforzo ambizioso ma non velleitario nel momento in cui le recenti iniziative del Governo (in particolare sul Sisma-bonus, sulla riconversione energetica degli edifici, sulle comunità energetiche, sullo smart-working, etc.) rendono concretamente realizzabili anche le nostre “visionarie” proposte programmatiche per il rilancio della Regione e della Città di Potenza. Per questo avevamo chiesto l’apertura immediata di tavoli tecnici aperti alla partecipazione di professionisti, ricercatori, associazioni, per realizzare dei piani di azione condivisi e articolati che ci consentissero di non perdere l’ennesimo treno, di partire ultimi anche quando, nelle condizioni date, potremmo essere i primi. Per questo abbiamo messo da parte gli elementi di divisione per guardare a ciò che ci unisce: l’amore per la nostra città, Potenza, l’attenzione per i nostri concittadini.
Alle nostre offerte di collaborazione non è mai seguito un momento di confronto vero. La richiesta di una Commissione Consiliare Speciale, le nostre proposte di tavoli allargati e partecipati che potessero aiutare l’Amministrazione e i suoi Uffici (perennemente in affanno per mancanza di personale) anche nella ripartenza, insomma dei luoghi nei quali la partecipazione alle decisioni giustificasse la comune assunzione di responsabilità, non hanno, nei fatti, trovato alcun riscontro concreto.
Abbiamo invece assistito ad una gara di comunicati volti a intestarsi/contendersi (tra maggioranze di oggi e di ieri, tra consiglieri veterani e novizi) risultati, spesso risibili, nell’apparente tentativo di dare senso e respiro a improbabili carriere politiche individuali quando non a resuscitare esperienze politiche ormai alla canna del gas.
Abbiamo un’altra idea della nostra presenza nelle istituzioni. Che si sostanzia anche, ma non si esaurisce, nel lavoro dei nostri consiglieri il cui impegno, spesso gravoso, ha un senso solo se mantiene intatto il rapporto con le ragioni e le persone che sostengono un progetto politico comune, che non finisce il giorno dopo l’elezione. Per questo, grazie all’apporto dei cittadini che partecipano ai nostri gruppi di lavoro, possiamo mettere in campo azioni e proposte per la nostra città la cui condivisione misuriamo giorno per giorno. Consideriamo l’utilità della nostra presenza nelle istituzioni sulla base dei risultati delle nostre azioni all’esito di un confronto aperto con le altre forze politiche.
Nelle commissioni, abbiamo continuato a cercare comunque il massimo di condivisione registrando anche delle sconfitte. Non siamo riusciti per esempio a ottenere di riorientare le risorse già disponibili nell’ITI-FESR 2014-2020 per dare priorità a quegli interventi che avrebbero facilitato la ripartenza in sicurezza delle attività culturali (per es. ventilazione meccanizzata nel Teatro Stabile), alleggerito il carico sui trasporti pubblici (Green Ways e piste ciclabili cittadine piuttosto che il circuito chiuso al Parco fluviale), consentito all’Amministrazione Comunale di risparmiare milioni nel ciclo dei rifiuti (insistendo con più convinzione sull’Impianto di Vagliatura a San Luca Branca). Un po’ più di coraggio e determinazione avrebbe consentito di conseguire risultati importanti anche per il futuro. Si è preferita la gestione ordinaria più semplice e sicura.
Un tirare a campare sulla scia di interventi messi in campo dalle Amministrazioni precedenti, spesso assecondate (senza convinzione dai nuovi, ma rivendicate dai precedenti amministratori) anche quando non più prioritarie, senza il coraggio di assumersi la responsabilità di cambiare, come a dire se va bene (e.g. Potenza Città dello Sport) è merito di tutti, se va male la colpa è di quelli di prima.
Siamo stata la forza politica più votata dalla città perché ha interpretato la volontà di voltar pagina rispetto alla devastazione operata da una lunga stagione di governo di un centrosinistra che prova oggi a riproporsi come novità, riproducendo una sorta di mischione rugbistico nel quale vecchie e nuove maggioranze (che pure erano state votate per un cambiamento) si trovano spesso alleate perché tutto resti come prima.
A distanza di quasi 2 mesi da quel Consiglio Comunale, crediamo sia il momento di chiedere se l’Amministrazione intende continuare nella sua supposta autosufficienza o se crede invece che, in una fase come questa, non sia necessario, come chiedevamo, mobilitare tutte le risorse migliori della Città in uno sforzo comune per superare la crisi, facendone occasione di ripensamento e rilancio rispetto a una condizione di “normalità” che già era patologica.