La Basilicata Possibile: “Tra farsa e tragedia. Annunciato l’avvio delle estrazioni a Tempa Rossa”. Di seguito la nota integrale.
La Regione Basilicata si accingerebbe (salvo ulteriori incidenti di percorso) a varare già da sabato 30 novembre il definitivo via libera all’estrazione di petrolio e gas dal sito di Tempa Rossa.
Sarebbero dunque superati i rilievi che, a fine agosto dello scorso anno, avevano indotto la precedente Giunta Regionale ad inviare al MISE la diffida che bloccò l’avvio degli impianti di Total.
Al netto degli accordi recentemente negoziati circa le compensazioni ambientali (che la Regione sbandiera con grande orgoglio) nulla ad oggi è dato sapere in riferimento alle ragioni che bloccarono l’avvio dell’impianto nell’agosto scorso e ancor più alle condizioni di effettiva attuabilità del Piano di Monitoraggio concordato con ARPAB.
La mancanza di trasparenza e informazione che ha accompagnato la trattativa con Total assume caratteri particolarmente preoccupanti quando riferita alla effettiva capacità della Regione Basilicata di garantire, attraverso ARPAB, quel monitoraggio efficace, continuo e indipendente, che dovrebbe essere precondizione per qualunque ipotesi di avvio delle estrazioni.
I cittadini avrebbero diritto di essere informati con ogni dettaglio (per esempio con una presentazione pubblica al cospetto della comunità scientifica), su questioni specifiche e generali che attengono alla tutela della loro salute e dell’ambiente in cui vivono, sul potenziale impatto sulle risorse idriche e sull’economia delle zone interessate dalle estrazioni e dagli eventuali rilasci di sostanze inquinanti nei corpi idrici che forniscono acqua potabile e per irrigazione anche alle regioni confinanti. Per esempio:
1) La mappatura del così detto punto zero ambientale e sanitario dell’area del Sauro come e quando è stato effettuato? Con riferimento a quali matrici? Con quali risultati?
2) Che fine ha fatto il Centro di Monitoraggio Ambientale costato diversi milioni e tenuto colpevolmente inutilizzato ormai da anni ? Se era inutile perché realizzarlo? Se invece lo era, come si fa a partire con le estrazioni senza PRIMA attivarlo?
3) Il piano di monitoraggio del funzionamento degli impianti che dovrebbe consentire di controllare e valutare l’impatto delle attività estrattive, tenuto conto delle risorse umane e strumentali di cui dispone ARPAB, è in condizione di partire dal momento dell’avvio delle estrazioni? Consente effettivamente ad ARPAB di controllare autonomamente e con continuità tutte le matrici ambientali? Con quali tempi di risposta in presenza di anomalie/incidenti? Con quale autonomia di segnalazione e reazione nell’ambito del Piano per la gestione delle emergenze?
4) Il piano di emergenza esterno, depositato in prefettura, non doveva forse essere reso oggetto della più ampia campagna di diffusione PRIMA dell’avvio delle estrazioni?
5) Le acque di strato a quale processo di depurazione saranno sottoposte e soprattutto dove saranno conclusivamente conferiti i prodotti residui? E’ vero che Total si è impegnata a non smaltirli nel Sauro per i primi 5 anni? Quali garanzie sono state assunte per evitare che ciò avvenga negli anni successivi?
6) La rete di monitoraggio per il controllo della sismicità naturale e/o indotta nell’area delle estrazioni è già operativa e pronta a partire dal momento dell’avvio delle estrazioni?
Sono questi solo alcuni degli interrogativi ai quali i cittadini lucani attendono che venga data risposta – dopo gli innumerevoli “inconvenienti” registratisi in Val d’Agri nel ventennio che abbiamo alle spalle – PRIMA che si dia avvio ad attività industriali che, ricordiamolo, sono qualificate come altamente pericolose nell’ambito della direttiva Seveso III.
Dica pubblicamente ARPAB se il Piano di Monitoraggio che ha concordato con TOTAL sarà efficiente e operativo dal momento dell’avvio delle estrazioni.
Dica il Presidente Bardi se, prima di annunciare l’autorizzazione all’avvio delle estrazioni, ha ricevuto (da ARPAB e non solo da TOTAL) garanzie in tal senso.
In assenza di risposte puntuali e convincenti almeno a questi interrogativi, chiunque sblocchi l’avvio delle estrazioni a Tempa Rossa si carica di una responsabilità enorme al cospetto del popolo lucano che, dopo aver subito la tragedia di un disastro ambientale in Val d’Agri, vorrebbe risparmiarsi almeno la farsa.