Si è fatto un gran parlare, negli ultimi giorni, dello scontro avvenuto nel corso di un consiglio regionale lucano fra la consigliera regionale Araneo ed il Presidente dello stesso Consiglio, Pittella.
La prima ha denunciato il cosiddetto “Sistema Basilicata” dopo le nomine dei vertici di alcuni enti sub regionali effettuate dallo stesso Pittella, nomine che hanno riguardato persone vicinissime (una persino convivente) allo stesso Presidente del Consiglio regionale.
Pittella, secondo noi venendo meno alle prerogative di neutralità e rappresentanza dell’intero consiglio regionale, ha reagito sovrastando verbalmente l’intervento della consigliera regionale, chiamando in causa il “Sistema Matera” definito una “trave non vista negli occhi dei 5 Stelle”.
Il dibattito ed il relativo video, ovviamente, ha fatto il giro dei social, dividendo l’opinione pubblica fra tifoserie avverse.
Ed è così che il popolo social si è diviso in due: da una parte, molti hanno denunciato la risposta, scomposta ed esagerata, del padre padrone di Azione Basilicata, colpevole di non aver tenuto un comportamento consono al suo ruolo nel parlamentino lucano ma, soprattutto, reo di aver portato avanti un disegno politico che ha visto nominati il suo ex capo staff, Antonio Disanza, al vertice del Consorzio Industriale della Provincia di Matera, e la attuale compagna dello stesso Pittella a Direttore, anzi Direttrice, della Agenzia di Promozione Turistica della Basilicata.
Una modernissima applicazione del concetto di familismo amorale teorizzato e descritto dal sociologo Banfield oltre 65 anni fa e che, ancora oggi, continua a dispiegare tutti i suoi effetti.
Dall’altra parte del campo dei tifosi, invece, in diversi (ma molti meno) stanno sostenendo lo stesso Pittella che avrebbe fatto bene, a loro dire, a citare il “Sistema Matera” ovvero un meccanismo, considerato altrettanto familista ed altrettanto amorale, portato avanti dall’ex sindaco 5 Stelle in diverse nomine. Affermazioni che hanno spinto lo stesso ex sindaco a minacciare presunte e possibili querele.
Chiaramente si tratta di minacce a vuoto perché forse sfugge a molti che il perverso ed ingiusto meccanismo messo in atto, da sempre, in Regione come al Comune di Matera, appartiene ad una categoria che non è configurata come reato. Tutt’al più è un comportamento assai disdicevole (amorale, appunto) che persegue il bene, anzi l’interesse di pochi al posto di quelli pubblici.
Ma la discussione sul merito, sui nomi, sulle persone, sui legami, sulle appartenenze, sulle vicinanze e sulle “comparizie”, sta bene a tutti, fa parte del gossip, ci fa appassionare o tifare per l’una o l’altra parte. E questa cosa sta bene a chi, del familismo amorale, vuole usufruire ed approfittare magari al prossimo giro, quando chi sta sopra si troverà sotto e viceversa.
Come Piazza di Schierarsi Matera riteniamo che il vero tema, che dovrebbe appassionare soprattutto gli attori e le attrici di questa incredibile opera teatrale, possa essere un altro: non “chi” viene nominato attraverso meccanismi diretti ma “come” si procede all’assegnazione di tali incarichi.
Invitiamo quindi tutte le forze politiche in campo, magari anche la società civile, a farsi promotrici di una legge, una normativa regionale (ma anche comunale) che affronti la questione delle nomine in questi enti (sub regionali, enti partecipati pubblici regionali, comunali, ecc.).
Una norma che elimini la discrezionalità della politica, visto che spessissime volte viene lasciata alla buona fede (sigh) del Presidente o del Sindaco di turno l’indicazione dei nomi che dovranno rappresentare l’istituzione (e, quindi, i cittadini tutti).
Una norma che renda pubblica, evidente, trasparente, la procedura di candidatura, il percorso di valutazione e l’indicazione dei nomi, sottraendoli alla spartonzola politica.
Una norma che coinvolga l’intero consiglio (regionale, comunale) e le relative commissioni per l’analisi dei curricola e le successive determinazioni.
Una norma che allarghi la possibilità della nomina di soggetti che, seppur altamente competenti e specializzati, vengono esclusi perché non appartenenti ai soliti cerchietti magici.
Insomma una norma che introduca la tanto proclamata trasparenza, che valuti realmente la professionalità di chi si candida a specifici ruoli, che renda imparziali le relative scelte.
Suggeriamo (anche) di fare presto: a guidare enti fondamentali per la nostra vita e la nostra economia (cittadina, regionale) servono persone capaci prima che politicamente trombate o collegate e fedeli ai capi bastone di turno.
Le scelte che vengono fatte riguardano tutti noi, competono e necessitano della tutela di un interesse che deve essere pubblico e non solo riguardante precise e determinate filiere.
Mettete da parte il tifo, quindi, e procedete a regalare ai lucani una legge moderna e trasparente: i resilienti e sempre più pochi cittadini lucani ve ne saranno grati. Gli iscritti e sostenitori della Piazza di Schierarsi Materasi rendono già disponibili ad affiancare nella scrittura, in un percorso di partecipazione e costruzione dal basso, chi vorrà sostenere questo percorso.