Si sono riuniti a Bernalda, i sindaci dei Comuni dell’area della “Magna Grecia” e quello della città di Matera per impostare una progettazione sistemica di valorizzazione dei beni culturali dell’area metapontina” . Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico (Cor), primo firmatario della proposta di legge per l’istituzione del “Parco della magna Grecia”, presente all’incontro di Bernalda al quale hanno preso parte i sindaci di Matera, Bernalda, Montescaglioso, Policoro, Pisticci, Scanzano, Nova siri, Tursi, Ferrandina, Francavilla sul Sinni, Santarcangelo e Teana. “Il bando del Ministero dei Beni Culturali che sollecita proposte di sistema territoriale è una prima occasione per iniziare a far lavorare in maniera unitaria i Comuni del comprensorio materano e metapontino, e pone la prima pietra per realizzare l’idea del “Parco della magna Grecia”. L’avventura di Matera capitale europea della cultura rappresentata un’utile provocazione per muovere le potenzialità culturali dell’intero territorio per avere ricadute di sistema ed ottenere risultati di sviluppo economico e sociale. La collaborazione deve riguardare centri che raggiungano una popolazione di almeno 150 mila abitanti. L’iniziativa di Bernalda e la pronta adesione dei Comuni lasciano intravvedere un percorso di successo.
METAPONTINO, CASTELLUCCIO (FI): SOSTEGNO DA CONSIGLIO E GIUNTA REGIONE A COMUNI PER PROGETTO CULTURALE
“Sono convinto che anche il Consiglio e la Giunta Regionali, ciascuno per le proprie competenze, sosterrà lo sforzo degli amministratori comunali dell’arco jonico lucano, ribadito ieri a Bernalda, intorno ad un progetto unico da candidare al Mibact per il bando da 5,6 milioni di euro”. E’ quanto afferma il vice presidente del Consiglio Regionale Paolo Castelluccio (Forza Ialia) per il quale “la convergenza dei Comuni del Metapontino, con capofila Bernalda e tema centrale la Magna Grecia, non è solo un requisito richiesto dal bando del Mibact per raggiungere la soglia dei 150mila abitanti ma è il presupposto di una programmazione su scala comprensoriale che superi, mi auguro definitivamente, i confini municipali. Si tratta di fare tesoro delle analisi sugli investimenti pubblici in campo culturale, nell’ambito di politiche e processi di sviluppo territoriale che, nell’ultimo decennio, hanno evidenziato una serie di criticità ricorrenti nelle esperienze di valorizzazione integrata del patrimonio culturale. Prima fra tutte la difficoltà a definire solide strategie e progettualità d’area anche su territori caratterizzati per valori identitari condivisi e reciprocità di relazioni socio economiche, sviluppando interventi di valenza sistemica capaci di esprimere adeguati livelli di integrazione e quindi maggiore capacità di incidere efficacemente sullo sviluppo di un’area. AI contrario, la propensione a privilegiare interventi puntuali e frammentati, non congruenti o comunque slegati dalla visione strategica, e la distanza tra l’astrattezza spesso eccessiva degli studi di fattibilità e la scala puntuale dei singoli progetti esecutivi, sono aspetti fondamentali su cui, come ci sollecita il Ministero Beni Culturali, occorre convergere per innalzare la qualità progettuale degli interventi di valorizzazione e gestione integrata dei beni e attività culturali e del paesaggio, nonché garantire una logica sequenziale nella filiera progettuale assicurando altresì la effettiva realizzazione degli interventi. La progettazione integrata sconta spesso una scarsa coerenza strategica tra gli interventi per la valorizzazione del patrimonio culturale e le politiche generali per lo sviluppo locale, traducendosi nella mancata integrazione tra patrimonio culturale e altre risorse identitarie dei territori, di cui sono parte costitutiva insieme alle attività produttive, ai servizi, alle tradizioni e ai valori immateriali delle comunità che vi risiedono”.
Per Castelluccio un altro nodo da sciogliere, sempre segnalato dal Mibact, è “la difficoltà di coordinamento tra i diversi livelli istituzionali – nazionali, regionali e locali – a vario titolo competenti nella definizione delle strategie e degli interventi di valorizzazione del patrimonio culturale rappresenta un fattore di debolezza in termini di governance, assetto indispensabile per garantire unitarietà strategica, contestualità attuativa e gestione integrata degli interventi previsti. Ritorna in ballo la debolezza dei sistemi di governance istituzionale a livello comprensoriale che solo in parte l’Unione dei Comuni può superare. Infine lo sforzo da compiere deve riguardare l’attrazione di investimenti privati per far crescere le imprese culturali nel mostro territorio”.