“Un grande progetto riformatore come quello che Forza Italia si incarica di realizzare per rinnovare il Paese e riportarlo sulla strada della crescita e dello sviluppo, non può non avere, oltre che una grande leadership, un corpo radicato sul territorio che interpreti a tutti i livelli questa aspettativa. Abbiamo la necessità di incrociare le persone, coinvolgerle, motivarle perché non siano semplici spettatori, ma protagonisti di una grande costruzione”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico (FI), intervenendo all’assemblea regionale del partito a Potenza, alla presenza dell’on. Raffaele Fitto. “ Un grande partito si alimenta di una leadership riconosciuta, e noi ce l’abbiamo, ma anche di programmi condivisi e di classi dirigenti pronte a coinvolgersi per attuarli nella concretezza delle differenti realtà regionali. Quest’ultimo dunque non e’ un tema divisivo, ma un sfida democratica che la realtà ci chiede per far crescere sia un protagonismo nazionale che una partecipazione di base. Anche in Basilicata alle ultime elezioni europee analizzando il risultato, pure così condizionato delle dinamiche nazionali, le percentuali si differenziano da centro a centro a seconda della presenza strutturata di gruppi dirigenti. A conferma che c’è un valore aggiunto tutto legato alla capacità di interpretare anche su scala territoriale il valore di un progetto nazionale. Ci accingiamo a costruire questa rete di persone presenti ovunque in regione che siano portatrici di un’istanza di libertà e di cambiamento che abbiamo l’obiettivo di interpretare”.
Anche in Basilicata, Forza Italia deve andare “Oltre”
Raffaele Fitto, che con le sue 284.547 preferenze è risultato il più votato al Mezzogiorno (battendo anche il quattro volte Europarlamentare Pittella), nell’Assemblea regionale di Forza Italia Basilicata ha lanciato un messaggio forte per un nuovo modello di partito. Si è pienamente sintonizzato con la platea, facendo autocritica, lanciando un’idea di partito “aperto” al confronto e alla valorizzazione delle esperienze che provengono “dal basso”, sollecitando l’apertura del dibattito interno sull’impronta culturale necessaria per definire la piattaforma dei valori e delle idee del centrodestra italiano, non dimenticando che bisogna ristabilire un dialogo autentico e proficuo col mondo giovanile che, in larga parte, non vota Forza Italia.
Per la prima volta un leader “nazionale” è venuto in Basilicata, dopo le elezioni, al fine di “ascoltare la base”. È proprio in virtù della franchezza, del coraggio e della lungimiranza dimostrate da Fitto che voglio offrire al dibattito che dovrà necessariamente svolgersi in Basilicata nelle prossime settimane (auspicando che ci siano occasioni mensili di confronto in Forza Italia) un modesto contributo di idee per il rilancio di un partito che vuole (e deve) andare “Oltre”.
1) Dobbiamo creare le condizioni per un partito realmente contendibile, che punti sul rinnovamento non come “necessità” (che pure si avverte e, fra non molto, sarà una condizione ineludibile) bensì come opportunità: oggi il confronto politico si gioca sulla modernità del linguaggio, sulla capacità di adattarsi al nuovo, sull’innovazione delle pratiche amministrative. Renzi vince perché rappresenta il “volto nuovo della sinistra” e la speranza del cambiamento. Il ricambio della classe dirigente (nel partito e nelle Istituzioni), pertanto, deve essere il punto di forza da cui partire per il rilancio di Forza Italia.
2) Ripartire dalle comunità locali: la classe dirigente va scelta, prioritariamente, attingendo dalle esperienze comunali, attraverso strumenti nuovi di partecipazione e di condivisione delle scelte (le primarie, ad esempio). Un’attenzione concreta deve essere rivolta alla presenza di “genere” e di “generazione” (giovani e donne) nel partito e nelle candidature alle elezioni amministrative e politiche.
3) Alzare il livello del dibattito interno ed esterno:
- Non dobbiamo avere timore della critica interna, il dibattito sia colorito anche da asprezze, da scontri sulle posizioni da assumere: non ci possiamo permettere di essere il partito dell’unanimismo di facciata o il partito in cui tutti la pensano allo stesso modo. Dobbiamo, con pazienza, costruire regole (condivise) in base alle quali le decisioni si assumono, insieme, a maggioranza ma dopo un ampio, reale, consapevole e persino tagliente dibattito.
- Anche il “confronto” con gli alleati e con gli avversari non può essere autoreferenziale: se vogliamo davvero costruire il partito liberale di massa in Basilicata, occorre che chi ci rappresenta nelle istituzioni discuta, anticipatamente, le grandi questioni regionali e nazionali. I lucani attendono riforme e scelte politiche capaci di generare sviluppo e lavoro,vogliono chevenga ripristinata la legalità nei luoghi della politica e delle istituzioni. A tal proposito, pensiamo davvero che il dibattito sulle grandi questioni regionali (l’utilizzo delle royalties, lo sforamento del patto di stabilità, il completamento delle infrastrutture, il rilancio delle politiche socio-sanitarie, le grandi questioni ambientali e così via) possa esaurirsi in Commissione o in Consiglio regionale? Ritengo, al contrario, che i nostri Consiglieri regionali si gioverebbero di una discussione preventiva su queste ed altre questioni, al fine di raggiungere posizioni e punti di equilibrio avanzati, condivisi e ampiamente sostenuti.
Mettiamoci al lavoro, dunque, con passione e spirito di servizio per coltivare l’ambizione della costruzione di un centrodestra moderno, più liberale e più solidale.
Vito Di Lascio