In sede redigente argomentati il Sistema museale regionale ed il Sistema regionale delle attività dello spettacolo dal vivo riferiti alla pdl su “Politiche regionali in materia culturale”. CPR di Palazzo San Gervazio e ASM altri temi affrontati nel corso dei lavori
Diversificati gli argomenti al vaglio dei componenti della quarta Commissione consiliare (Politica sociale) riunitasi con la presidenza del consigliere Gianni Perrino (M5s).
Si è iniziato con la convocazione della Commissione in sede redigente e la richiesta di audizione dei rappresentanti del Sistema museale della Basilicata in merito al Titolo II, Capo IV “Sistema Museale Regionale ed esame dei relativi articoli (dal n.20 al n.42) della proposta di legge n. 176 del 2023 “Politiche regionali in materia culturale”, d’iniziativa della consigliere Sileo.
Il responsabile ad interim della Direzione Regionale Musei Basilicata, Annamaria Mauro, ha fatto pervenire una nota nella quale sottolinea che “Considerata l’importanza della proposta di legge, trattandosi di materia (’valorizzazione dei beni culturali’) riservata alla legislazione concorrente di Stato e Regioni, ex articolo 117 Costituzione, la Direzione ritiene necessario ed importante inviare le proprie osservazioni volte a coordinare ed armonizzare la disciplina del sistema museale regionale con quella nazionale, anche alla luce delle opportunità che il PNRR può apportare alla valorizzazione del patrimonio culturale, nel rispetto delle prerogative regionali”.
Presentato un emendamento all’articolo 31 comma3, proponendo di aggiungere la lettera e) resta ferma la necessità di rispettaregli standard minimi previsti dal decreto 118/2018 del Ministero della Cultura per poter aderire al sistema museale nazionale. Altro emendamento all’articolo 38 comma 4. La Giunta regionale con proprio provvedimento definisce funzioni e modalità di istituzione dei sistemi museali e i requisiti per accedere all’organizzazione museale regionale, in coerenza con la disciplina statale contenuta nel decreto 118/2018.
“Il raggiungimento dei requisiti minimi per il riconoscimento regionale e statale permetterà il rafforzamento strutturale del sistema museale, l’organizzazione a rete e la valorizzazione delle realtà locali, garantendo una permanenza nel tempo e la migliore qualità dei servizi erogati”.
Ha fatto seguito l’audizione dei componenti dell’Osservatorio Regionale dello Spettacolo in merito al Titolo III, Capo I “Sistema regionale delle attività dello spettacolo dal vivo” con l’esame dei relativi articoli (dal n.43 al n. 48) sempre della proposta di legge n.176 del 2023.
Saverio Vizziello, rappresentante dell’Osservatorio Regionale dello Spettacolo, pur ritenendo positiva la proposta di legge che racchiude una normativa disparata e parla di un Piano triennale ha evidenziato “le criticità concernenti la composizione delle commissioni giudicatrici delle proposte che mancano di tecnici, vedi docenti di conservatorio, al fine di garantire una alta professionalità. Da rilevare, poi, il fatto che per accedere ai fondi regionali basta operare in regione, anche in assenza della residenza di sede associativa in Basilicata, penalizzando gli operatori della regione ed il finanziamento di una sola delle due orchestre lucane, nonostante entrambe ufficialmente riconosciute. Notevole, infine, il disagio dei lavoratori dello spettacolo per il ritardo nella concessione dei fondi”.
Presenti anche Giovanni Letterelli, in rappresentanza dei sindacati del settore, che ha lamentato “la mancata convocazione dell’Osservatorio e di non aver ricevuto copia della proposta di legge” e Vito Ciuffreda dell’AGIS, Associazione Generale Italiana Spettacolo.
La Commissione, in virtù della presenza di emendamenti riguardanti anche articoli già approvati nelle precedenti sedute, ha deciso di riesaminare la proposta di legge dall’inizio, portando a termine tutte le audizioni prima di votare gli articoli nella loro completezza.
Auditi, quindi, i rappresentanti delle associazioni territoriali per i diritti umani, sulla situazione del CPR, Centro di permanenza per il rimpatrio, di Palazzo San Gervasio, Angela Maria Bitonti e Savino Tritto.
Davvero “allucinante”, ed è dir poco, il quadro che ne è scaturito. “Del tutto inevaso l’articolo 13 della Costituzione in materia di accoglienza in merito alla inviolabilità della libertà personale, limitazione e privazione della libertà amministrativa per persone che non hanno commesso alcun reato, ma sono solo privi di permesso di soggiorno e che vengono trattenute con modalità e tempi che sollevano seri dubbi di legittimità costituzionale. Forti criticità, inoltre, in merito al Diritto di difesa che viene limitato nella sua esplicitazione ed ha l’effetto collaterale di far confluire le richieste in capo a pochi difensori di ufficio presenti sul posto. Non rispettato il Diritto alla salute con notevole diffusione di patologie a carattere psichico e psichiatrico con il ricorso forzato a tranquillanti e psicofarmaci. Condizioni igieniche indecenti ed impossibilità per gli avvocati di avere accesso ai moduli abitativi, colloquiando in un apposito gabbiotto con gli ospiti del CPR che non hanno diritto all’uso del cellulare personale. Quella di Palazzo San Gervasio è una situazione particolare, peggiore, e di molto, rispetto ad altri centri aggravata dall’allungamento dei termini di trattenimento previsto dalle ultime normative”.
“Il CPR di Palazzo San Gervasio, un lager di Stato”, è stata la conclusione degli intervenuti che hanno chiesto “la vigilanza da parte dei consiglieri regionali sul modo in cui avvengono i controlli ed una puntuale attenzione per la situazione disumana in cui vivono i migranti, avendo ora la possibilità, al pari dei parlamentari di poter visitare il centro”.
Ultimo argomento dibattuto la Delibera dell’Azienda sanitaria di Matera n. 961 del 2023. Audito, a tal proposito, il commissario straordinario dell’ASM, Maurizio Friolo.
In presenza di nove concorsi da espletare per l’attribuzione di posizioni apicali e con l’approvazione di una nuova normativa, si è deciso di riaprire i termini per la quasi totalità. L’altra strada percorribile era l’annullamento dei concorsi con tutte le domande presentate. La riapertura dei termini ha comportato che chi non aveva presentato domanda e maturato, nel frattempo i requisiti, potesse farlo ora e che chi, viceversa aveva già presentato l’istanza di partecipazione, potesse integrare la documentazione con eventuali nuovi titoli maturati. La nuova normativa prevede che la Commissione giudicatrice debba stilare una graduatoria circostanziata, limitando la discrezionalità del Direttore generale.
“Ascoltando il commissario Friolo – ha detto il presidente Perrino – che ha argomentato le spiegazioni che hanno portato alla riapertura dei termini per parte degli avvisi per il primariato delle unità operative complesse dell’ASM e pur comprendendo le motivazioni, nello specifico la mutazione del quadro normativo nazionale, non può passare sotto silenzio la circostanza che ha visto ben nove concorsi congelati, alcuni dei quali addirittura dal 2019. Per evitare – ha aggiunto – che in ogni azienda sanitaria si proceda secondo criteri differenti rispetto alla conclusione dell’iter degli avvisi, sarebbe opportuno da parte del Consiglio regionale legiferare per garantire uniformità nelle scelte e decisioni adottate”.
Il consigliere Braia ha rimarcato “l’incapacità amministrativa che ha causato il grave ritardo nell’espletamento dei concorsi e nella chiusura delle procedure atte a nominare i tre primari di cui l’ASM ha assolutamente bisogno. La decisione di riaprire i termini avrà quale conseguenza una ulteriore e notevole perdita di tempo, è pertanto opportuno ritirare la delibera Asm 961/2023, anche perché non sono chiare le motivazioni, le necessità o gli obiettivi concreti della scelta inerente la riapertura dei tre avvisi dopo tre anni”.
Hanno partecipato ai lavori delle Commissioni, oltre al vicepresidente Perrino (M5s), i consiglieri Leone (Fdi), Cifarelli (Pd), Trerotola (Pl), Polese (Iv), Bellettieri (Fi), Fuina (Lega), Braia (Iv).
Potenza 30 novembre 2023