L’organismo consiliare ha approvato alla unanimitàil disegno di legge che prevede per il 2021 entrate per 5.649.397,12 euro, per il 2022 4.271.000,00 euro e pari importo per il 2023
Via libera alla unanimità con i voti di FI, FdI e Lega al disegno di legge “Bilancio di previsione finanziario per il triennio 2021/2023 dell’Apt”. Il totale generale delle entrate previste per il 2021 ammonta a 5.649.397,12 euro, per il 2022 a 4.271.000,00 euro e di pari importo per il 2023. Il totale generale delle spese previste per gli esercizi finanziari 2021, 2022 e 2023 è pari al totale generale delle entrate. Il concorso regionale alle spese di funzionamento dell’Apt è stabilito in 2,6 mln di euro per ciascuno degli esercizi finanziari 2021, 2022 e 2023. Le altre entrate derivanti da trasferimenti correnti riguardano il finanziamento di 100 mila euro per contributo da parte della Regione Basilicata alle Pro-Loco e all’Unpli e il finanziamento di 252,5 mila euro per il progetto Be.CULTOUR, approvato dalla Commissione Europea del Programma Quadro Unione Europea HORIZON 2020, coordinato dal CNR IRISS, in qualità di capofila del partenariato. L’obiettivo del progetto è quello di sviluppare strategie specifiche per promuovere la comprensione del turismo culturale. Le entrate derivanti da rimborsi ed altre entrate correnti riguardano prevalentemente il rimborso delle quote dei co-espositori per le iniziative promozionali dell’Agenzia, quali la partecipazione a fiere, borse e workshop (51 mila euro). Ammontano a circa 975,8 mila euro le entrate derivanti da trasferimenti da parte della Regione Basilicata per le iniziative di valorizzazione, promozione e comunicazione del patrimonio culturale intangibile della Basilicata, degli attrattori storici e del turismo balneare.
Per quanto riguarda le spese correnti, le previsioni – si legge nella relazione al documento contabile – sono state formulate sulla base dei contratti in essere (personale, utenze, contratti di servizio), delle spese necessarie per l’esercizio delle funzioni fondamentali, delle istanze dei vari responsabili, opportunamente riviste alla luce delle risorse disponibili e delle scelte della Direzione. Il totale generale delle spese previste per gli esercizi finanziari 2021, 2022 e 2023 è pari al totale generale delle entrate.
Rendiconto 2019 Parco Chiese rupestri, sì da Consiglio atti contabili
Il documento contabile evidenzia un avanzo di amministrazione pari a euro 773.154,90
Il Consiglio regionale della Basilicata ha approvato alla unanimità con il voto favorevole di FI, Lega, FdI, il disegno di legge “Rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2019 dell’Ente di gestione del Parco archeologico storico naturale delle Chiese rupestri del materano”.
Il Rendiconto evidenzia un avanzo di amministrazione pari a euro 773.154,90. Di tale avanzo, la somma di euro 3.131,63 è stata accantonata a “Fondo crediti di dubbia esigibilità” e si riferisce al saldo del contributo per attività di riforestazione all’interno del parco, finanziato dall’Associazione Treedom Foundation Onlus. La somma di euro 603.830,42 è stata vincolata con attribuzione del vincolo da trasferimenti e si riferisce a progetti finanziati dalla Regione Basilicata nell’ambito della programmazione Po Fesr 2014/2020. La parte disponibile dell’avanzo di amministrazione, che ammonta a euro 166.192,85, deriva da economie di spesa della gestione ordinaria, nonché da parte dell’avanzo libero registrato nel rendiconto dell’esercizio precedente.
Successivamente l’organismo consiliare ha licenziato a maggioranza (voto favorevole dei consiglieri Acito, Sileo, Coviello, Bellettieri, Cariello; voto contrario del consigliere Braia; astensione della consigliera Carlucci) la delibera di Giunta regionale afferente il “Piano rientro disavanzo presunto di amministrazione al 1/1/2021”.
Il disavanzo presunto di amministrazione determinatosi al 1/1/2021 è pari a 62.970.431,15 euro ed è consequenziale ai risultati di gestione definitivi e presunti rilevati, rispettivamente, nei rendiconti 2018 e 2019. Tale disavanzo – si legge nella relazione illustrativa – si è determinato a causa dei maggiori oneri che, all’esito delle ultime due parifiche della Corte dei Conti, hanno imposto alla Regione di effettuare maggiori vincoli e accantonamenti sul risultato di amministrazione, in ordine a spese del personale, contenzioso e fondo crediti dubbia esigibilità, inizialmente non inseriti nelle quote accantonate e vincolate del risultato di amministrazione. La copertura del Piano di rientro viene assicurata nell’anno 2021 per 3 milioni di euro, a valere su economie di spesa riferite a trasferimenti agli enti del sistema regionale, nell’esercizio 2022 la copertura viene garantita per 30 milioni di euro, a valere su riduzioni di uno stanziamento di spesa destinato ad arretrati, nel 2023 la copertura di circa 30 milioni di euro viene garantita con economie sulle spese in materia di forestazione e sui trasferimenti agli enti del sistema regionale.
Norme in materia di energia, Consiglio approva pdl
Con il testo normativo si dettano modifiche alla L.R. n.1/2010 (Norme in materia di energia e Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale) e alla L.R. n.8/2012 (Disposizioni in materia di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili)
Il Consiglio regionale ha approvato, oggi, alla unanimità (con14 voti favorevoli di FI, Lega, FdI,M5s e Pl) una proposta di legge che detta modifiche alla legge regionale n.1/2010 (Norme in materia di energia e Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale) e alla legge regionale n.8/2012 (Disposizioni in materia di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili). Il testo normativo approvato è il frutto di tre proposte di legge di iniziativa, le prime due dei consiglieri Acito, Bellettieri e Piro (Fi) e la terza del consigliere Aliandro (Lega).
Contemperare l’esigenza di limitare l’impatto ambientale derivante dall’impiego di notevoli porzioni del territorio regionale per impianti di fotovoltaico con quella di incentivare l’utilizzo delle fonti energie rinnovabili (FER): è l’obiettivo che ci si prefigge di raggiungere con la pdl licenziata dalla massima Assise territoriale. “E’ apparso opportuno – viene evidenziato nella relazione illustrativa – procedere a ridimensionare il criterio già previsto dalla normativa per razionalizzare la realizzazione di impianti fotovoltaici e per contenerne l’impatto, limitatamente alle aree particolarmente sensibili a questa tipologia di impianti. Rimane fermo l’assetto normativo per il quale è nell’ambito del procedimento unico la sede propria della valutazione caso per caso della fattibilità di tali tipi di impianti”.
Con l’articolo 1 vengono apportate alcune modifiche al Piano di indirizzo energetico regionale (Piear). In particolare la potenza massima dell’impianto potrà essere aumentata del 20 per cento qualora i progetti comprendono interventi a supporto dello sviluppo locale, commisurati all’entità del progetto, ed in grado di concorrere, nel loro complesso, agli obiettivi del Piear. La Giunta regionale provvederà a definire le tipologie, le condizioni, la congruità e le modalità di valutazione e attuazione degli interventi di sviluppo locale. I procedimenti in corso al 120esimo giorno successivo all’entrata in vigore della legge sono conclusi ai sensi della previgente normativa qualora riferiti a progetti completi della soluzione di connessione. In attuazione della legge regionale n.32/2018, al fine di agevolare la costituzione di “distretti energetici” o “valli energetiche” per lo sviluppo delle tecnologie e la produzione di “idrogeno” in Basilicata, il dipartimento ambiente effettua uno studio di valutazione per la estensione della previsione ad aree contermini alle zone industriali o aree industriali dismesse non superiori a 2 chilometri.
Con l’articolo 2 si prevede di rendere la produzione di energia elettrica regionale maggiormente efficiente, attraverso “l’adeguamento dei requisiti minimi previsti per la costruzione e l’esercizio di impianti eolici alla convenienza economica dell’impianto stesso, che fa affidamento principalmente sulla disponibilità del potenziale di vento e sul rendimento di una turbina eolica ed evitando, così, il divario tra installato e produzioni effettive. Ridefiniti, pertanto, i parametri e precisamente: superiori ai 6 m/s per la velocità media annua del vento a 25 m dal suolo superiore e a un minimo di 2500 ore equivalenti di funzionamento dell’aerogeneratore. Aumentato anche il periodo di rilevazione a tre anni. “L’aumento – viene precisato nella relazione – risulta congruente con l’aleatorietà del fenomeno ‘vento’ conseguente a condizioni di origine estremamente variabili e mira a un efficientamento della produzione regionale di energia da eolico”.
L’art.3 abroga la lettera b) comma 1 dell’art.11 (Potenze installabili) della legge regionale n.8/2012 (Disposizioni in materia di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili). “L’articolo3 – si legge sempre nella relazione illustrativa – si rende necessario al fine di dare contezza dell’effettivo raggiungimento delle soglie previste nel Piear circa la potenza di energia prodotta da fonti rinnovabili alla Regione Basilicata senza incidere sulle autorizzazioni ancora da approvare. L’esclusione degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili di potenza nominale non superiore a 200 kW dal computo dell’incremento di produzione, di cui alla parte III, paragrafo 1.2.3. tabella 1-4 del Piear, non trova giustificazione alcuna. Includere, quindi, come altre Regioni fanno da sempre, anche gli impianti al di sotto dei 200 MW nel computo per il raggiungimento delle predette soglie non comporta pregiudizio alcuno ma favorisce una rappresentazione reale della produzione di eolico”.
Sono intervenuti nel dibattito i consiglieri Braia, Acito, Quarto, Sileo, Perrino.