Riportiamo di seguito i provvedimenti approvati nell’ultima seduta del Consiglio regionale della Basilicata.
Sostegno scuole paritarie infanzia, si del Consiglio.
Il provvedimento stabilisce criteri e modalità per gli interventi relativi all’anno scolastico 2016/2017
Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una delibera della Giunta regionale che stabilisce criteri e modalità per gli interventi di sostegno al funzionamento delle scuole dell’infanzia paritarie, cioè le istituzioni scolastiche non statali. Lo stanziamento previsto è di 135 mila euro (90 mila per le scuole paritarie dell’infanzia e 45 mila per le scuole paritarie comunali dell’infanzia), che saranno assegnati alle scuole paritarie che abbiano funzionato nell’anno scolastico 2016/2017, accolgano minori che abbiano compiuto tre anni e non abbiano ancora raggiunto l’età per l’iscrizione alla scuola dell’infanzia, abbiano il riconoscimento di “scuola paritaria” da parte del Ministero dell’Istruzione, operino nel rispetto delle norme sull’autonomia scolastica ed in materia di sicurezza ed agibilità dell’immobile, garantiscano il funzionamento per la durata dell’anno scolastico e dispongano di insegnanti in possesso del titolo specifico previsto dalla normativa sul sistema pubblico dell’istruzione.
L’obiettivo è quello di favorire e sostenere l’inserimento, anche nelle scuole paritarie, a partire dalla scuola dell’infanzia, dei bambini diversamente abili, supportare e agevolare le scuole paritarie nell’erogazione di ogni tipo di servizio connesso alla gestione, in particolare nei Comuni dove non esiste alcuna scuola dell’infanzia statale o comunale e favorire l’assunzione del personale. In questo senso si prevede di assegnare un contributo di 3 mila euro per ogni alunno in situazione di handicap che necessita di un insegnante di sostegno, un contributo per le scuole paritarie presenti in Comuni dove non esistono altre tipologie di scuole statali o comunali, un contributo di mille euro per le scuole che hanno previsto le fasce di reddito per la mensa scolastica. Inoltre, il 45 per cento del fondo sarà diviso per il numero delle scuole, il 35 per cento per il numero delle classi e il 10 per cento sarà ripartito proporzionalmente per le spese sostenute per il personale regolarmente assunto.
Emergenza cinghiali, il Consiglio approva pdl Robortella
Previste “adeguate forme di gestione faunistico-venatoria e di controllo”, anche attraverso l’adozione di un piano di prelievo selettivo
Il Consiglio regionale ha approvato maggioranza (con 11 voti favorevoli di Pd, psi, Ri, Pp e Pace del Gm e 2 voti contrari dell’M5s) una proposta di legge sulle “Misure straordinarie per contrastare l’emergenza cinghiali in Basilicata”, d’iniziativa del consigliere Robortella (Pd).
Con il provvedimento si individuano le aree vocate e quelle non vocate (zone problematiche per una o più specie di ungulati selvatici); si realizzano, attraverso adeguate forme di gestione faunistico-venatoria e di controllo, gli obiettivi previsti nelle aree a diversa vocazione; si monitorano le azioni condotte per valutarne l’efficacia in termini di riduzione dell’impatto di tali specie nei confronti della biodiversità e delle attività antropiche, con particolare riferimento ai danneggiamenti alle colture e alle attività agricole, alle opere destinate all’agricoltura, alle attività selvicolturali e alla viabilità nelle aree non vocate e vocate; si favorisce la creazione di percorsi di filiera relativi alla gestione delle carni degli ungulati selvatici e la valorizzazione della risorsa.
Per consentire il prelievo selettivo la Giunta regionale, previo parere dell’Ispra, approva annualmente, con riferimento alle aree non vocate e non soggette a divieto di caccia, un piano di prelievo selettivo. L’utilizzo delle diverse metodologie di caccia viene deciso dalla Regione in accordo con gli Atc (Ambiti territoriali di caccia) o con i gestori degli istituti privati e il soggetto che coordina gli interventi. Nelle aree vocate i piani di prelievo sono realizzati nel rispetto del calendario venatorio.
“Ecomusei, case di comunità”, approvata proposta di legge
Il testo, proposto da Lacorazza (Pd), definisce un luogo di comunità con la forma dei musei permanenti, mirante a studiare, conservare e promuovere l’identità collettiva e il patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico locale
Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una proposta di legge d’iniziativa del consigliere Lacorazza (Pd) in materia di “Ecomusei, case di comunità”.
La tutela del territorio da parte delle singole comunità, insieme alla valorizzazione delle specificità locali costituiscono i tratti fondativi del progetto normativo che è teso a creare le condizioni per un patto con il quale la comunità si prende cura di un territorio. In questa prospettiva, il modello ecomuseale va a connotarsi come realtà orientata a favorire lo sviluppo sostenibile del territorio, attraverso la valorizzazione e la messa in rete delle dinamiche culturali locali, la creazione di sinergie con il settore turistico, l’attenzione all’ambiente e la promozione delle logiche della sostenibilità. “L’ecomuseo – si legge all’art.2 della legge – è un luogo di comunità avente la forma dei musei permanenti, mirante a studiare, conservare e promuovere l’identità collettiva e il patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico locale”.
Con la proposta di legge si mira a creare una rete locale di esperienze di cittadinanza attiva per sensibilizzare alla lettura del valore del paesaggio le popolazioni che vi abitano e per innescare processi di cooperazione e scambio all’interno delle stesse comunità, con particolare attenzione al mondo della scuola e alle esperienze di alternanza scuola lavoro. Il testo normativo prevede anche la promozione degli “Statuti dei luoghi” (uno strumento a carattere normativo adottato dalle Amministrazioni locali e redatto attraverso un percorso che ha lo scopo di facilitare la comunità nel ri-costruire ed esprimere la consapevolezza di sé e del luogo per individuare ciò che ha un valore, una storia, un significato da difendere), la tutela e valorizzazione del patrimonio idrico lucano, a partire dai laghi e il sostegno a processi e progetti che attraverso la cultura, la valorizzazione del paesaggio e l’ambiente favoriscano politiche di coesione sociale e di inclusione di persone con disabilità.
Le risorse e il sostegno alle attività (100 mila euro per il 2019) sono individuate nella programmazione prevista dalla L.R. 22/1988 “Norme per la programmazione e lo sviluppo delle attività educative e culturali sul territorio regionale”, L.R. 37/2014 “Promozione e sviluppo dello spettacolo” e L.R. 27/2015 “Disposizioni in materia di patrimonio culturale, finalizzate alla valorizzazione, gestione e fruizione dei beni materiali ed immateriali della Regione Basilicata”. Le spese per la realizzazione delle attività degli Ecomusei vengono coperte da fondi messi a disposizione dalla Regione Basilicata a valere sui Programmi operativi comunitari Fesr, Fse, Feasr e Fsc.
Abolizione listino, approvata modifica art. 25 Statuto
La modifica della norma statutaria, coerente con le norme contenute nella nuova legge elettorale regionale, prevedono anche l’attribuzione di un premio di maggioranza alla coalizione di cui è espressione il candidato eletto Presidente
“La legge disciplina i criteri per la presentazione delle candidature e promuove un sistema elettorale ispirato ai principi di governabilità, di piena rappresentanza democratica e di tutela della minoranza, alla rappresentanza dei territori e alla rappresentanza dei due generi. I consiglieri sono eletti a suffragio universale e diretto mediante liste provinciali di candidati. La legge elettorale prevede un premio di maggioranza attribuito alla coalizione di cui è espressione il candidato eletto Presidente della Regione e che verrà attribuito con esclusivo riferimento alle liste Provinciali”. E’ questo il nuovo testo del comma 2 dell’articolo 25 dello Statuto della Regione Basilicata.
La modifica di questo articolo, proposta dai consiglieri Napoli e Castelluccio e coerente con le norme contenute nella nuova legge elettorale regionale (legge regionale n. 20/2018), è stata approvata, oggi, in seconda lettura dal Consiglio regionale all’unanimità.
Il progetto normativo, composto di un solo articolo, pone l’attenzione sul cosiddetto “listino regionale”, “un meccanismo elettorale – si legge nella relazione al provvedimento -, attraverso il quale in Consiglio regionale, in spregio ai più elementari canoni della democrazia, entrano a far parte consiglieri che, non eletti direttamente dal corpo elettorale, sono designati dai partiti”.
“Tale scelta e la connessa impossibilità per i partiti politici di attribuire seggi in Consiglio regionale a quanti non siano stati eletti direttamente dal corpo elettorale – viene precisato nella relazione – giova, nelle intenzioni del legislatore, a porre rimedio al fenomeno della deresponsabilizzazione dei rappresentanti non eletti rispetto alle esigenze delle comunità di riferimento ed è in linea con i principi ispiratori della maggior parte delle leggi elettorali emanate dalle altre Regioni italiane a statuto ordinario che hanno legiferato in materia”.
Gestione dei rifiuti, il Consiglio approva nuova disciplina
Adeguata la normativa regionale alle disposizioni europee e statali in materia di rifiuti, siti contaminati e rischio amianto
Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (con 12 voti favorevoli di Pd, Psi, Ri, Pp e Pace del Gm e 3 astensioni di M5s e Napoli) un disegno di legge della Giunta riguardante le “Norme di attuazione della parte IV del Decreto legislativo in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati ‘Norme in materia ambientale’ e della legge n. 257/1992 sulle norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto”.
Obiettivo del dettato normativo, che si compone di 70 articoli e che è stato integrato con una serie di emendamenti proposti anche dal Dipartimento Ambiente, è quello di adeguare la normativa regionale alle disposizioni europee e statali in materia di rifiuti, siti contaminati e rischio amianto, disciplinando in modo armonico le relative funzioni regionali e portando a coerenza le norme sui rifiuti e sulla bonifica con il Piano regionale dei rifiuti.
Il provvedimento punta tra l’altro a rafforzare la funzione programmatoria e pianificatoria, chiarendola nei suoi vari aspetti strutturali e gestionali, e a stabilire la gerarchia dei livelli di pianificazione, articolata in ‘Criteri per l’individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti’, ‘Piano regionale dei rifiuti’ e ‘Piano d’ambito’. Particolare rilevanza assumono i criteri definiti dalla Regione per la individuazione, da parte delle Province, delle aree e dei siti non idonei alla localizzazione delle diverse tipologie di impianto di smaltimento e di recupero dei rifiuti, nonché per la definizione dei luoghi o impianti idonei allo smaltimento, tenendo conto dei vigenti strumenti di pianificazione ambientale, territoriale e paesaggistica.
Nel breve dibattito che ha preceduto l’approvazione del provvedimento sono intervenuti i consiglieri Napoli e Lacorazza (Pd) e l’assessore all’Ambiente Pietrantuono.