“Il dibattito sulla legge di stabilità deve fare i conti con la condizione reale in cui versano le famiglie e le imprese italiane e con lo stesso giudizio espresso dalla Commissione Europea sugli squilibri del sistema Italia. Squilibri che riguardano il rapporto debito/pil, le esportazioni e la disoccupazione. Il debito cresce, si continuano a perdere quote di mercato e la disoccupazione ha raggiunto livelli di allarme soprattutto, per quella giovanile e per le aree del Mezzogiorno. In una parola l’economia italiana continua ad essere inchiodata in un contesto di crescita ed inflazione bassa che rischiano di influenzare negativamente il funzionamento dell’economia della zona euro”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico (FI), componente Commissione Bilancio della Camera. “La verità è che il governo Renzi non è riuscito a cambiare verso sia sul fronte della qualificazione della spesa, attraverso riforme vere sul lato della spesa pubblica, sia sul lato della pressione fiscale che ha raggiunto livelli insostenibile sulle famiglie e sulle imprese. Solo sulla casa la tassazione si è triplicata generando un gettito complessivo che è passato da 10 miliardi del governo Berlusconi a 30 miliardi circa con l’attuale governo. Ma le stesse decisioni contenute in questa legge di stabilità di proseguire nel taglio alle regioni ed agli enti locali si trasformeranno inevitabilmente in nuove imposte sulle famiglie e sulle imprese. Resta la ferita del ruolo del Mezzogiorno che anziché essere aiutato sulla via della crescita deve subire l’affronto del ridimensionamento dei fondi strutturali, gli unici disponibili per aiutare lo sviluppo, utilizzati per correggere i saldi della manovra finanziaria. In concreto Renzi oltre gli annunci non realizza né le riforme, per qualificare la spesa, né un negoziato di alto profilo per trattare con l’Europa, almeno nel semestre italiano, nuove condizioni di finanza pubblica per garantire investimenti a sostegno delle infrastrutture e delle imprese”.