Mario Di Dio, coordinatore regionale dei Verdi della Basilicata, esprime alcune riflessioni sul dibattito in corso per la nuova legge elettorale con cui andare al voto per rinnovare il Governo nazionale. Di seguito la nota integrale.
Legge elettorale. A mio parere il premio di maggioranza andrebbe assegnato alla coalizione, alla Camera e al Senato, rispettando i dettami costituzionali: così si avrebbe negli schieramenti una corretta articolazione delle posizioni. Questo accordo, in Parlamento, dovrebbe essere il più largo possibile e dovrebbe contemplare ovviamente la collaborazione delle forze di opposizione. E’ interesse dell’Italia che ci siano aree politiche ampie non vincolate alle posizioni estreme che possano puntare al 40%.
Per uno come me ,che ha il centrosinistra nel sangue, tale premio alla coalizione (mi rendo conto) vuol dire “Ulivo” ed è questo il fantasma che in questi anni ha agitato i sogni dei renziani, ma anche dei grillini. Certo,chi come me ha rimpianto e rimpiange l’Ulivo ricorda che a far fallire quei governi furono le coalizioni e che per superarle si fece nascere, a mio avviso troppo in fretta, il Pd. Troppo in fretta perché un progetto di tale portata e importanza per il Paese e per il centrosinistra andava forse corretto, forse emendato, sicuramente migliorato , forse potato ,ma soprattutto bisognava continuare a coltivarlo, (visto che l’ulivo è una pianta secolare), e non estirparla come si è fatto.
Oggi consensi alla proposta di Franceschini vengono da diverse parti e dal fronte del centrodestra. Un plauso chiaro è arrivato dal capogruppo di FI alla Camera, Renato Brunetta. Diversi sono le note positive che si possono raccogliere alla proposta Franceschini. Ricordo Nunzia di Girolamo, da Stefano Parisi e altri. La linea Franceschini viene salutata positivamente da Angelino Alfano e il suo partito, ma anche da FI, che vede nell’apertura del confronto parlamentare la possibilità di evitare urne a giugno, cosa che provoca l’ira di Luigi Di Maio ed M5s. Dopo il “Renzi furioso” dei giorni scorsi, tutto proteso a elezioni immediate con i due sistemi elettorali usciti dalla Consulta, oggi emerge un ex premier più incerto sulla data del voto e sulla possibilità di approvare una nuova legge elettorale. Franceschini ha lanciato una proposta: si introduca il premio alla coalizione, e a quel punto si puo’ ragionare anche su un voto a giugno. Una proposta avanzata anche da Beppe Fioroni, leader del Popolari del Pd.
Mi chiedo se questa proposta venga dal fatto che il PD abbia preso piena consapevolezza che una stagione è finita e che bisognerebbe lavorare da subito alla costruzione di una coalizione di centrosinistra definita da una cornice programmatica. Una coalizione che escluda solo chi si esclude. Che questo dia vita ad una coalizione di liste o a una lista coalizionale lo deciderà la legge elettorale. Certo il questo percorso è difficilissimo, ma bisogna provarci. Alla fine, primarie di coalizione per decidere quale dipinto inquadrare nella cornice comune.
Attualmente è il dibattito interno al Pd a tenere in sospeso tutto questo ragionamento sulla legge elettorale: se infatti il ministro Dario Franceschini ha proposto che il Pd si presenti alle elezioni in coalizione, con conseguente spostamento del premio della legge elettorale dalla lista alla coalizione, il presidente Dem Matteo Orfini ha frenato, insistendo su un sistema che induca i singoli partiti a misurarsi con gli elettori, premiando eventualmente quello più votato.
I “giovani turchi” hanno depositato una proposta di legge che non prevede le coalizioni, ma un proporzionale con un premio di 90 seggi al partito più votato. Quest’ultimo potrebbe non raggiungere la maggioranza assoluta, ma sarebbe comunque facilitato a formare coalizioni dopo il voto con i partiti meno distanti.
Si tratta di una proposta simile alla Pdl di Ap e che potrebbe non dispiacere a Fi. Ma se dovesse saltare tutto, quasi minaccia Orfini, il Pd potrebbe comunque correre alle urne con l’attuale sistema, puntando al 40%: “abbiamo mostrato di poterlo raggiungere”. Oggi, giovedi 9 febbraio, in commissione Affari costituzionali partirà la discussione alla Camera. Il relatoresarà Andrea Mazziotti che illustrerà le 16 proposte di legge finora presentate, in attesa delle motivazioni della sentenza della Corte, vedremo e speriamo che prevalga il buonsenso e non la “voglia di fare da soli”.