“La sollecitazione dell’Associazione Famiglie Fuori-Gioco alla più rapida e completa applicazione della legge regionale che mira a realizzare una efficace prevenzione e riduzione del rischio legato al gioco d’azzardo patologico, contrastarne la dipendenza e assicurare la cura e la riabilitazione delle persone affette da tale patologia, ci trova convinti sostenitori di un’iniziativa che è in forte sintonia con la nostra proposta di legge di iniziativa popolare depositata il 29 gennaio 2014 con oltre 100 mila firme”. Lo afferma il segretario regionale di Italia dei Valori Maria Luisa Cantisani ricordando che “nella nostra proposta riserviamo grande attenzione alle associazioni riconosciute sia dalle Regioni che dallo Stato operanti nella lotta alle dipendenze del gioco d’azzardo, perché specie dall’associazionismo, che noi di IdV incoraggiamo, può venire un’efficace attività di prevenzione come dall’Osservatorio regionale che sarà istituito.
Per Idv “il gioco d’azzardo legalizzato, terza industria italiana per fatturato, ha raggiunto costi sociali e personali ormai insopportabili, compresa la rovina di tante persone, fino al suicidio. La crisi economica non frena questo fenomeno, anzi ne è moltiplicatrice poiché si tenta la fortuna per disperazione anche in tante famiglie povere, che si impoveriscono sempre di più. Governi di diverso colore, per reperire ulteriori gettiti fiscali, hanno prodotto una valanga di legalizzazioni di nuovi giochi d’azzardo, anche online, creando la figura dello Stato-Biscazziere, mentre numerose associazioni, tanti Sindaci con il loro Manifesto, e alcuni consigli regionali, si sono pronunciati per il contrasto al gioco d’azzardo. Solo alcuni degli impressionanti numeri che riguardano il fenomeno: quasi 100 miliardi di fatturato, 4% del Pil nazionale, 8 miliardi di tasse, 12% della spesa delle famiglie italiane, 15% del mercato europeo del gioco d’azzardo, 4,4% del mercato mondiale, 400.000 slot-machines, 6.181 locali e agenzie autorizzate, 15 milioni di giocatori abituali, circa 800.000 i giocatori affetti da ludopatia, da 2 a 3 milioni a rischio patologico, 5-6 miliardi l’anno necessari solo per curare i dipendenti dal gioco patologico (ludopatici), oltre ad altri costi indotti”.
Cantisani afferma inoltre che “la nostra battaglia proseguirà sino a quando il Parlamento discuterà la proposta di legge nazionale ed accetterà di considerarla un valido strumento immediatamente applicabile su tutto il territorio. I video poker e le slot machines causano infatti un doppio danno: da un lato impoveriscono i giocatori e dall’altra influiscono in maniera negativa sui luoghi d’aggregazione, producendo l’isolamento culturale dei giocatori ed impedendo la generazione di rapporti sociali. Questo si traduce in un costante aumento dei costi in termini sociali e sanitari. A questo si aggiunga anche il lucrare senza scrupoli della criminalità organizzata che trae profitti attraverso il riciclo di denaro sporco come testimoniano le inchieste giudiziarie di Potenza, del Vulture-Melfese e del Materano contro clan che hanno aperto sale-giochi di ogni genere”.