«Finanziamenti per il ripristino dei cammini storici che collegano i piccoli comuni, recupero dei borghi con interventi antisismici e diverse misure a sostegno dei prodotti tipici locali, incentivo della filiera corta e la valorizzazione delle attività pastorali di montagna finalizzate alla produzione di formaggi di qualità: sono i principali risultati ottenuti dal MoVimento 5 Stelle nella legge sui piccoli comuni nata da un lavoro congiunto in Commissione Ambiente e approvata ieri al Senato»: è quanto sottolinea la deputata lucana del M5S Mirella Liuzzi, commentando la proposta di legge che porta la firma anche del Movimento 5 Stelle con la prima firmataria Patrizia Terzoni
«Il disegno di legge siglato anche dal M5S, regala oggi a circa 5500 piccoli comuni con meno di 5mila abitanti una grande opportunità per il futuro. Il provvedimento interessa in particolar modo anche la Basilicata che su 131 comuni, ne conta ben 102. Posti meravigliosi che troppe volte rimangono fuori dai riflettori e che invece offrono piacevoli itinerari ricchi di arte, sapori e testimonianze dell’Italia meridionale. Abbiamo rischiato che il testo finisse per arenarsi anche in questa legislatura, ma abbiamo portato avanti con costanza un lavoro incessante in Parlamento e sul territorio, confrontandoci con tutte le realtà locali, e questo ci ha permesso di non mollare la presa» continua Liuzzi.
Per accedere ai finanziamenti, i sopracitati comuni – che occupano il 54,4% del territorio italiano e in essi risiede il 16,6% dei cittadini, circa 10 milioni in tutto – dovranno rientrare almeno in una di queste categorie: essere centri collocati in aree interessate da fenomeni di dissesto idrogeologico, oppure caratterizzati da marcata arretratezza economica, o anche comuni soggetti a spopolamento o con disagio insediativo sulla base di specifici parametri (dati dall’indice di vecchiaia, dal numero di occupati ecc.). Anche frazioni piccole con questi requisiti, ma incluse in comuni superiori ai 5mila abitanti, potranno fare domanda di accesso agli stanziamenti. I fondi previsti complessivamente sono 100 milioni – 10 milioni di euro per l’anno 2017 e 15 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2018 al 2023 – e gli investimenti serviranno a opere di riqualificazione con interventi pubblici di aree di particolare pregio all’interno dei centri storici.
I comuni potranno anche comprare immobili dismessi per contrastare lo stato di abbandono e degrado, acquisire o stipulare intese per il recupero di case cantoniere e di stazioni ferroviarie non più utilizzate, nonché stipulare convenzioni con le diocesi e altri enti religiosi riconosciuti per tutelare il patrimonio artistico e valorizzare cammini e circuiti storici. Inoltre, risorse vengono messe a disposizione per il piano istruzione che riguarda il collegamento delle scuole poste in aree rurali e montane, l’informatizzazione e la progressiva digitalizzazione della didattica e soprattutto il sostegno all’avviamento di imprese giovanili.
A proposito di tecnologie: il testo prevede la possibilità di destinare soldi per la banda larga in quei comuni dove gli operatori di telecomunicazioni non hanno interesse a investire e quindi non ancora attrezzati con reti di connessione veloce e ultraveloce.
«Il disegno di legge non è perfetto – spiega la Portavoce Liuzzi – e di certo poteva essere migliorato, ma rappresenta comunque un piccolo ma importante passo verso la ricostruzione e la valorizzazione dei piccoli comuni. Il MoVimento 5 stelle lavora per promuovere un cambiamento di paradigma che permetta ai borghi di ripopolarsi, anche per esempio attraverso la concessione di terreni abbandonati a realtà imprenditoriali giovanili. Questo e altri progetti saranno portati avanti anche con il nostro programma di Governo per l’Ambiente, votato in rete» conclude.