Sul dibattito avviato dal comitato Matera Si Muove per chiedere attraverso un referendum l’annessione della città dei Sassi in Puglia si registra l’intervento del cittadino materano Giuseppe Cicchetti. Riportiamo di seguito la nota inviata alla nostra redazione.
800 km di distanza, ma le voci arrivano anche qui a Padova. Sono voci forti, giovani e irruenti che provengono dall’arena dei social network e sono approdate fragorosamente anche sulle TV locali, raggiungendo l’apoteosi nella serata di giovedì 8 novembre sul “TG” nazionale di Canale 5.
“Matera Si Muove”!!! Matera, la mia città?!?! La città del bos lassus, il bue stanco del gonfalone?!?! No, fortunatamente no. Lei è sempre alle prese con la tranquilla vita quotidiana. In realtà si sta scuotendo un po’ anche lei, e tanti cittadini materani domenica 11 scenderanno in piazza per manifestare. Che bei progressi… fino a poco tempo fa eravamo soltanto noi studenti, piccoli e innocenti, a prendere il megafono in mano e fare un po’ di rumore.
“Matera Si Muove” è il nome di un comitato di giovani materani che promuove un referendum con l’obiettivo di spostare la città dei Sassi nei confini della regione Puglia. L’iniziativa è nata in vista del riordino delle province al livello nazionale e del decreto-legge emanato il 31 ottobre 2012, che prevede la scomparsa, insieme a tante altre in tutta Italia, della Provincia di Matera, dell’istituzione in sé e di uffici importanti come Prefettura, Motorizzazione Civile, Questura, e tanti altri servizi essenziali per i cittadini.
Un provvedimento che, comunemente a quanto è spesso accaduto negli ultimi anni, non tiene conto della diversità del territorio italiano e delle peculiarità di aree geografiche profondamente disomogenee: come si può pensare di accostare situazioni come quella di Padova e Treviso, città collegate da una ferrovia che offre 47 soluzioni di viaggio (di sola andata PD-TV) ogni giorno proponendo un treno quasi ogni 20 minuti a Matera e Potenza dove quattro corse di pullman impediscono di dedicare la giornata in cui si programma il viaggio a qualsiasi altra attività? A queste e a tante altre domande dovrebbe rispondere il ministro Patroni Griffi e il Ministero della Funzione Pubblica, altrimenti si rischierebbe di infliggere l’ennesima condanna alle aree sottosviluppate della Penisola.
E quindi, perché andare in Puglia? Domanda semplice per Angelo Angelastri, presidente del comitato “Matera si Muove” e già membro del direttivo cittadino e dirigente provinciale di Generazione Futuro (giovanile del partito Futuro e Libertà), che risponde in maniera altrettanto semplicistica in un’intervista a TRM: “Abbiamo capito che fino ad ora stando sotto Potenza, perché la Basilicata è filopotentina, non ci ha portato niente; eppure eravamo due comuni. Ora che siamo in provincia, addirittura, di Potenza, non immaginiamo cosa possiamo avere da Potenza. Fino ad ora ci ha solo sfruttato e quindi noi siamo stanchi di essere sfruttati da Potenza e puntiamo ad uno sviluppo della nostra città, e l’unico sviluppo in questo momento può essere la Puglia”. Bene, quindi Matera è pronta per liberarsi dall’oppressione del capoluogo potentino e aprirsi alla Puglia e a Bari, che ci accoglierà a braccia aperte e ci guiderà sulla strada della rinascita. Qualcun altro avrebbe detto un po’ di tempo fa: “Cambiano i padroni, ma i servi restano sempre gli stessi”. Angelastri dà già per acquisito che il decreto-legge del governo non subirà alcuna modifica e che Matera (PZ) è già una realtà, forse è esperto di giurisprudenza e sa con esattezza che il TAR del Lazio rifiuterà il ricorso (già presentato, in attesa di ulteriori interventi legislativi) e che la Corte Costituzionale non avrà nulla da dire in merito, oppure è professionista dell’arte divinatoria e conosce il futuro. Il comitato si impegna per promuovere lo strumento democratico e partecipativo del referendum, ma forse non sa che armi democratiche sono anche le aule di giustizia e che nella nostra Costituzione non esiste soltanto l’articolo 132, quello che permette la modifica dei confini regionali, ma anche il 135 e 136, che parla di incostituzionalità di una legge. Un provvedimento legislativo che la cittadinanza materana e i comuni della provincia ritengono inappropriato si contrasta e si modifica con un’opposizione forte di un popolo unito che chiede alla sua classe politica di portare avanti le proprie necessità e di fare fronte comune per il bene del territorio (questo i rappresentanti politici dovrebbero farlo anche senza essere spronati dal nessuno e al momento più opportuno, non quando le situazioni cominciano a complicarsi).
Tuttavia, cerchiamo di trattare la situazione con meno superficialità. Fino a oggi il capoluogo potentino ha occupato un posto di rilievo nel contesto lucano che probabilmente in alcuni ambiti non meritava, la politica regionale non è stata in grado di valorizzare a pieno la città di Matera e molti hanno avuto e continuano a avere la percezione di una “sottomissione” a Potenza e di una arroganza che impedisce alla Città dei Sassi di esprimere a pieno il suo potenziale, e tutto ciò ha contribuito a incrementare un particolare odio campanilistico. Ma siamo sicuri che tutte le colpe siano da imputare alla politica potentina e ai suoi riguardi nei confronti di Matera? O forse possiamo ritrovare nelle scelte elettorali materane un’incapacità di scegliere una classe dirigente che potesse rappresentarli e difenderli a pieno? Andando in Puglia pensiamo che questi problemi si risolvano oppure confidiamo in un eccessivo spirito di liberalità della classe politica pugliese? Se, invece, riteniamo di essere cresciuti e di poter difendere con tutti i mezzi a nostra disposizione il nostro patrimonio e di essere pronti a fare le scelte giuste per crescere e conquistare ciò che ci meritiamo, è necessario andare in Puglia? Dobbiamo fare la parte di quelli che si offendono e non guardano più in faccia i potentini aspettando che l’area murgiana ci apra le porte, oppure saremo semplicemente dei codardi che non avranno il coraggio di affrontare le sfide del futuro conservando il nostro posto di capitale culturale e centro di identificazione della Basilicata?
Massimiliano Amenta, invece, direttore del comitato e già segretario provinciale di Generazione Futuro, insiste sul turismo e dice che “in una regione politicamente morta come la Basilicata, l’unico sbocco è la Puglia”. La Basilicata è destinata a morire politicamente perché queste sono le decisioni del governo centrale? Se decidiamo di abbandonare la nostra regione al suo destino, oppure di scappare in Puglia, forse il colpo di grazia glielo stiamo dando proprio noi. Se non decidiamo di affrontare le decisioni che ci calano dall’alto e che riteniamo sbagliate, saremo in qualsiasi caso destinati a rimanere soli, non offrire possibilità di futuro ai materani più giovani e più appassionati, e rimanere sottomessi a una nuova realtà.
La principale risorsa materana è la sua cultura, e per quanto la città facesse parte della Apulia e della Terra d’Otranto (come ricordano le infografiche pubblicate dal Comitato su facebook) riconosce le sue radici culturali in territorio lucano, dove non ha fatto fatica a diventarne polo identificativo. Guardate il dipinto di Lucania ’61, quello realizzato da Carlo Levi e conservato a Palazzo Lanfranchi: il contesto rappresentato è lo stesso che ritroviamo anche nell’espressione della civiltà contadina materana e, probabilmente, sono altri comuni dell’area murgiana che si identificano in queste radici culturali. Non guardiamo alla valorizzazione della cultura unicamente come turismo culturale, o almeno non osanniamo la valorizzazione del territorio attraverso “video simili a quelli di Biagio Antonacci”, come dice nell’intervista Angelastri, e invece che chiedere alla Regione di sponsorizzare riprese di videoclip e di inserire uno stemma nei titoli di coda, impariamo a esigere che i Fondi Europei siano utilizzati fino all’ultimo centesimo. Il futuro è nell’Europa, non nelle macro-regioni che profetizza Amenta, e la progettazione a lungo termine è quella che dobbiamo chiedere alla nostra classe dirigente; è inammissibile che i fondi FESR e PISUS ritornino nelle casse dell’Unione Europea perché le amministrazioni non sono state in grado di spenderli nelle condizioni e nei limiti imposti: é questo che ci deve indignare più di tutto in ambito economico-gestionale, perché sono sintomi di una vera e propria incapacità e inadempienza della politica. Non è soltanto il boom del turismo estivo in Salento che ci deve attirare, ma dobbiamo imparare a conoscere e apprezzare progetti come quelli di Visioni Urbane che offrono realmente delle prospettive interessanti per una crescita economica ma soprattutto culturale e sociale. Io apprezzo più di più un’iniziativa come quella di Materadio che ha aperto a Matera le porte della cultura, dell’informazione e dell’integrazione europea, piuttosto che una sponsorizzazione in un film di Checco Zalone. La candidatura di Matera a Capitale Europea della Cultura nel 2019, per quanto criticata, rappresenta realmente una grande occasione di crescita e sviluppo per la città e la Regione Basilicata ne è stata una dei primi firmatari. Matera non conterà nulla nei confini lucani? Nell’ultimo anno ha ricevuto due visite del Ministro della Pubblica Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Francesco Profumo e una del Ministro della Coesione Territoriale, Fabrizio Barca: un caso? Non penso, e se dobbiamo cominciare a credere in Matera 2019 e nelle Smart Cities, non sono i limes territoriali che ci devono interessare, ma quelli della nostra mente e dei nostri orizzonti.
Matera in Puglia? Credo di aver dato abbastanza motivazioni per cui dobbiamo continuare a credere tutti in un futuro lucano. Non sono abbastanza? Le altre cerchiamole insieme, e uniamoci per degli obiettivi condivisi, non pensiamo a dividerci firmando petizioni e chiedendo consultazioni.
Comitato “Matera Si Muove”, le armi della democrazia non sono solo quelle della democrazia diretta, facile sbocco demagogico, ma sono quelle della seria e onesta rappresentanza, dell’impegno comune e del costruire lentamente e silenziosamente, non quello di cercare modi per apparire prepotentemente ovunque. “Molti si mangiano il fegato, del fatto che 4 ragazzini stiano rivoluzionando la città” scrivono sul vostro gruppo facebook e la strumentalizzazione politica è lontana dai vostri nobili fini, lo ripete anche Manuello nelle interviste, e su questo sarà senz’altro d’accordo anche Pasquale Di Lorenzo, coordinatore provinciale di Futuro e Libertà, che interviene quotidianamente sullo stesso gruppo.
Se volete essere interpreti delle esigenze materane, ascoltate a fondo coloro che si avvicinano ai vostri banchetti e non cercate soltanto di accorciare sempre più le distanze dall’obiettivo delle diecimila firme che vi farà stappare lo spumante: nell’intervista al TG5 (che ho visto su internet) il primo signore anziano dice: “Io firmo per la Provincia di Matera, per non andare a Potenza ma per rimanere almeno a Matera” (non so perché fosse di fronte al vostro banchetto, forse qualcuno doveva dirgli della manifestazione di domenica 11 novembre).
E se l’erba del vicino (pugliese) è sempre più verde, l’umore dei materani è sempre più nero.
Ad ascoltare le mie riflessioni saranno pochi amici di facebook, ma spero che domenica 11 novembre la piazza, un vero simbolo democratico, sia piena e determinata a manifestare in difesa della Provincia di Matera.
Grazie per l’attenzione, Giuseppe Cicchetti
Analisi ineccepibile. Complimenti Giuseppe Cicchetti, hai centrato perfettamente l’obiettivo! E’ ora di difendere con le unghie e con i denti il nostro territorio, non di scappare in Puglia per cambiare padrone!
Bravo Giuseppe. Concordo in toto.
Amici concittadini tutti, io credo che attualmente Matera deve rivendicare le sue potenzialità e importanza culturale, paesaggistica e storica, nonchè turistica.Attualmente il ministro Padroni Griffi forse vuole entrare nella storia, in quanto il provvedimento adottato presenta alcune determinanti incongruità i.Ci sono infatti motivazioni anticostituzionali, orografiche e di funzionalità di un territorio.Pertanto, io credo che in Basilicata debbano restare due province . Addirittura ce ne vorrebbero 4 (una ogni 2.500 mq.), figuriamoci con una.infatti i requisiti richiesti parlavano di cifre demografiche, ma anche di estensione (che Matera ha).Concludo invitando tutti a insistere sulla conservazioni delle due provincie.Poi stabiliremo con calma e svegliandoci che Matera ha tutte le carte in regola per assurgere a nuove posizioni.Per adesso difendiamo il nostro bellissimo e ricco e territorio,forse è la volta buona..Per la Puglia si vedrà in seguito………..Dimenticavo Matera è una città patrimonio dell’umanità e il governo non può solo salvare,Biella ,Arezzo, La Spezia….. altrimenti noi siamo destinati a sparire con tutte le nostre risorse(petrolio,storia,tradizioni…) che per adesso fanno solo comodo a quanti ci covernano. Basta, basta, non tutti i mali vengono per nuocere.
Chiedo scusa che ci GOVERNANO
La posizione di noi giovani comincia a delinearsi. Mi dispiace, andare in Puglia NON è la soluzione adeguata. Grandissimo Giuseppe, stiamo con lui, Matera ne ha bisogno.
che dire…10 e lode…GIUSEPPE CICCHETTI TI STIMO.
BRAVISSIMO GIUSEPPE! sei un GRANDE!!!!
Finalmente sagge parole!
Io da pugliese di origine e fieramente materana di adozione la penso esattamente così!
La Puglia è bellissima, ma non può darci asilo politico!
Piuttosto impariamo dai pugliesi: facciamoci rispettare come sanno fare loro!
Facciamo uscire fuori tutto il coraggio e la fierezza per dire che siamo lucani e materani e che pretendiamo considerazione per la nostra terra!
Domani tutti in piazza e riscattiamoci la nostra dignità!
CONQUISTIAMOCI L’ONORE CHE MERITIAMO E CHE CI SPETTA!!!!
Complimenti sinceri Giuseppe!
“La Basilicata non è destinata a morire per colpe di un governo centrale”: La Basilicata è già morta… e anche da molto tempo! Un’entità regionale debole, nelle mani di politici arraffoni che fanno a gara a “chi frega di più!” Un’ entità regionale incapace di riuscire a valorizzare le proprie ricchezze e nella quale l’egoismo di una città (potenza) ha sempre prevalso sugli interessi generali! Ora io, Lucano, dovrei continuare a credere in questa istituzione-barzelletta che nulla m’ha dato e che mai nulla mi darà?! A questo punto metto da parte la mia identità e preferisco chiedere asilo alla Puglia. Meglio Pugliese d’adozione che lucano di serie B! La paura dei più scettici è quella di diventare un Paesone dell’interland di Bari: ma perchè?! Non lo siamo di già?! Se devo prendere l”autostrada vado a Bari. Ferrovia idem. Aeroporto stesso discorso…. e lo “shopping”?! La Provincia di Matera è sempre stata una palese presa in C**O ed il popolo materano penso ne abbia le tasche piene!
“Matera si Muove” e aggiungerei: DI CORSA!
nessuno la costringe a vivere a matera? vada in puglia a vivere…..arrivederci
Mi piace Leggere Giuseppe…resto materana di nascita e di adozione, ma non ho bisogno di questa Provincia… non scendo in piazza con certi amministratori…grazie; resto a casa per amore della città dei sassi .
A volte qualche materano che ragiona lo puoi incontrare. Bravo Giuseppe… Matera in Lucania con un nuovo ruolo e nuovi politici… io credo che questa faccenda delle province non possa che farci in un certo senso resuscitare… piano piano stanno venendo a galla tutti gli inciuci del partito regione che ha governato e affamato questa Terra. Dato il fatto che ormai è finita l’epoca del posto fisso trovato dal politico, il conseguente voto di scambio è destinato a soccombere: forse è davvero giunta l’ora che l’elettore medio inizi a votare colui che prometta una reale crescita del territorio. La Lucania è una regione ricchissima che se amministrata in un certo modo potrebbe avere un PIL superiore a quello della Lombardia o della Valle d’Aosta. Più che entrare noi in Puglia, pensiamo a conservare la Provincia, allargarla ai comuni della Murgia che da tempo chiedono l’ingresso in Basilicata in modo tale da risolvere un altro annosso problema: il riequilibrio demografico e territoriale tra le 2 Province.
Chiudo chiedendovi è normale che molti altamurani vogliono assolutamente entrare in Basilicata? Vi siete mai chiesti perchè ormai chi investe a Matera sono solo altamurani? Semplice, il trattamento fiscale della Basilicata è molto piu vantaggioso di quello della Puglia. E, addirittura, se la Basilicata fosse gestita meglio, le tasse potremmo anche non pagarle e ne avanzerebbe pure..
Prendete per esempio i soldi (ancora pochissimi) ricavati dal petrolio: interamente buttati nel carrozzoni Unibas, una delle poche università ad avere piu bidelli e personale amministrativo che professori.
Complimenti analisi perfetta che non fa una grinza.
Volete andare in Puglia?? Fate pure..poi non lamentatevi quando vi accorgerete che le assicurazioni RC auto aumenteranno, quando scoprirete che non avremo più diritto ai 140 euro annui di bonus carburante (che, se permettete, comunque sono quattrini) e quando anche Bari ci userà per rilanciare la sua economia e non la nostra.
E quando andrai nella ” città dei servizi: Potenza ” per un certificato, non dovrai pagare per 200 Km di carburante ?
Caro Giuseppe,
nei giorni scorsi ho parlato e discusso sulla possibilità di andare in Puglia con un membro del comitato…fare demagogia sul possibile strapotere potentino è facile, avrei preferito più che mi dicessero anche qualcosa in più su ciò che si va a perdere e alla fine fare un bilancio !
La Puglia vorrà dire + accise carburante, + RCA, presidi quali ASL e Università pronti a scomparire aggravando ancor di più la già difficile situazione.
Essendo un professionista del settore sanità, la situazione al di là di Borgo Venusio è veramente triste. Basta pensare che c’è un ospedale nuovo di zecca, pronto per tutto, ma mancano i soldi per arredarlo…figuriamoci per il personale.
Bisogna lottare per la nostra Provincia domenica, la tua analisi è perfetta !
Vivo a Bologna e al nord accorpamenti tra città vicine non avranno un impatto così devastante come da noi dove i mezzi pubblici sono una tragedia greca.
Caro Cicchetti, noto che ti sta molto a cuore la Basilicata, mi chiedo allora, come mai, tu stia studiando a Padova e non all’ Unibas oppure perchè, sempre visto che ci tieni tanto alla nostra Regione, tu non sia impegnato in prima persona, in piazza e per le strade, a metterci la faccia, per portare avanti il tuo punto di vista. Perchè forse ti sembra di guardare la situazione dall’ alto, ma probabilmente ti sfugge il fatto che a Matera ci siano persone che si stanno impegnando concretamente e personalmente, investendo il loro tempo, per coinvolgere quanti più materani, in un progetto, in primis, informativo. Nessuno ha una soluzione certa per migliorare lo status socio economico di Matera e della Basilicata tutta; intanto loro propongono democraticamente di fare una scelta, dopodichè, la parola passerà ai materani. Tu,invece, cosa stai facendo per la tua regione ? Tornerai qui, finiti i tuoi studi ? Magari a cercare lavoro, come hanno fatto tutti quei giovani che credevano nel ” ponte per l’occupazione ” proposto dalla regione… oppure come tutti quelli che hanno partecipato al concorso per amministrativi cat. C per la P.A. Regionale ( concorsi banditi pre elezioni ed annullati post elezioni ). Queste cose le sai ? Lo sai anche che nell’ indotto del petrolio ci lavorano moltissime aziende del Nord ? Lo sai che il nostro reddito pro capite si colloca al 16º posto nel panorama delle regioni italiane ? Certo, non mancano invece i doppioni, tipo Alsia, Arbea, Aato.. tutti bei posti tranquilli per amici e figli di. Sarebbe opportuno vivere in prima persona la realtà economica regionale, prima di parlare di orizzonti territoriali e di demagogia altrui.
Orgoglioso di avere un concittadino come Giuseppe Cicchetti. Sono sicuro che non sia l’unico a pensare che la soluzione a questa crisi, anche identitaria, dipende da noi, dalla nostra determinazione, dalla nostra consapevolezza di appartenere ad un territorio che ha come risorsa principale le proprie comunità, ovvero le persone, le risorse umane che solo il vero valore aggiunto di una terra, sia che si chiami d’Otranto che di Basilicata. Una democrazia per essere efficace deve essere più partecipata che delegata.
In teoria, Giuseppe come si fa a non essere d’accordo con quanto dici, parole sacrosante e teoricamente condivisibi . Quel decreto legge del 31/10 che prevede il riordino delle province e la scomparsa di quella di Matera, ha dato origine alla nascita di quel comitato tanto acclamato quanto criticato che è ” Matera si Muove”. Quei ragazzi stanno avendo il merito di scuotere le acque, le acque di una pozza stagnante da dove stanno emergendo tanti timori di alcuni politici attaccati da anni alla poltrona. in quei pochi centimetri di inchiostro di chi ha firmato per l’adesione al referendum, c’e tutta la rabbia e la volontà di cambiamento. Questo è il merito del comitato MATERA si Muove, al di là delle loro appartenenze politiche e del risultato che riusciranno ad ottenere.
Sentite ma se questa battaglia no si vince ? Cosa si fara’ andremo in pv di pz …. Ma vaff…. Meglio la PUGLIA come la maggior parte dei materani vogliono e’ inutile nascondere!!!! Se le cose stanno così andiamo tutti a ballare in PUGLIA PUGLIA PUGLIA ca je megghjie !!!!!
Si vede che la BASILICATA CI ha sempre pensato….. Nant t c…. propr a POTENZA SONO TUTTI PAPPONI L piascn a mangia’ potenza comanda sempre v vlit schaffa’ n ‘ CAP. Kir a nuj nan penzn prept cambiamo pagina …ca je megghjie andare in PUGLIA che stare in questa regione con POLITICI PARASSITI !!!!!!
Ottima analisi Giuseppe, anche se non condivido in pieno. Innanzitutto il tuo commento cita spesso l’appartenenza dei promotori a FLI; trovo che questo non abbia importanza, condividere un’idea non vuol dire necessariamente condividere i principi che animano quel partito. E se qualcuno ha un’idea è giusto valutarla al dilà degli schieramenti politici. Inoltre si può decidere di firmare pur partendo da considerazioni diverse dalle loro. Ho ascoltato le ragioni di alcuni firmatari, molte non le ho condivise. C’è chi firma per campanilismo, chi per rabbia, chi, come hai raccontato tu, non sa neanche bene per cosa firma. A proposito, qui chiedo l’aiuto di un addetto ai lavori, è vero che non è possibile indire un referendum nei 12 mesi che precedono le elezioni?
Io sto soppesando attentamente le ragioni per firmare (o per non farlo). Firmerei perché questo non vuol dire automaticamente andare in Puglia, ma di certo è un segnale di insofferenza che possiamo lanciare (così come partecipare domani alla manifestazione, magari turandosi il naso se ci sono politici di cui non abbiamo alcuna stima, ma con cui condividiamo un obiettivo); firmerei perché, lo ammetto, ho poca fiducia nella nostra capacità di portare avanti battaglie a lungo termine; firmerei per ragioni pratiche, Bari sarebbe un capoluogo raggiungibile più facilmente e con minori costi (perché dobbiamo pensare che tutto questo avrà un costo per le famiglie); firmerei per lasciare aperta una possibilità: se il tentativo di salvataggio della provincia, per cui dobbiamo impegnarci tutti, dovesse fallire, avremmo modo di scegliere una delle due strade.
D’altra parte, non firmerei perché “Bos lassus firmius figit pedem”, non “prende e se ne va”. Non che mi sia mai sentito particolarmente lucano, materano si, ma tutta questa comunione di valori, ahimè, non l’ho mai sentita. Tra materani e potentini ci sono differenze, le stesse che ci sono tra materani e baresi, tarantini, ecc. I confini regionali e provinciali sono dei limiti amministrativi, niente più. La cultura, anche quella popolare, non si lascia ingabbiare entro essi, cambia con piccole sfumatore, non con tagli netti. Dire che dobbiamo sentire forte il legame, a mio modo di vedere, ci spinge ancor più verso l’area murgiana, e quindi in Puglia.
SE la provincia verrà abolita, credo dovremo essere pratici. Capire cosa siamo realmente disposti a fare per il nostro futuro e se è meglio essere il primo tra i comuni della provincia di Potenza, o uno dei tanti dell’area metropolitana di Bari. La cosa è meno semplice di quanto appaia ai sostenitori convinti delle due opposte tesi.
Onestamente credo che l’unico effetto dell’abolizione della Provincia sarebbe la chiusura degli importanti uffici annessi. Dal punto di vista dell’attenzione della regione per la nostra città e per la nostra provincia, scarsa era e scarsa sarà. La questione nasce da lontano. Da una divisione impari delle sole due province, che assegna i tre quarti dei comuni ed i due terzi degli abitanti della regione alla provincia di Potenza (questo determina il peso nelle decisioni dell’ente Regione); dalla nostra incapacità (a volte impossibilità) di scegliere rappresentanti che facciano gli interessi dei cittadini e non quelli dei partiti; dalla capacità tutta materana di lamentarsi moltissimo ed agire poco (lo dico con affetto sapendo di esserci dentro anch’io); dal campanilismo, una piaga che tutti neghiamo e che invece è viva e ci divide. Qualche giorno fa, su questo sito, un commento di un cittadino di Potenza (o presunto tale) affermava che avevamo poco da lamentarci, dato che ci avevano CONCESSO di avere uffici pubblici, che spetterebbero solo a Potenza, anche qui a Matera. Lì per lì ho bollato la cosa come provocazione e ignoranza. Oggi, però, leggo che uno dei rappresentanti del Comune di Potenza afferma che la presenza della sede della Film Commission a Matera è il segno tangibile del fatto che Potenza ha attenzione per Matera. Quello che ne deduco io, forse sbaglio, è che la scelta della sede di enti ed uffici regionali (l’APT, l’università?) non è fatta in base a ragionamenti di utilità e opportunità; tutto deve aver sede a Potenza in virtù di un numero di abitanti superiore di ottomila unità, ciò che ha sede altrove, compresi i comuni della loro provincia, è una concessione. E’ un’idea di governo del territorio che già avevo intuito, ma che mai avevo visto così palese. Quella che tu definisci <> è qualcosa di più. Potenza non è il male di Matera, ci siamo fatti più male da soli in questi anni, ma conosco Potenza e so che non sempre ha quell’apertura che servirebbe per rendere Matera un vero patrimonio culturale (e turistico) della Basilicata.
Affermi che SE siamo cresciuti (quel se è grande come una casa e spero davvero sia così), possiamo affermarci in Basilicata. Perché allora non potremmo affermarci in Puglia? Perché è una sfida troppo grande? Non è solo appartenenza culturale all’area murgiana, è convergenza di interessi economici quella con la Puglia. Chi ci garantisce collegamenti e infrastrutture (le autostrade più vicine, l’aeroporto con due navette pagate dalla Regione Puglia contro le tre divise tra le nostre Regione e Provincia, il porto), con chi condividiamo il Polo del mobile imbottito (nella speranza di una vera rinascita), chi investe nella nostra città? Con questo, sia chiaro, non dico che la Puglia sarebbe la soluzione a tutti i nostri mali, lo ripeto, solo noi possiamo fare qualcosa per Matera. Ma se si perderà la provincia, sarà il caso di tener conto anche di questi fattori.
Hai ragione quando parli di sviluppo culturale, progettazione a lungo termine, utilizzo dei fondi europei, ma finora queste sono state solo belle parole pronunciate dai nostri rappresentanti. Siamo Patrimonio Unesco da venti anni, cosa è cambiato? Abbiamo qualche albergo, molti B&B, poche guide autorizzate che combattono contro un abusivismo che non si vuole debellare. Hai citato Visioni Urbane, Materadio, Smart Cities, ma solo il primo è un progetto regionale. Io credo così tanto nella nostra città da ritenere che gli altri due progetti sarebbero stati realizzati anche se fossimo stati un “semplice” comune di una provincia qualsiasi, anzi, si sarebbe fatto di più. La candidatura a Capitale Europea della Cultura è un tema ancor più complesso, stiamo facendo poco a mio modo di vedere, ma ci sono altre sedi per discuterne.
In conclusione, concordo sul fatto che tutto dipenda da noi, ma non aspettiamoci improvvisi (e infondo immotivati) cambi di mentalità a livello regionale o l’El Dorado in Puglia. Combattiamo per la nostra provincia, ma se non dovessimo ottenere i frutti sperati, ragioniamo con attenzione su tutti gli aspetti che la nostra nuova condizione presenterà, senza preconcetti da una parte e dall’altra, badando al sodo.
Grazie per averci dato l’occasione di confrontarci.
Nel mio commento manca la citazione:
*Quella che tu definisci “la percezione di una “sottomissione” a Potenza e di una arroganza che impedisce alla Città dei Sassi di esprimere a pieno il suo potenziale” è qualcosa di più.
Mai in Puglia!!!
invece di scappare come CODARDI bisogna lottare x difendere i ns.interessi.
I codardi ci sono stati per ben 20 anni: sono tutti gli elettori che hanno sempre votato le stesse persone.
Cicchetti ha spiegato perché voterebbe NO al referendum.
Deve invece spiegare perché non é d’accordo che si voti il referendum, che é questione molto diversa.
Lasciare la parola ai cittadini mi parrebbe democratico. Poi, lui vota no.
Invece non vuole che si voti.
Premesso che il dibattito, ovviamente, non puo’ esurirsi con i pochi pensieri che si possono tradurre in parole, stante il rischio di tediare chi legge, credo che sia opportuno ricordare e osservare che: 1. La legge dello stato 135/12 ha lasciato alle regioni con due province la possibilità di scegliere quale delle due dovesse rimanere capoluogo di provincia e la città di Potenza, con l’ausilio e il silenzio di tutti i politici lucani, ha deciso di assumere anche questo ruolo (oltre a quello di sede della Regione); 2. La possibilità di aggregare il comune di Matera alla Puglia porta con se il rischio di disgregazione della Regione Basilicata, e questo fa paura ai politici locali che, ovviamente, perderebbero ogni loro “potere”; 3. Lo Stato non è più in grado di sostenere l’attuale struttura statale, il numero delle province e, tra un po’ quello delle regioni va e andrà ridotto; i “politici” lo anno, ma continuano a illuderei cittadini solo perché sono già in campagna elettorale; 4. È triste vedere come ancora oggi non c’è stato un solo politico -deputato o senatore- che ci abbia raccontato come stanno davvero i fatti, compreso il progetto di ridurre anche il numero delle Regioni sino a un massimo di 11-12; nessuno parla più del fatto che avremmo potuto essere il capoluogo dell’unica provincia di Basilicata, se solo LA POLITICA locale lo avesse voluto, adesso sensiste sulla doppia provincia; 5. La legge citata prevede che dal primo gennaio 2014 spariscono le province delle grandi città, tra cui Bari, per diventare aree metropolitane, per cui rimanere legati alla idea di una provincia unica, quasi fosse un riconoscimento di autenticità e inviolabilità del territorio, e’ senza dubbio anacronistica; si va verso accorpamenti più grandi, per macro aree, appunto, e in questa prospettiva quale è la nostra macro area se non quella dell’area murgiana, ergo del territorio pugliese ? Smetto. Rimane aperto il dibattito sui pro e i contro del fine del referendum, che, a mio parere, non fa altro che anticipare di qualche anno quello che è già stato scritto e deciso nella stanza dei bottoni…..
Ringrazio tutti per gli apprezzamenti fatti sia qui che su facebook, sono stato veramente contento di notare che tanti materani la pensano come me.
Concordo con le opinioni di @Mathar e @Tas, anche se non conosco a pieno le situazioni descritte e non mi sento di intervenire. Apprezzo anche la visione di @Piero che con molta lucidità ha espresso il suo parere e penso che questo sia il modo giusto di affrontare questioni molto delicate che si potrebbero venire a creare a seguito di una definitiva e certa eliminazione della Provincia di Matera, a cui spero di non dover assistere. Rispondendo a @Tony, penso che per contribuire al miglioramento della nostra terra sia necessaria oltre a una strenue volontà e una forte passione, anche molta preparazione. A quest’ultima ognuno decide di lavorarci dove e come più ritiene opportuno, io ora sono all’Universita di Padova e studio Economia. Invito invece @Francesco Foschino a rileggere la nota perché potrà trovare lì la risposta alla sua domanda. Il referendum è un importante strumento democratico, ma per difendere la Provincia di Matera le armi, per ora, sono le Camere del Parlamento e le Aule di Giustizia. Se, invece, non si vuole difendere la Provincia di Matera oppure si pretende di conoscere il futuro, allora si chieda ai materani cosa ne pensano dell’annessione alla Puglia. A me sembra che i materani la propria provincia la vogliano difendere.
Direttore generale di Acquedotto lucano, Gerardo Marotta, che oltre ad uno stipendio di 180 mila euro lordi l’anno percepisce come direttore tecnico della società controllata Acquedotto Lucano progettazioni anche 30 mila auro in più (sempre lordi) l’anno. Il che sommato diventa una cifra di oltre 200 mila euro, somma per la precisione, di molto maggiore rispetto a quanto percepiscono i direttori generali della stessa Regione che incassano 128 mila euro lordi l’anno (ente che ha la quota di maggioranza di Acquedotto). Di molto inferiore ma pur sempre sostanziosa, invece, la retribuzione dei sette dirigenti che sono in servizio che percepiscono una retribuzione lorda di 95 mila euro l’anno.
E se le spese per la dirigenza di Al sono sostanziose, in tempi di spending review, appaiono corpose nonostante il taglio del 10 per cento, previsto per legge, le retribuzioni nei confronti del segretario generale dell’Autorità di bacino della Basilicata, Antonio Anatrone, nominato non più tardi di 10 giorni fa con la delibera 1417 della Giunta regionale. Per lo svolgimento della funzione, infatti, Anatrone percepirà non solo la retribuzione dei direttori generali ridotta del 10 per cento ossia 116mila ed 80 euro, ma anche un’integrazione del 20 per cento per i risultati e la realizzazione degli obiettivi fissati dall’Amministrazione ed il rimborso delle spese di viaggio, vitto ed alloggio per l’espletamento delle attività istituzionali.
A non percepire alcuna retribuzione di risultato è, invece, il direttore generale dell’Apt, Giampiero Perri, che ha uno stipendio omnicomprensivo lordo di 112mila 590 euro, mentre l’unico dirigente della struttura, Mariano Schiavone, percepisce una retribuzione totale lorda di 83mila 212 euro divisa tra 45mila 429 euro di stipendio tabellare, poco più di 4mila 928 euro per la retribuzione di risultato e 32mila 855 euro, infine, per la retribuzione di posizione.
Il direttore generale dell’Arpab, Raffaele Vita, prende 112 mila 590 euro a cui si somma il 20 per cento dell’indennità di risultato.
Giudicate voi se questi compensi sono congrui ai risultati prodotti.
al lungo articolo del “materano “Cicchetti replico con le parole scritte oggi dal Prof Caserta ex consigliere regionale del PCI non ho scritto del FLI…..Pubblicato sul Quotidiano di oggi (mi perdonera il direttore di Sassilive)…..credo che siano esaustive sull argomento
Ancora un GRAZIE AI RAGAZZI del comitato ” Matera sI muove”. Grazie per il tempo che state dedicando per un principio in cui ci credete. Un principio che può non essere condiviso, ma non criticato. Siete gli unici, dico, gli unici a scendere in piazza per esternare le vostre proteste contro la soppressione della Provincia di Matera, attraverso un possibile referendum per il passaggio in Puglia. Io non do per scontato che andando al referendum vincano i si o i no cosi come non do per scontato per il momento, ma ne dubito, che Matera rimanga Provincia. A voi un plauso per il coraggio che state avendo , poichè a Matera scendere in prima linea non è da tutti, lo si è visto ieri.
IL SIGNOR CICCHETTI E’ SOLO UN NOSTALGICO COME UNA GRANDE FETTA DI MATERANI LEGATI ALLA STORIA…LA BASILICATA..LA STORIA DI CHE??? UNA STORIA DI BARBARIE E SOTTOMISSIONI POTENTINE CHE HANNO SEMPRE IMPEDITO IL DECOLLO DELLA NS STUPENDA CITTA’ PIENA DI RISORSE E POTENZIALITA’…VORREI RICORDARE AL DOTTO CICCHETTI CHE MATERA E’ ANCORA SOTTO L’EFFETTO MEDICINALE DELLE TORTURE POTENTINE CHE HANNO IMPEDITO ALLA NS CITTA’ DI AVERE UNA F.F.S.S E DI UNA AUTOSTRADA FACILE DA REALIZZARE NEL TRATTO CAMPAGNOLO DI GIOIA DEL COLLE…AIME’..HISTORY WILL TEACH US NOTHING UNA NOTA CANZONE DI STING CI IMPARA CHE LA STORIA NON CI INSEGNERA’ NULLA…MA GUARDIAMO IN AVANTI PER FAVORE E SCROLLIAMOCI IL GROPPO ALLA GOLA DELLO STRAPOTERE POTENTINO….EPPURE E’ A SOLI 5KM IL CONFINE DELLA PROV.DI BARI E CHISSA IN FUTURO NEL TERRITORIO PUGLIESE, QUANDO LA SITUAZIONE DEL NS PAESE MIGLIORERA’, POTREMMO ANCHE COSTITUIRE LA PROVINCIA DELL’ALTA MURGIA….EPPURE IN TANTI PUNTI D’ITALIA E DEL MONDO CI SONO FERMENTI E SITUAZIONI DEL GENERE VEDI BARCELLONA E L’INDIPENDENZA DELLA CATALOGNA EPPURE QUESTI POPOLI CATALANI DELLA GRANDE STORIA SPAGNOLA NON SE NE FREGANO NULLA E GUARDANO IN AVANTI…CARO CICCHETTI NON VOLTARTI INDIETRO…PENSA AL FATTORE PRATICO…VOGLIAMO RIMANERE COME PROVINCIA PER POI CONTINUARE ALLA STESSA MANIERA DI SEMPRE??? NOOOO PERCHE’ E’ PERICOLOSO…CE’ UN PRECIPIZIO OLTRE LA GRAVINA…E SAI BENE QUAL’ E’ AMEN……
MATERA SI MUOVE”
Posso solo dire con sollievo che ho trovato qualcuno che sa realmente di cosa sta parlando! Lei sicuramente sa come portare un problema alla luce e renderlo importante. Altre persone hanno bisogno di leggere questo e capire questo lato della storia.