Alessia Araneo, Consigliera regionale M5S; Lettera aperta al Direttore Generale AOR “San Carlo”: “Non lasciamo che il dottor Cuomo scappi dal presidio ospedaliero di Melfi”. Di seguito la nota integrale.
da giorni, ormai, serpeggia con insistenza una voce assai preoccupante per il reparto di ortopedia e per l’intero ospedale di Melfi “San Giovanni di Dio”. Un reparto oggi assurto al grado di eccellenza grazie al lavoro di tutto il personale medico e sanitario guidato dal dott. Adolfo Cuomo.
Parrebbe, infatti, che proprio il dott. Cuomo – direttore dell’Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale di Melfi, nonché presidente dell’Associazione pugliese e lucana degli ortopedici e traumatologi ospedalieri – dopo sei anni di servizio presso la struttura melfitana avrebbe sottoscritto un nuovo contratto di lavoro con l’azienda ospedaliera di Salerno.
La notizia che da qualche settimana circola tra i corridoi dell’ospedale e non solo ha generato forti timori tra il personale medico e infermieristico, così come tra i tanti pazienti in cura dal dott. Cuomo. La preoccupazione è che questa ulteriore perdita possa comportare un indebolimento del reparto, ora riconosciuto dentro e fuori la Basilicata, e la conseguente fuoriuscita di altro personale medico.
L’allontanamento del dott. Cuomo costituirebbe un fallimento gravissimo non solo per il presidio ospedaliero di Melfi, ma per tutta l’azienda sanitaria regionale, che in questo modo perderebbe una punta di eccellenza, l’ennesima.
E parlo di “allontanamento” poiché rumors suggeriscono che non sia esplicita volontà, quella del dott. Cuomo, di abbandonare l’ospedale di Melfi – dove pure ha formato personale e costruito una validissima équipe – ma che la scelta sia stata determinata da altri fattori, perlopiù legati alle condizioni aziendali. D’altronde, non è difficile immaginare quanto possa essere problematico e oneroso per un professionista lavorare in un reparto che, come la maggior parte, soffre una cronica assenza di personale infermieristico e oss e in cui prendere un giorno di ferie provoca la paralisi della macchina o un aggravio importante di lavoro per chi resta.
Occorre ricordare che il dott. Cuomo, dal suo arrivo nel 2018, ha triplicato il numero degli interventi effettuati, ha incrementato l’indice di complessità dell’attività chirurgica, svolgendo un ruolo significativo nell’attrarre immigrazione sanitaria (un dato in controtendenza rispetto ai numeri generali). Grazie al lavoro di tutta la squadra formatasi negli anni, il dott. Cuomo ha fatto dell’ospedale di Melfi uno dei presidi in linea con le direttive ministeriali per il trattamento del femore in 48 ore e ha garantito attività chirurgica ambulatoriale anche presso il presidio di Pescopagano.
Insomma, i risultati prodotti negli anni e l’abnegazione al lavoro mostrata non lasciano intendere che ci sia una espressa e manifesta volontà da parte del dott. Cuomo di lasciare l’ospedale di Melfi, quanto piuttosto che non sia stato messo in condizione di restare. Ad avvalorare questa tesi ci sarebbe anche un ultimo elemento: tra le altre cose, infatti, pare che sia arrivato anche un nuovo dispositivo per interventi con il cosiddetto “accesso bikini”. Ora, è difficile immaginare che un medico intenzionato ad andare via si prodighi per il continuo avanzamento della struttura.
Per tali ragioni, mi rivolgo al direttore generale Spera e a tutti coloro che possono e devono intervenire, dal sindaco di Melfi all’assessore regionale Latronico, affinché si interrompa questa emorragia di medici e personale sanitario; perché si creino le condizioni per trattenere il dott. Cuomo, con l’auspicio che non sia vittima di altre logiche apicali.
Il presidio ospedaliero “San Giovanni di Dio” e l’AOR “San Carlo”, in generale, hanno bisogno di professionisti come il dott. Cuomo; per questo è necessario creare le condizioni affinché possa scegliere di restare.
Concludo questo appello rivolgendomi anche al Presidente Bardi, al quale ho già chiesto, in altra sede, di agire immediatamente al fine di evitare di fare di questa regione solo un posto da cui scappare.