“Nel piano strategico regionale abbiamo messo nero su bianco dei dati, oggettivamente drammatici, sullo spopolamento. Secondo le previsioni Istat, “alla fine del periodo 2017—2066, nello scenario intermedio la popolazione residente passerebbe da 570.157 residenti (al 1/1/2017) a 399.164 abitanti nel 2066”. Pensate: “i nati passerebbero da 4.120 unità (2017) a 2.163 unità nel 2065”, mentre “i morti da 6.534 unità a 7.193, in numero più di tre volte superiore al numero dei nati. (…) Per il decennio 2020-’30 la popolazione prevista dall’Istat in circa 500.000 abitanti, non sarebbe sufficiente – a parità di tutte le altre condizioni – a garantire nemmeno il ricambio degli attuali livelli di occupazione. Infatti, permanendo l’attuale tasso di occupazione del 34,4% (numero di occupati /popolazione residente nell’anno 2000), si registrerebbe un deficit di occupati, per vincoli demografici, di circa 20.000 unità”. Resisterebbero “i sistemi urbani di Potenza, di Matera, del Vulture-Melfese e del Metapontino”, ma vi sarà un rapido avanzamento di processi di desertificazione demografica in molte aree non urbane”. Lo scrive in una lunga lettera al “Quotidiano del Sud”, il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi.
“Lo spopolamento – ed è questo il filo rosso che lega il piano strategico regionale – lo si vince solo se riusciamo a creare le condizioni culturali e materiali per sostenere i lucani nello sforzo di istruirsi, formarsi, darsi da fare per realizzare le proprie aspirazioni. Penso soprattutto ai giovani e alle donne ma anche a quanti hanno perso il lavoro. Occorre puntare, come è scritto nel Piano, su un tessuto imprenditoriale costituito da nuove aziende, preferibilmente costituite da giovani lucani, rafforzando le imprese più promettenti e aiutando lo sviluppo di quelle attualmente esistenti, favorendo la crescita dimensionale. Le soluzioni passano attraverso la valorizzazione di tutti i settori sottoutilizzati e con potenziale, dati anche i trend globali. Penso al settore della forestazione, che deve essere creatore di ricchezza (il prezzo del legno è triplicato in un anno a livello mondiale) e non solo di assistenza, magari copiando le “best practice” di Regioni più virtuose della nostra”, ha scritto Bardi.
“Se il giudizio sul passato è stato già dato dai lucani e dalla storia, il futuro dipende unicamente dal coraggio, dalle scelte strategiche, dal cambiamento che riusciremo a realizzare. Di sicuro, non possiamo fare le stesse cose di ieri aspettando risultati diversi domani. Serve un cambiamento vero, politico e culturale insieme. È questa la mia sfida”, conclude il Presidente della Regione Basilicata.