Manca pochissimo alla fine del 2019 e Nicola Pavese, presidente dell’associazione “Matera Ferrovia Nazionale” ha inviato alla nostra redazione il testo integrale di una lettera aperta indirizzata al governatore lucano Vito Bardi affinchè possa lavorare “per una regione unita verso lo sviluppo e la modernità”. Di seguito la nota integrale.
Gentile presidente, la poco felice accoglienza riservatale a Matera ci deve indurre a una pacata riflessione. Essere fischiati da una moltitudine di persone, alla presenza di due ministri e del presidente del Parlamento europeo, non è roba di poco conto e non può essere considerata solo un’azione scriteriata di qualcuno. Chi fa politica sa di trovare a volte nelle piazze grandi acclamazioni, ma deve essere pronto anche ad autentiche contestazioni. Non crediamo che l’episodio di Matera sia riconducibile al Capodanno Rai, visto che la Città dei Sassi nel 2019 ha ricevuto attenzioni mediatiche e risonanza internazionale.
Nel caso di Matera ci troviamo di fronte a una comunità sostanzialmente delusa e incerta sul futuro, una città che, invece, secondo la politica, dovrebbe “trainare verso lo sviluppo tutta la Basilicata”. Quindi, compreso Potenza e la sua provincia. Cosa che, nel 2019, non è realisticamente avvenuto, perché nei fatti le due città continuano a guardarsi con sospetto, ad essere indifferenti rispetto alle criticità e ai ritardi che attanagliano entrambe. In pratica Matera e Potenza continuano a vivere da separati in casa e, per questo, difficilmente andranno lontano. Questa è l’idea diffusa tra la gente che “ragiona”, cioè che non tiene conto di preconcetti ancora esistenti e purtroppo creati soprattutto dalla politica (del passato) e dal calcio. Tuttavia, questa “condizione”, questa “distanza”, la si percepisce anche nel Metapontino (che “guarda” speranzoso, ma sbagliando, a Taranto) e nelle aree interne della regione. Finanche nel Lagonegrese e nel Melfese. Evidentemente le “scelte di campanile” creano disgregazione e fanno sempre discutere. Noi siamo dalla parte di chi vuole una regione unita e coesa per non diventare di fatto la <<succursale>> delle province e delle regioni limitrofe. E per essere coerenti siamo gemellati con l’associazione “Potenza Nostra”. Sono per fortuns tanti i Lucani che la pensano come noi e che con orgoglio ricordano le proteste dei 100.000 di Scanzano Jonico del 2003 e la grande solidarietà e sentita partecipazione in occasione del terremoto del 1980 nel Potentino. Eventi che esaltarono la generosità e l’anima vera dei nostri corregionali.
La gente che nei mesi scorsi ha creduto nel cambiamento e in una “nuova” Basilicata si aspetta dalla politica attuale fatti concreti da riservare a tutta la regione: progetti, investimenti, lavoro e migliori condizioni di vita. E a non poter più aspettare ora sono soprattutto i giovani, i disoccupati, le tante famiglie in difficoltà, i paesi emarginati che si spopolano e che franano. In pratica la Basilicata non è solo Potenza, che pure è il capoluogo di regione. Certo. qualche segnale incoraggiante c’è stato: il rinnovato Contratto istituzionale di sviluppo stipulato tra Regione Basilicata e il Governo, la questione petrolio e automotive, persino il <<biglietto decurtato>> sul Frecciarossa. Qualche esempio, che comunque non basta se guardiamo alle statistiche sempre più drammatiche.
Ritornando a Matera e al ruolo politico dei consiglieri regionali, c’è la preoccupazione che “passato il Santo, sarà passata anche la festa”. In una città e in un territorio dove anche nell’anno appena trascorso (nonostante rilevanti fondi pubblici spesi) si sono registrati imperdonabili ritardi nell’accessibilità, inconcepibili per una realtà vocata al turismo internazionale. Ci riferiamo, infatti, al suo isolamento e alle difficoltà per raggiungerla, che per essere superati anche sul versante basentano-tirrenico devono avvalersi di ben altre attenzioni della Regione Basilicata e degli enti territoriali. Inoltre, non è possibile che mentre l’Associazione “Matera Ferrovia Nazionale” (apartitica e legalmente costituita) si batte per avere in città e in regione infrastrutture moderne e vitali, come la prosecuzione della Ferrandina-Matera (in costruzione) fino a Gioia del Colle, al fine di raggiungere con le FS sia Bari che Taranto-Brindisi-Lecce, guardando anche con grande interesse ai collegamenti con Salerno e il Tirreno, nella realtà c’è su questi temi un silenzio inquietante e inaccettabile della classe dirigente. Questa dovrebbe programmare opere da finanziare con fondi europei già disponibili, come per le ferrovie statali del Sud. In tali progetti Matera (con Potenza) si troverebbe all’interno della possibile tratta, trasversale e strategica, delle FS Salerno-Bari, con vantaggi socio-economici enormi e facilmente immaginabili a partire dalle aree interne. Invece, in Basilicata si registra ancora un diffuso immobilismo per trasporti e collegamenti ferroviari che vengono trascurati a vantaggio del trasporto su gomma.
Sappiamo che tra breve il ministero dei Lavori Pubblici e Rete Ferroviaria Italiana convocheranno le istituzioni lucane interessate (Regione e Comuni di Matera, Ferrandina, Pomarico, Miglionico) per l’approvazione definitiva del “nuovo” progetto della Ferrandina-Matera. Progetto redatto con criteri di efficienza e sicurezza richiesti dalla Comunità europea. Il relativo iter burocratico deve essere celere per riaprire i cantieri che (dopo gli interventi propedeutici dal 2017 ad oggi) devono completare i lavori il 2023, come da crono programma. Oltretutto in Italia (anche nel Sud) ovunque si ottengono investimenti per le ferrovie e per l’intermodalità con i porti e gli interporti (nel nostro caso i riferimenti sono Napoli, Salerno, Taranto e Bari). In Basilicata, invece, la politica continua a ignorare queste importanti prospettive decisive per la crescita e la rinascita.
I fischi di Matera, secondo noi, sottendono a questi fabbisogni primari ma ancora trascurati o sottovalutati. Pertanto, servono dialogo e confronto fra politica, istituzioni, operatori turistici, imprese, sindacati e società civile. C’è bisogno innanzitutto di sinergie fra i due capoluoghi, Matera e Potenza, che solo gli stolti e gli ignavi vogliono ancora divise e incuranti dei destini nebulosi della nostra gente. In conclusione, signor presidente, c’è tanto lavoro da fare per cambiare e ammodernare realmente la Basilicata da consegnare alle future generazioni.
Tuttavia, le ricordiamo che dall’estate scorsa aspettiamo di incontrarla (insieme all’assessore alle Infrastrutture, Merra) per parlare di queste e altre impellenze.
Nel frattempo riceva i nostri migliori auguri per le prossime festività.
Nicola Pavese, presidente dell’associazione “Matera Ferrovia Nazionale”