Uci Regionale Basilicata ha inviato il testo integrale della lettera aperta ai candidati presidenti della Regione Basilicata in vista delle elezioni regionali del 24 marzo 2019. Di seguito la nota integrale.
L’agricoltura è dentro la nostra quotidianità di persone e di cittadini.
L’agricoltura contribuisce ad arginare i fenomeni di esodo e di urbanizzazione. Previene calamità naturali. Garantisce posti di lavoro. Soddisfa una quota significativa della domanda alimentare. Contribuisce a costruire realtà geografiche coese, compresa l’Europa politica, indirizzandone le direttrici a favore dello sviluppo, delle garanzie per i cittadini, della modernizzazione dell’economia, della riduzione delle sacche di povertà e di emarginazione.
Preservare il patrimonio di saperi e di valori offerto dall’agricoltura equivale quindi a salvaguardare l’ambiente, l’identità, la salute, il nostro domani.
Intorno a tale consapevolezza si muove da sempre l’azione dell’Unione Coltivatori Italiani, organismo storico di rappresentanza del mondo agricolo italiano, nato sul finire degli anni sessanta dalle istanze del movimento contadino e costituitosi legalmente nel 1972.
Confermando la propria natura di Organizzazione autonoma aperta al confronto con i Partiti e i Governi, in occasione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale, l’UCI BASILICATA sottopone all’attenzione dei Candidati Presidenti per il governo della Regione, le proposte sulle principali questioni da affrontare nella nuova legislatura e sugli impegni da assumere per rilanciare l’agricoltura, affermandone il ruolo decisivo che essa svolge nel contesto economico e sociale regionale.
A tal fine, ritenendo di poter considerare, da parte di tutti, come acquisito e scontato l’impegno di carattere generale a riconoscere la massima importanza al mondo rurale, l’UCI BASILICATA, alla luce delle grandi difficoltà che gravano sul settore primario regionale, assegna una valenza decisiva alla possibilità e alla volontà di affrontare, adeguatamente, TRE specifiche problematiche, quella della TRASPARENZA DELLE DEGLI ATTI E DELLE PROCEDURE, quella della SBUROCRATIZZAZIONE DEL SETTORE, quella della CONCERTAZIONE E DELLA RAPPRESENTANZA DEGLI OPERATORI, che sono state, finora, di rilevante freno e di ostacolo agli operatori del settore.
1. LA TRASPARENZA DELLE DEGLI ATTI E DELLE PROCEDURE
In agricoltura siamo in presenza di una situazione molto preoccupante, per le difficoltà che devono fronteggiare gli agricoltori e per la mancanza di un vero sostegno alle imprese del settore. Finora, “tanta spesa ma poca resa”, come confermano i dati e gli indicatori del settore, che mostrano l’infruttuosità della politica, prevalentemente assistenziale e clientelare, messa in atto. Giova ricordare che gran parte dei finanziamenti erogati attraverso il Psr 2014-2020 sono stati appannaggio principalmente delle amministrazioni pubbliche e dei soliti raggruppamenti di operatori privilegiati dalle disposizioni regionali, e solo in misura ridotta dai veri titolari delle risorse destinate allo sviluppo agricolo. E’ evidente la necessità di adottare un sistema di procedure basato sulla correttezza e la trasparenza, capace di interrompere il circolo vizioso che in questi anni si è creato tra politica e gruppi di interesse economico.
L’Uci Basilicata ha già fatto presente, a più riprese, l’inaccettabile comportamento della Regione e degli Uffici del Dipartimento Agricoltura nella gestione dei programmi di sviluppo, denunciando il rischio di un uso improprio di ingenti risorse finanziare per finalità diverse da quelle per cui sono state programmate. Il superamento della discrezionalità degli Uffici attraverso il ricorso a valutazioni “terze” di Bandi e Progetti, e dei favoritismi, attraverso la “trasparenza degli atti”, rappresenta la condizione per evitare la caduta di credibilità politica e istituzionale e, al tempo stesso, di mortificare e penalizzare ingiustamente i sacrifici di tutti coloro che, con onestà e impegno, si adoperano per costruire una comunità progredita e sviluppata.
La proposta dell’UCI per una “Buona Governance” degli interventi per il settore agricolo porta a contemplare, necessariamente, l’adozione di pratiche e procedure adeguate per assicurare la Sostenibilità, l’Efficienza, la Partecipazione, la Trasparenza, delle azioni.
Si stratta, in sostanza, di introdurre tutti gli accorgimenti indispensabili ad una spinta decisiva per il superamento del dirigismo e dell’autoreferenzialità politica e istituzionale che, finora, si sono materializzati in quella specie di “ossessione gestionale”, che ha portato ad un utilizzo improprio, discrezionale e inefficace dei fondi pubblici.
2. LA SBUROCRATIZZAZIONE DEL SETTORE
In Agricoltura si è creato un corto circuito ad elevato voltaggio, tra i centri di indirizzo e i centri di controllo. L’aspetto più preoccupante di tale situazione è quello del disorientamento degli agricoltori: i beneficiari, spesso, RINUNCIANO ad utilizzare le risorse concesse, esclusivamente A CAUSA DELLE PROCEDURE BUROCRATICHE.
a) La semplificazione delle procedure di attuazione degli interventi in agricoltura è da considerare considerata una priorità assoluta.
Allo stato attuale, le imprese agricole denunciano, giustamente, un eccessivo carico burocratico. Fonti autorevoli stimano in 50-100 le giornate che un imprenditore agricolo deve dedicare alla burocrazia.
Oltre che un costo divenuto insostenibile, la burocrazia sottrae tempo alla gestione tecnico-economica dell’azienda, divenendo, così, un limite inaccettabile alla competitività e all’innovazione. Tale situazione, in Basilicata, ha indotto un numero significativo di operatori, stimabile tra il 10 e il 20% dei beneficiari, a rinunciare alla realizzazione dei progetti presentati, influenzando negativamente, in tal modo, il livello di utilizzo dei fondi a disposizione e lo stato di attuazione dell’intero PSR.
In considerazione del notevole appesantimento delle procedure burocratiche adottate per il ciclo di programmazione 2014-2020, è da considerare, pertanto, opportuna e necessaria l’introduzione, da subito, di quelle innovazioni procedurali più utili ad interrompere il corto circuito che si è determinato, adottando i correttivi e i provvedimenti che consentono di raggiungere gli obiettivi prefissati.
b) Criteri di riferimento
Le funzioni attinenti i controlli e l’erogazione dei contributi in agricoltura, devono essere espletate tenendo conto del seguente quadro generale di riferimento:
• Finalità improntata allo sviluppo del tessuto produttivo e sociale;
• Principio della SUSSIDIARIETA’;
• Regole CERTE per i beneficiari;
• Responsabilità dei beneficiari;
• Controlli non invasivi sull’utilizzo dei fondi per le attività programmate e approvate;
• Riduzione dei tempi di erogazione delle risorse a seguito di verifica della documentazione attestante l’effettiva spesa realizzata;
• Osservazione del principio della Prescrizione, quindi della Diffida e in ultimo della Multa.
In particolare, si rappresenta l’opportunità di agire sui punti di criticità registrati e sulle soluzioni da ricercare in ordine:
– ASSENZA DI SPECIFICHE REGOLAMENTAZIONI PROCEDURALI
In assenza di specifici Protocolli e Mansionari cui attenersi, al fine di evitare ridondanza dei controlli e difformità di valutazione a seconda dell’interpretazione dei soggetti delegati a svolgere le funzioni di controllo e pagamento, deve essere stabilito:
– di Adottare, come riferimento generale, quanto previsto dalle “Linee guida sull’ammissibilità delle spese relative allo sviluppo rurale e a interventi analoghi”;
– di Istituire una sorta di “Arbitrato” in capo ai Responsabili di Misura, cui affidare l’interpretazione autentica dei provvedimenti oggetto di contestazione;
– INCERTEZZE SU TEMPI E MODALITA’
La complessità dell’architettura sull’utilizzo dei fondi europei e sui meccanismi di controllo ha determinato una situazione di incertezza e di disorientamento degli operatori, che può essere recuperata attraverso la definizione di alcuni punti, su aspetti che riguardano la volontà immediata e futura, di operare in un quadro di chiarezza e certezze; in particolare, è richiesto di adoperarsi per:
– Accorciare i tempi di istruttoria a giorni 30 e quelli di erogazione a giorni 45;
– mantenere l’obbligo di comunicare “una sola volta” i documenti sullo status giuridico;
– contenere entro ulteriori 30 giorni i cosiddetti controlli in loco e/o di secondo livello;
– portare in contenzioso soltanto le spese non riconosciute, liquidando quelle per le quali non sussistono problemi;
– assicurare la piena trasparenza, tramite servizi telematici, delle informazioni sullo stato dei procedimenti amministrativi;
– limitare le attività di controllo non necessarie rispetto alla tutela degli interessi pubblici;
– ritenere probatorie le notizie contenute negli atti deliberativi della Regione in ordine alle informazioni propedeutiche alla rendicontazione di spese rientranti in programmi approvati (es. personale, manifestazioni, ecc);
– non considerare necessarie le attestazioni ripetitive che comportano aumenti di costi per l’attuazione dei progetti (es. specifiche delibere degli organi ogni qualvolta si è chiamati a partecipare a interventi già previsti e obbligati a seguire);
– ammissibilità delle spese sostenute per garantire il funzionamento degli strumenti attuativi fino a completamento dei programmi e degli interventi;
– certezza per l’esito delle rendicontazioni chiuse positivamente, senza la possibilità di rivedere a posteriori (tranne i casi di evidenza di illegalità) le determinazioni già assunte;
– possibilità di rivedere in autotutela le determinazioni che presentano difformità di valutazione su elementi simili e/o identici (es. casi diversamente valutati);
– impegno per istituire, con l’avvio della nuova PAC, il RUC (Registro Unico dei Controlli) e la de-materializzazione delle domande. Con tale modalità, i tempi di istruttoria di una pratica, dalla scadenza del bando all’assegnazione del finanziamento, dovrebbero ridursi da una media di circa 300 giorni a 90, mentre la media dei documenti da presentare, sempre secondo le stime, dovrebbe passare da 23 a 10. Contemporaneamente si attende una sensibile riduzione di documentazione cartacea (dal 65% al 10%) e un aumento di quella veicolata per via informatica (dal 35% al 90%).
Complessivamente, la riduzione dei costi a carico delle imprese finanziate è stimata intorno al 32%, con un effetto significativo in termini di riduzione delle rinunce e delle revoche.
– PROCEDURE CHIARE
– nessuna sovrapposizione tra Controllori ed Erogatori;
– nessun rimpallo delle responsabilità tra Regione ed Organismi Pagatori.
Le regole da rispettare devono essere previste in un “mansionario” cui attenersi e non “pescate” di volta in volta in modo discrezionale e difforme. Bisogna, inoltre, escludere qualsiasi forma di “mobbing amministrativo” da parte dei controllori, ma limitarsi al rispetto e all’osservazione del principio della PRESCRIZIONE, quindi della DIFFIDA e in ultimo della MULTA
3. LA CONCERTAZIONE E LA RAPPRESENTANZA DEGLI OPERATORI
Il confronto e la concertazione tra le diverse componenti della governance del mondo rurale, rimane un obiettivo valido, benchè siano evidenti i limiti della prassi “consociativistica” del “Tavolo Verde”, adottata in Basilicata.
L’UCI Basilicata considera indispensabile innovare profondamente il metodo della concertazione, partendo dal principio della Sussidiarietà, che dovrà essere non solo di tipo “verticale o funzionale”, tra i diversi livelli delle articolazioni pubbliche e private, ma anche di tipo “orizzontale”, in modo da consentire il giusto protagonismo alle rappresentanze di territorio e di comunità.
La “Rappresentanza” non deve significare “stare al posto di qualche altro” per decreto o disposizione burocratica, ma, deve rispettare e valorizzare la diversificazione delle componenti economiche e sociali, indispensabile per dare nuove prospettive e nuova dignità alle realtà locali, superando il sistema delle sovrastrutture precostituite con la pretesa di imporre dall’alto le scelte che riguardano specifici ambiti e popolazioni.
Sperimentare nuove forme di Rappresentanza e di Concertazione in una visione Integrata e di Rete, rappresenta la nuova frontiera per costruire programmi e alleanze con quanti interessati al bene della comunità, dando forza al binomio “risorse del territorio – sviluppo”, del sistema Basilicata.