A partire da venerdì 30 marzo l‘imprenditore Fabrizio Zampagni annuncia la ripresa dello sciopero della fame. Nel pomeriggio, a partire dalle ore 16, presso la Fondazione Lucana Antiusura Monsignor Cavalla in via don Minzoni, 46 a Matera l’imprenditore che aveva già avviato questa forma di protesta per venti giorni manifestando sul piazzale antistante il Comune di Matera ha deciso di riprendere a digiunare.
Riportiamo di seguito la nota in cui spiega le motivazioni che lo hanno convinto a riprendere questa forma di protesta.
Riprendo a digiunare, perchè ho fame di trasparenza.
Di fronte alla conferma eclatante e spudorata della cattiva gestione comunale del patrimonio pubblico, storico-cultura ed identitario dei Sassi, patrimonio mondiale dell’umanità riconosciuto dall’UNESCO non mi resta che riprendere lo sciopero della fame.
Riprendo lo sciopero della fame sospeso il 19 scorso – dopo 20 giorni di digiuno – quando mi fu annunciato che era alla firma del Dirigente dell’Ufficio Sassi la risposta attesa e sollecitata da
tempo memorabile.
Ancora prima di leggerne il contenuto, consideravo un risultato che il Comune si decidesse a rispondermi. Da sempre per esperienza diretta nell’odissea della mia pratica decennale sospesa presso l’Ufficio Sassi, sappiamo che il Comune considera solo un “optional” rispondere alle istanze dei cittadini …almeno, quando si tratta di cittadini che non rientrano nelle “grazie” particolari del Palazzo di Città.
Adesso che la risposta firmata dalla Dr.ssa Delia Tommaselli, Dirigente dell’Ufficio Sassi, e dal Responsabile del Procedimento, Arch. Giuseppe Gandi mi è arrivata e dimostra con palese evidenza che
a Palazzo di Città domina l’arroganza di una “burocrazia canaglia”, che fa killeraggio delle istanze legittime, calpesta i bisogni e i diritti del cittadino e degli operatori onesti, senza esitazione a
compiere atti illegittimi, con abusi e falsi in atti d’ufficio, non mi resta che riprendere le azioni estreme, rilanciando alla vigilia di Pasqua la salutare sfida quaresimale del digiuno. Il mio sciopero della fame va ben oltre alla personale vicenda della mia pratica decennale (ho già ufficializzato la disponibilità alla rinuncia delle sub-concessioni previste per la mia ditta nella Delibera di Giunta n°43/2009, purchè si revochino tutta una serie di sub-concessioni in deroga con i vincoli della programmazione per il
recupero).
La mia decisione trova ragione nella volontà di resistere e battermi radicalmente nei confronti di una politica indegna, che continua ad umiliare la fiducia dei cittadini, rassegnati alla sudditanza verso il sistema illegale e assistenzialistico rappresentato dai poteri localmente dominanti.
Rinnovo dunque con tutta l’energia che mi sale dallo stomaco, costretto al digiuno, la ferma intolleranza verso una politica che strema la fiducia del cittadini nel senso delle istuzioni e del bene
comune. E’ guerra, guerra non violenta, guerra di salute pubblica contro i soprusi dell’Amministrazione Locale che si manifesta con misure “giustizialiste verso i cittadini non-protetti”, mentre riserva
trattamenti “garantisti con i cittadini piu’ docili e sensibili agli affari” … Penso alla schiera di quegli “amici e compagni di merenda” cui la pubblica amministrazione non fa mancare i propri favori.
I Sassi sono diventati in questi anni, privi di programmazione comunale e in balia della discrezionalità comunale, un banco di affari.
E, nel piu’ ampio scenario mondiale dei centri storici riconosciuti quale patrimonio dell’umanità UNESCO, rappresentano sempre piu’ un patrimonio pubblico di inestimabile valore, lasciato in balia della privatizzazione piu’ sfrenata.
Tant’è che l’85% della Città dei Sassi – ventinove ettari di patrimono storico-edilizio ricadente nella proprietà demaniale – è affidato prioritariamente a chi dispone di una piccola quota di proprietà
privata, mentre i bandi pubblici per i bisogni di residenza o di lavoro sono rimasti per lo piu’ inattuati.
Mentre con impressionante boicottaggio della partecipazione, si è ormai concluso il recente ciclo dei tre incontri pubblici, organizzato con il concorso dell’Adiconsum di Matera, e dedicato alle “prove di trasparenza urbana”, il mio digiuno continuerà a perseguire un ben nutrito programma di azioni:
– raccolta e class_action dei casi di mala burocrazia comunale subite dai cittadini nei rapporti con il Comune e con l’Ufficio Sassi;
– denuncia dei falsi e abusi di ufficio nelle pratiche di subconcessione degli immobii pubblici nei Sassi;
– “questione morale” al sesto piano del palazzo di città “la moglie del re … non è affatto senza sospetti”;
– moratoria per “Matera 2019”, almeno finché i Sassi non vedano il rinnovo dei piani di recupero e, a Palazzo di Città, non si rimuova la “questione morale” del Capo di Gabinetto del Sindaco;
– istanza al Presidente della Regione per la nomina di un Commisario ‘ad acta’ al Comune di Matera.
… Intanto, ora, subito, per cominciare si chiede ub Consiglio Comunale, uregente e straordinario sulla avvilita “questione dei Sassi”.
COMUNICATO-STAMPA
Riportiamo di seguito il comunicato con il quale l’imprenditore Fabrizio Zampagni rende omaggio al Questore Barnabei che lascia Matera per assumere l’incarico nella città di Pisa.
La riconoscenza di un “rompiscatole”
Debbo al Dr. Gianfranco Barnabei in procinto di lasciare Matera per la nuova sede in Toscana il sentimento più sentito e riconoscente di profonda gratitudine.
Dalla primavera dell’anno scorso ho conosciuto il Questore e da allora l’ho disturbato più volte.
Il dr. Barnabei ha voluto accogliermi sempre con sollecitudine e paziente, gioviale cordialità.
La prima volta, a maggio scorso, c’era la mia iniziativa ai cancelli del lager del C.I.E. – il Centro di Identificazione ed Espulsione dei profughhi, a Palazzo S.Gervaso. Ultimamente, la vicenda del mio sciopero della fame, per fame di trasparenza a Palazzo di Città.
Dal Questore Barnabei ho ricevuto ascolto e comprensione.
I suoi consigli mi sono stati sempre utili e mi hanno fatto sentire la Polizia di Stato “a servizio del cittadino” – come sentivo ripetere da mio padre, Questore a Matera nella metà degli anni ’60. Da allora, mi sono innamorato e radicato in questa Città, rimanendone fatalmente rapito.
Le doti di simpatia e cordialità, i tratti di signorilità, i rapporti franchi e immediati, scevri del ‘peso’ della funzione che il Questore riveste, è condito nel dr.Barnabei dall’acume di cogliere, accogliere ed incoraggiare … anche i “rompiscatole” della mia specie. Ho la netta convinzione che il Dr. Barnabiti sia un Questore della Repubblica Italiana non usuale.
E ho la sensazione altrettanto netta di un’accoglienza e una cortesia affatto formale, magari dovuta alla considerazione di essere il figlio di un ex collega.
Ho ricevuto quell’attenzione e quella disponibilità autentica di chi sa ascoltare i cittadini e sa garantire la dignità del diritto e del libero pensiero, sapendone comprendere manifestazioni e comportamenti, anche nelle espressioni di disagio che emergono dalla travagliata e critica transizione di questi nostri giorni.
Per la sua onestà intellettuale, per il fervore con cui la sostiene, per aver saputo riconoscere nel breve tempo della sua permanenza a Matera l’indole lucana dove anch’io, da toscanaccio, ho scelto di radicare la mia famiglia e per tante sue altre doti rare e apprezzate che non ho avuto il tempo di focalizzare, sappia, Dr.Barnabei, che io e i materani non riusciremo a dimenticarla facilmente.
Buon ritorno nella Toscana che è la mia terra d’origine, Questore Barnabei!
Fabrizio Zampagni
ie tust a mori’ kuss oooooo!! a quanta pagnotte se frecato evoglia a far sciopero della fame!!
Riprendi lo sciopero? Ottimo! Ma adesso fallo mooooooolto più lungo!