Il leader di Basilicata Casa Comune è intervenuto oggi per la prima volta in Consiglio regionale dopo i problemi di salute che gli avevano impedito finora l’ingresso nel parlamentino lucano.
Un fermo intervento sulle linee programmatiche di Bardi e la dichiarazione di voto per la richiesta di abrogazione della legge sull’autonomia differenziata, hanno caratterizzato il debutto in consiglio regionale del consigliere Angelo Chiorazzo, costretto per motivi di salute a rinviare di qualche settimana l’ingresso ufficiale nel parlamentino lucano. Con un pizzico di comprensibile emozione, ma senza perdere la consueta risolutezza, il leader di Basilicata Casa Comune ha esordito intervenendo sulle linee programmatiche.
“Analizzarle – ha detto – richiede un’analisi su più punti. Innanzitutto, vanno valutate la proposta, la progettualità, la credibilità e la sostenibilità della stessa, per evitare di ragionare su qualcosa destinata ad essere un libro dei sogni”.
Per Chiorazzo la proposta di Bardi “è condivisibile per sufficienti tratti”, ma viene presentata “in modo generico, come affermazione di principio basata su una necessità di qualità della vita che certamente non è sostenibile dilapidando le royalty petrolifere”.
Secondo Chiorazzo, quando si parla “della volontà di rendere finalmente la gestione del patrimonio forestale produttiva” bisogna spiegare “come perseguire l’obiettivo”.
Poi la nuova gestione del bonus gas, in cui “Bardi fa proprie le indicazioni di questa opposizione, sia pure senza dichiararlo e senza fare un mea culpa per aver bruciato decine di milioni di euro in favore delle compagnie per la fretta di sfruttare gli effetti del bonus in chiave elettorale. Bardi dice ancora di voler ridurre la spesa sanitaria. Ma dovrebbe almeno accennare a una strategia, a una via da seguire. Non c’è traccia di un ragionamento sulle risorse se non in chiave di tagli della spesa farmaceutica. Eppure, sulla nostra sanità serve investire. La sanità va vista come fattore produttivo e non di spesa. Sulla sanità ci sono ragioni che devono anche andare oltre il calcolo economico. Non ne sono solo convinto, ma ne sono anche testimone nel recente passato. Ricevere cure tempestive nei pressi del luogo dove si vive e si lavora può diventare discrimine tra la vita e la morte”.
La mancanza di progettualità, per Chiorazzo, sta anche “nella gestione delle risorse idriche, con una distribuzione idrica che fa acqua, letteralmente e metaforicamente, da tutte le parti, disperdendo circa il 60 per cento di quanto viene immesso in rete. Quando si rivendica di aver risanato Acquedotto Lucano non si specifica che si tratta solo di un’operazione finanziaria. Del resto, è lo stesso impianto che troviamo nelle politiche di sostegno all’impresa: non programmi strategici alla ricerca di mercati, idee imprenditoriali, nuove iniziative, ma sostegni alla spesa. I fondi a disposizione, quelli europei come quelli del PNRR destinati a cessare, vengono semplicemente ripartiti nel tentativo di tenere tutti buoni, di evitare licenziamenti”. Chiorazzo, infine, ha chiesto a Bardi di ritirare la relazione per “riformularla”.
A seguire, la dichiarazione di voto per l’abrogazione dell’autonomia differenziata “Ci tenevo oggi ad essere presente a questa votazione – ha commentato – per richiamare tutti a un voto di scienza e di coscienza. Mi rivolgo anche a lei, presidente Bardi. Lei ha detto che il Mezzogiorno in questa riforma va garantito nella definizione dei Livelli Essenziali di Prestazioni. E su questo voglio offrire due spunti senza entrare nel merito delle materie a rischio. Non contrastare un progetto di autonomia differenziata senza che ci sia preventiva chiarezza su quei Lep che, a sentire Bardi, ci lasciano insieme perplessi si tratta di un salto nel buio. Anche perché sono convinto, ha proseguito Chiorazzo, che se in quest’aula nessuno pensa di spaccare il Paese non sono convinto che lo stesso si possa dire anche per tutte le forze presenti nel Parlamento. E, ugualmente, sono convinto che gli egoismi territoriali di regioni forti anche nel peso elettorale possano condizionare seriamente queste scelte. Stiamo, come sempre in questi casi, facendo passare un principio. E il principio è che ci possano essere Italie con diverse velocità diversi diritti, diversi gradi di cittadinanza”.