Beni, attività e produzioni culturali, Economia della conoscenza, politiche di innovazione e ricerca, 5G, Matera digitale, Cinema, Matera 2019. Queste le deleghe assegnate al senatore Giampaolo D’Andrea. Lo abbiamo intervistato dopo aver accettato la proposta del sindaco De Ruggieri.
La domanda è d’obbligo. Perchè ha deciso di accettare la prosta del sindaco De Ruggieri per fare l’assessore a Matera? “Ho avuto una richiesta insistente da parte del sindaco di attivarmi in nome di un interesse superiore per la città, che si accinge a rappresentare l’Italia con il titolo di Capitale europea della cultura nel 2019. Il tema è che non si può affrontare un appuntamento del genere in situazione di precarietà amministrativa o gestione commissariale. Ritengo giusto lo sforzo fatto dal sindaco per assicurare una continuità politico-amministrativa e quindi mi ha chiesto un atto di generosità nei confronti della città. Io, pur con qualche difficoltà perchè questo impegno comporta un sacrifico della mia vita personale, ho accettato per due ragioni fondamentali. Io non dimentico di essere stato senatore eletto a Matera e ho non dico un debito di riconoscenza ma un grande rispetto per una comunità che mi ha accolto con grande capacità di ospitalità e nella quale io ho potuto esprimere le potenzialità di una rappresentanza politico-istituzionale che aveva già trovato prima ma che ha trovato anche dopo sblocchi a livello istituzionale. Io stesso per le circostanze di preparazione per la selezione della capitale europea della cultura sono stato impegnato come capo di gabinetto del Ministro dei beni culturali nel precedente Governo e ho avuto un contatto diretto delle problematiche e della sperimentazione della capitale italiana delle cultura che troverà una pausa solo nel 2019 per celebrare Matera capitale europea della cultura.
L’altra ragione è che Matera 2019 è un impegno nazionale, per il quale tutta la comunità nazionale deve sentirsi mobilitata e per la quale tutti hanno espresso la volontà di una piena cooperazione: I Ministri che si sono succeduti hanno sottolineato questa possibilità di una reazione del sistema Italia nel suo complesso e anche il nuovo Governo con il Ministro Bonisoli in visita a Matera ha ribadito l’interesse nazionale Mi sono sentito chiamato alle armi e non ho voluto disertare. La situazione è difficile ma ho percepito che si può dare un contributo e oggi questa attenzione deve prevalere su tutto il resto. Le proteste sono legittime, la polemica fa parte della dialettica politico-amministrativa che indubbiamente fa registrare una fase di travaglio, anche di riflesso rispetto alla nuova situazione politica del governo nazionale.
Come meridionali, lucani e italiani sappiamo di avere i riflettori accesi e Matera 2019 deve essere affrontata con l’obiettivo di capitalizzare il buon rendimento ai fini di un percorso ulteriore che deve aprire una strada nuova, per sviluppare una capacità innovativa oltre che di recupero della tradizione, fondamento sul quale si edifica la volontà che trova la radice del passato e che guarda con attenzione al futuro.
Matera ha vinto per questo e dobbiamo sviluppare questo tema. Ognuno deve rimboccarsi le maniche anche da posizioni differenti. Io tra questi ritengo uno che non poteva sottrarsi e quindi ho accettato l’incarico”.
Da assessore dovrà occuparsi anche di innovazione e quindi di 5G raccogliendo il testimone da un assessore che ha avviato sicuramente bene questo percorso come Enzo Acito, è pronto anche per questo impegno? “Io parlerò con Acito e con il sindaco De Ruggieri per prendere contezza piena degli itinerari e dei progetti avviati, sicuramente il tema dell’innovzione è significativo per Matera, ormai da anni, da quando Matera ha messo in piedi un’attenzione attorno al centro di geodesia spaziale, attenzione che va tutta dentro le grandi problematiche dell’innovazione scientifica e delle ricadute applicative. Ora si sono aperte altre strade grazie all’iniziativa dell’Amministrazione Comunale e alla disponibilità di interlocutori nazionali e internazionali e vedremo di portarli a compimento”.
Giampaolo D’Andrea è sicuramente legato al mondo culturale, da questo punto di vista c’è un progetto che vorrebbe realizzare qui a Mater? “Il dossier è molto ricco, le iniziative che sono messe in campo vanno perfezionate ma io credo che la spinta maggiore è rendere più solido il rapporto con il resto della Basilicata e con il Mezzogiorno. La storia di Matera vive di una cultura non solo locale ma con i confini più larghi che dobbiamo assecondare e non spezzare erigendo barricate che non avrebbero senso. Lo sforzo di consolidare un sistema complessivo di relazioni, tutto in funzione di un nuovo protagonismo, sia per il recupero delle tradizioni culturali sia sul piano innovativo è fondamentale per raggiungere l’obiettivo di Matera 2019”.
La vicenda per l’assegnazione della delega di vice sindaco, tutt’ora non assegnata, come è andata? “Nessuno me l’aveva presentata in questo modo. La proposta che il sindaco sulla quale mi aveva invitato a riflettere era solo legata alll’assessorato alla cultura, all’innovazione e a Matera 2019. Forse ne avevano parlato tra loro prima ma io devo dire che non me non è stato affrontato l’argomento e credo che era anche improprio affrontare una situazione del genere. Se è giusto che un vice sindaco ci deve essere, deve essere un assessore del posto che è abituato anche a trattare questioni minute di una comunità, come diretto collaboratore del sindaco. Lo spirito è quello di affrontare la parte legata a Matera 2019 nella quale io posso dare un contributo più legato alla mia esperienza che ho fatto e al sistema di relazioni che ho avuto”.
Senatore, sta pensando anche alla candidatura per le prossime elezioni regionali per provare a trascinare il centrosinistra alla vittoria dopo la probabile esclusione di Pittella, ancora agli arresti domiciliari? “Non ho preso in considerazione questa ipotesi, non so nemmeno che piega prenderà tutta la vicenda, io ho ricevuto un invito e ho risposto all’invito meditando bene la scelta che facevo e sono concentrato su questo incarico che mi è stato affidato”.
Mchele Capolupo
Di seguito la biografia di Giampaolo D’Andrea.
Giampaolo Vittorio D’Andrea è nato Potenza il 18 luglio 1949: è un politico e accademico italiano.
Laureato in filosofia ha insegnato storia del risorgimento, storia contemporanea e storia economica presso l’Università degli studi di Salerno e l’Università degli Studi della Basilicata, nel 1992 venne eletto deputato tra le file della Democrazia Cristiana e nel 1994 fu eletto parlamentare europeo. Dopo essere stato sottosegretario ai beni ed alle attività culturali nel primo governo D’Alema, nel secondo governo D’Alema, e nel secondo governo Amato, nel 2001 aderì alla Margherita e al termine delle elezioni politiche dello stesso anno ottenne un seggio al Senato.
Nella XIV legislatura è stato membro della VII commissione (beni culturali) e componente della commissione di vigilanza sui servizi radiotelevisivi, di cui fu anche vicepresidente dal 2003 al 2006. D’Andrea ha fatto parte del secondo governo Prodi in qualità di sottosegretario alle Riforme Istituzionali e ai Rapporti con il Parlamento.
Partecipa alla fondazione del Partito Democratico, del quale è stato responsabile nazionale del settore Ricerca, nell’ambito del Dipartimento Educazione.
Il 28 novembre 2011 è stato indicato dal consiglio dei ministri come sottosegretario ai rapporti con il Parlamento nel primo governo Monti. Sei parlamentari del Popolo delle Libertà hanno minacciato di non sostenere più il governo Monti nel caso in cui fosse stata confermata questa scelta.. Ha giurato il 29 novembre 2011.
È divenuto, nel 2014, Capo di Gabinetto del Ministro Dario Franceschini presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Nella foto Giampaolo D’Andrea (foto www.SassiLive.it)