“Ci sono cose che vorrei comprendere ma non ci riesco. Questa volta è il caso del “bug” della discordia. Il problema delle liste di attesa in Basilicata è di nuovo sulle cronache dei giornali. Non discuto il fatto che uno strano algoritmo o bug possa annullare e ri-prenotare la stessa visita medica dopo un anno; discuto il fatto che questo episodio diventi una scusa per dire che la nostra sanità funziona perfettamente, tranne il bug. Queste storie sono antipatiche e generano rabbia nei cittadini, soprattutto in quelli che vivono il problema delle visite che periodicamente vengono spostate per i motivi più disparati. Genera rabbia il tentativo di voler rappresentare una organizzazione sanitaria che fa acqua da tutte le parti in maniera diversa dalla realtà anche con arroganza, soprattutto in provincia di Matera”. E’ quanto dichiara il capogruppo PD in Consiglio regionale, Roberto Cifarelli.
Mi domando cosa ne sanno coloro che non vivono la transizione digitale del “millennium bug” o dell’esistenza di un virus che ha infettato il sistema informatico della sanità lucana, SIC!
Il problema delle liste di attesa ed il tentativo di smaltirle con insuccessi ripetuti è la cifra della sanità lucana che costringe i cittadini a rivolgersi per le cure in altre regioni con l’aggravio dei costi dovuti all’emigrazione sanitaria sui conti della nostra sanità, con buona pace dei direttori generali e soprattutto dei loro referenti politici ovvero l’Assessore alla Sanità ed il Presidente Bardi, afferma Roberto Cifarelli.
Voler rappresentare una sanità perfetta in Basilicata e soprattutto in Provincia di Matera rappresenta un atto di superbia nei confronti dei tanti cittadini che pazientano in fila agli sportelli dei centri di prenotazione unica: altro che bug!”.
La sanità privata accreditata è nuovamente in agitazione perché la Regione non rispetta gli impegni assunti con legge regionale, e si continua a perdere tempo. La sanità pubblica lucana è un valore che deve saper far buon uso anche della sanità privata accreditata, conclude Roberto Cifarelli.