Nicola Locuratolo: “Chi è causa del suo mal, pianga se stesso” (Dante Alighieri XXIX Canto Inferno). Meno di un mese fa il Giornale di Palermo riportava la fiera opposizione al Ponte di Messina di due giornaliste una di Reggio e l’altra di Messina che si ergevano, quasi novelle Scilla e Cariddi, a difendere l’ “incomunicabilità” fisica tra la terraferma e l’isola: la Sicilia. Mi sono cadute le braccia ed avevo deciso di non intervenire più! Ma quanto è forte l’idea europea Berlino-Palermo da oscurare il ponte-tunnel sul Baltico che collega la Danimarca con la Svezia per arrivare con il treno fino al Circolo Polare Artico, seguendo il meridiano terrestre. Questa idea ha fatto sì che in otto anni si realizzasse sotto la catena montuosa delle alpi il lunghissimo traforo del San Gottardo (ben 52 Km) e si arriva a Melzo (Mi) e qui si ferma davanti alle “palafitte” della Padania. Per un fortunato o sfortunato movimento orografico si solleva una catene montuosa ,l’Appennino, che mantiene ai suoi margini laterali la popolazione accalcata sulle rive dei mari: da una parte una serie di città notevoli, Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e ,dall’altra Ancona, Pescara, Foggia, Bari, Taranto, demograficamente più leggere. Ma come si può ipotizzare di vedere il Milano Palermo TAV percorribile, anche, dai treni dell’Alta Capacità e tutti e due sullo stesso binario? Come si può non vedere l’opportunità che l’Alta Capacità debba essere direzionata proprio sulla linea adriatica non fosse altro che per i porti che andrebbe a toccare (Ancona, Ortona, Brindisi e Taranto e Crotone e Corigliano e R.Calabria e fermiamoci qua, senza voler andare più in Sicilia ed , anzi, la Sicilia se ne andasse a fare in…Africa, alla deriva. Caro professore Busetta, se non si guarda un problema con un’ottica “grandiosa” si rimane sempre legati al proprio piccolo localismo ed allora vale il ” Chi è causa del suo mal, pianga se stesso”. Auguri !
Dic 16