“Ho scritto al presidente della Commissione di vigilanza Rai Alberto Barachini per portare alla sua attenzione un fatto imbarazzante, per usare un eufemismo. Durante il Giro d’Italia, già oggetto di polemiche per aver estromesso quasi del tutto il Sud dalla gara a vantaggio delle tappe nel Centro-Nord, alcuni telecronisti della Rai, cioè del servizio pubblico televisivo, si sono lanciati in lodi malcelate per Cesare Lombroso e per il Museo che porta il suo nome, da moltissimi ormai percepito come un museo degli orrori. Lombroso è stato fautore di teorie pseudoscientifiche che oggi non possiamo che definire razziste, per le quali fu anche espulso dalla Società italiana di Antropologia ed Etnologia. Che dei giornalisti ne esaltino la figura vuol dire che quell’azione che il museo torinese dice in teoria di voler fare, cioè dimostrare l’infondatezza della sua pseudoscienza, non è andata a buon fine evidentemente. Ed è anche evidente che ancora oggi, a distanza di tanto tempo dal contesto storico postunitario che alimentò quelle abnormi teorie, ci sono ambienti che vogliono conservare il mito lombrosiano, con tutto quello che porta con sé”.
Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis, il quale ha inviato una lettera al presidente della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, il senatore Alberto Barachini, in merito ad alcuni commenti dei telecronisti del Giro d’Italia sulla RAI. Qualche giorno fa il senatore De Bonis ha inoltre presentato un’interrogazione al Ministro Franceschini affinché valuti la chiusura del Museo Lombroso di Torino.
“Ecco cosa hanno detto – spiega il senatore – i giornalisti durante la telecronaca: ‘Non possiamo non citare Cesare Lombroso – le parole della telecronaca – anche perché qua a Torino c’è il suo splendido museo di antropologia criminale. È il padre della criminologia moderna, sosteneva che i criminali non fossero criminali per le condizioni di vita difficili, ma per nascita. Le caratteristiche del criminale si potevano capire da subito dalla forma del suo cranio e da come era fatto fisicamente’. Quanto accaduto mi lascia molto perplesso ed è gravissimo ascoltare tali dichiarazioni nel corso di un programma sportivo, molto seguito anche al Sud da cittadini che pagano il canone. Cittadini meridionali che vorrebbero distrarsi in questo particolare periodo storico, ma che devono sentire commenti inopportuni nel mezzo di una competizione sportiva”.