Arnaldo Lomuti, senatore M5s: “A piccoli passi verso un diverso rapporto tra cittadini e Stato”. Di seguito la nota integrale.
«Spesso percepiamo lo Stato come ente a se stante e scollegato dai cittadini, non solo per le grandi contraddizioni che comunque enti di gestione di tale complessità manifestano, dovendo gestire, ad esempio, 60 milioni di persone con tutte le loro esigenze e milioni di kmq di territorio. In condizioni magari anche incancrenite da 40 anni di politiche che spesso hanno favorite categorie sociali a discapito di altre, se pensiamo ad esempio, alla corporazione delle banche o delle assicurazioni o della grande distribuzione.
Se poi consideriamo lo Stato come esattore di tasse così elevate, il distacco tra i cit-tadini e questo ente supremo si allarga in maniera esponenziale, e non solo in rela-zione all’arrivo della cartella esattoriale».
La dichiarazione è del senatore Arnaldo Lomuti ed è in relazione al suo disegno di Legge Delega al Governo, per la revisione della gestione degli oneri generali del sistema elettrico, di cui all’articolo 3, comma 11 del decreto legislativo del 16 marzo 1999, n. 79, come modificato dall’articolo 39, comma 3, decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83.
Legge delega pensata perché «Molto spesso, e più direttamente – ha continuato il senatore del M5S – i cittadini percepiscono lo Stato come ente lontano dai cittadini, anche e soprattutto quando piccole ingiustizie o tassazioni indirette, però ripetute in maniera cadenzata e precisa per anni, finiscono per vessare famiglie, imprese e co-munità. Come accade con la bi-mensilità della bollente energetica: luce e gas, per capirci bene».
Della bolletta energetica, infatti, già irrita il costo finale complessivo, ritenuto giustamente elevato, per via delle accise e anche perché, come dimostrò un’analisi della stessa comunità europea di qualche anno fa, nel confrontare i costi energetici Franco frontiera in Europa, prima della distribuzione del gas sul territorio nazionale, a fronte di percentuali dal 22 al 25% di Paesi europei come Inghilterra, Belgio e Germania, l’Italia presentava costi iniziali del 36%. Dall’11 al 14% in più rispetto a Paesi europei con più o meno un identico mercato di riferimento.
Se poi, al costo finale della bolletta energetica, aggiungiamo costi non facilmente comprensibili per gli utenti, come la voce “oneri di sistema” e “trasporto dell’energia”, ecco che il disappunto generico e generale diventa vero e proprio malcontento.
È ancora Lomuti che spiega: «In attesa di emendare nel prossimo decreto semplificazione anche il “trasporto dell’energia”, ritenendo una ingiustizia pagare il trasporto della “corrente” anche per le case che usi stagionalmente, come una casa vacanza o una casa in campagna o quella dei propri figli all’università, il provvedimento che ho inteso presentare è in sostanza una legge delega che obbliga il governo a rimodulare queste “tasse” aggiuntive e indirette, che vanno sotto il nome di “Oneri Fiscali”, chiedendo che siano collegate, per una questione di equità sociale, alla dichiarazione dei redditi dei titolari dell’utenza, non potendone chiedere l’annullamento in quanto sono componenti tariffarie il cui gettito – determinato dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambienti (ARERA) – è destinato alla copertura di costi relativi ad attività di interesse generale, previsti in attuazione di disposizioni normative primarie».
Il gettito complessivo di tali oneri, a partire dall’anno 2018, a seguito della riforma operata dall’Autorità, è stato rideterminato in complessivi 13 miliardi di euro. Tale importo è posto esclusivamente a carico del consumatore finale dell’energia elettrica, e viene versato su appositi conti di gestione della Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (CSEA).
Però, conclude Lomuti, «A bocce ferme (finita questa emergenza Covid-19), ci impegneremo a trovare 13 miliardi di euro da altra copertura che non gravi ulteriormente sul cittadino come sistema indiretto di tassazione, attraverso un aumento dei costi di un servizio di pubblica utilità. Nel frattempo, ed è il senso vero di questa proposta di legge delega, c’è sembrato più giusto rimodulare le ripartizioni di questa tassa indiretta e far pagare gli oneri di sistema in maniera proporzionata alle entrate di famiglie e imprese».