Prima o poi doveva accadere: Luigi Di Maio, Ministro degli Esteri in carica, lascia il Movimento 5 Stelle. L’annuncio nel pomeriggio durante una conferenza stampa per ufficializzare la scissione dal Movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio e l’adesione al gruppo parlamentare “Insieme per l’Italia”. Parte dal governo, il ministro degli Esteri. Dice che si è rafforzato, dopo la risoluzione di oggi sugli aiuti all’Ucraina, approvata con 219 sì, 20 no e 20 astenuti in Senato. Sostiene che lo scontro nel Movimento – ormai in corso da giorni – è stato alimentato per motivi mediatici. E poi spiega le ragioni dell’addio.
Si concentra sulla guerra in Ucraina, Di Maio. “Dovevamo scegliere da che parte stare della storia. I dirigenti del Movimento hanno rischiato di indebolire l’Italia, di mettere in difficoltà il governo per ragioni legate alla propria crisi di consenso, per recuperare qualche punto percentuale, senza neppure riuscirci. La guerra non è uno show mediatico, è da irresponsabili picconare il governo. Di fronte alle atrocità che sta commettendo Putin non potevamo mostrare incertezze”. Poi il passaggio sulla risoluzione. Al Senato c’è stato un “voto che delinea la posizione dell’Italia e che ribadisce la nostra appartenenza all’area euro-atlantica” e non poteva essere altrimenti. “No alle ambiguità”.
“Grazie al Movimento per quello che ha fatto per me, ma da oggi inizia una nuova strada”, ha detto Di Maio. Quindi l’annuncio, ormai scontato. “Lascio il Movimento, è una scelta sofferta che non avrei mai pensato di fare”. E la voce si incrina. Poi la rottura, anche nel linguaggio: “Da oggi inizia un nuovo percorso. Per costruire un futuro servono soluzioni e idee realizzabili. Per avere un modello vincente da nord a sud abbiamo bisogno di aggregare le migliori capacità e talenti. Perché uno non vale uno”.
Nel suo discorso Di Maio cita l’esponente di un altro partito, lo scomparso presidente del Parlamento europeo, il dem David Sassoli. “Davanti a questa guerra devastante, l’Europa deve essere più solidale, ce lo ricordava il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, un esempio di grande di correttezza, di senso delle istituzioni e di pacatezza che deve essere da guida per tutti noi”.
Il nome della nuova formazione parlamentare è già noto dal pomeriggio. Nella conferenza stampa Di Maio ne traccia l’identikit. “Nascerà una forza politica che non sarà personale”, dove “non ci sarà spazio per odio, sovranismi e populismi”. Infine, l’ultima stoccata: “Da domani il Movimento non è più la prima forza politica in Parlamento”. Di Maio non risponde a domande. Al termine del suo intervento, c’è spazio solo per l’abbraccio ai “suoi” parlamentari.
L’uscita di Luigi Di Maio potrebbe avere ripercussioni anche in Basilicata. Cosa farà la deputata materana Mirella Liuzzi, da sempre vicina all’area Di Maio?
Michele Capolupo