Il consigliere regionale Gianni Perrino e il consigliere comunale Antonio Materdomini in una nota commentano la sentenza del Consiglio di Stato sulla vicenda Mulino Alvino che riguarda anche il permesso a costruire in via Dante. Di seguito la nota integrale.
Mulino Alvino: lacerante sconfitta per i cittadini e per Matera capitale europea della cultura 2019.
Il Consiglio di Stato ha definitivamente scritto la parola fine alla vertenza “Mulino Alvino”, sorta a seguito dell’ennesimo scempio urbanistico cui inutilmente alcuni coraggiosi cittadini hanno tentato di opporsi.
Leggere le dichiarazioni trionfalistiche di Adduce, l’ex Sindaco di Matera, e dei suoi accoliti, fa sorgere una semplice domanda: “Se ha vinto Adduce, chi ha perso?”
Hanno sicuramente perso i cittadini di Matera; ha (nuovamente) perso la cultura dell’urbanistica di qualità, “a misura d’uomo”, di bambino, di diversamente abile, di anziano; ha perso Matera Capitale europea della Cultura 2019, città considerata dal mondo accademico e scientifico un vero e proprio laboratorio per quanto riguarda l’architettura e l’urbanistica contemporanea. Architetti del calibro di Piccinato, Aymonino, De Carlo, Fabbri, Quaroni hanno realizzato a Matera interi quartieri (Spine Bianche, Serra Venerdì, Borgo Picciano, Lanera) che hanno segnato la storia dell’architettura e dell`urbanistica.
Ha vinto invece la protervia delle giunte “adduciane”: con la determinante duplice complicità dell’allora Presidente della Giunta Regionale, De Filippo, e di un consiglio regionale di centrosinistra che non ha provveduto, nel 2011, ad approvare una legge regionale che, in attuazione del decreto legge n. 70/2011 (convertito in legge con L. n. 106/2011, denominato “Piano Casa”, in realtà “Piano Cemento”), impedisse una cementificazione e una bulimia edilizia incontrollata. Ha vinto il centrodestra di Berlusconi che, proprio con il decreto legge n. 70/2011, ha reso possibili, grazie all’inerzia del legislatore regionale e al conseguente “vuoto normativo”, speculazioni edilizie di ogni tipo, contrarie alle più semplici regole di vivibilità e di decoro urbanistico e realizzate invadendo le poche aree e spazi verdi presenti nelle nostre città.
Ha certamente vinto il solerte Dirigente del Servizio urbanistica del Comune di Matera che ha prontamente rilasciato alla società Co.Ge.M il permesso di costruire n. 044459 in data 8 ottobre 2012 alla ditta Co.Gem. per “il recupero e riqualificazione dell’area del “Mulino Alvino” e la relativa delocalizzazione dei volumi demoliti in Via Dante, con cambio di destinazione ad attrezzature di interesse generale dei rimanenti volumi storici e realizzazione di un complesso residenziale con locali commerciali e sistemazione delle aree limitrofe in via Dante”.
Ha vinto l’irresponsabilità e l’incompetenza di una classe politica che ha dimostrato, con oltre una decina di variazioni urbanistiche, di avere nel proprio DNA una concezione “predatoria” del territorio e della città: di invasione cementizia ed edilizia, di distruzione di un tessuto urbano e extraurbano bellissimo, ricco di storia e di cultura come quello materano. Una classe politica che ha lasciato in mano ai dirigenti la programmazione urbanistica di una città insignita del prestigioso titolo di capitale europea della cultura 2019: una programmazione da cui dipende la qualità della vita dei cittadini.
Ha vinto, quindi, Adduce, che ha recentemente dichiarato che la sua amministrazione si è mossa ispirandosi“costantemente al criterio della separazione delle competenze tra gli organi politico amministrativi e quelli gestionali che, come è noto, appartengono esclusivamente alla dirigenza dell’ente”. Ci chiediamo, allora, se non fosse, non solopossibile, ma doveroso e indispensabile un intervento politico (ovvero un passaggio in Consiglio Comunale) al fine di individuare una zona diversa da quella di via Dante per “delocalizzare” i volumi demoliti: in tal modo, salvaguardandol’unica area verde di una zona già altamente cementificata e soffocata dalla viabilità cittadina. Ha vinto Adduce: ma è stata una vittoria di Pirro, che ha visto i cittadini e la città soccombere.
Ha vinto, infine, la Co.Ge.M. che terminerà la costruzione di un enorme palazzone, un immane parallelepipedo di cemento, collocato, tra l’altro, nei pressi di uno degli ingressi principali della Capitale Europea della Cultura 2019. Nulla da dire: Co.Ge.M. persegue finalità di profitto e di rendita speculativa. Quello che fa rabbrividire è che l’ex sindaco el’amministrazione da lui guidata si sono immediatamente schierati al fianco della Co.Ge.M. costituendosi in giudizio contro liberi cittadini che erano stati costretti ad adire le vie legali per tutelare non solo i loro sacrosanti diritti coincidenti con il pubblico interesse ad avere una urbanistica degna di questo nome, non invasa dal cemento. Gli interessi pubblici difesi dai cittadini contro il Comune di Matera: situazione inaccettabile e paradossale. Eppure era certamente possibile provare ad intervenire “a monte”, approvando strumenti urbanistici ormai urgenti e indispensabili per Matera, come il Regolamento Urbanistico (licenziato dalla giunta Adduce solo ad aprile 2015), invece di lasciare in mano tutto alla discrezionalità di un dirigente?
Tutta la vicenda è davvero assurda e non può che destare grande preoccupazione nei cittadini: come è stato possibileestromettere il Consiglio Comunale, ossia l’organo politico di indirizzo e programmazione di tutte le scelte gestionali di competenza comunale, da una decisione così importante per la città di Matera?
Il M5S, tramite tutti i suoi portavoce in consiglio comunale, regionale e in parlamento, e tutti gli attivisti, vigilerà affinché questo precedente pericolosissimo non si ripeta, distruggendo ulteriormente il già precario tessuto urbano materano. Il M5S si adopererà perchè il nuovo consiglio comunale, la nuova giunta ed il Sindaco De Ruggieri blocchi la cementificazione selvaggia e si muova a favore del recupero e della riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente. A cominciare proprio dall’area dell’ex Mulino Alvino.
Gentili signori 5 stelle,
mi duole dover constatare ancora una volta che a fronte di indubbie buone intenzioni di cittadini modello, da parte vostra non corrisponda una adeguata conoscenza e corretta rappresentazione dei fatti. In altri termini: poche idee ma confuse.
Tanto per cominciare Co.GE.M., ha legittimamente usufruito di una norma di legge che consentiva di trasferire volumetrie nel luogo ove l’edificio è in via di realizzazione. Le norme si possono discutere e criticare, e, se si hanno le dovute maggioranze, anche modificare, ma tutti, quindi anche i 5 stelle e i presunti integerrimi cittadini che hanno fatto ricorso, sono tenuti a rispettarle. Questa si chiama da circa 2.000 anni “democrazia”.
Tanto per proseguire, il dirigente che, applicando la legge emette un provvedimento rispondente ad essa, fa solo il suo dovere, e, qualora avesse rifiutato di emettere il provvedimento immotivatamente, avrebbe commesso una violazione della legge e dei suoi doveri di ufficio. Trovo strano, quindi, che facciate riferimento alla “solerzia” del provvedimento, con una nemmeno tanto celato ironia, considerato che i 5 stelle da sempre inseguono la maggiore efficienza della pubblica amministrazione.
Quanto al ricorso che il comune avrebbe fatto contro i presunti integerrimi cittadini, la rappresentazione che ne fate è da teatro dell’assurdo. Il comune non poteva non difendere in giudizio la legittimità del proprio provvedimento amministrativo, in quanto rilasciato in ottemperanza alla legge. Siccome il Sindaco Adduce era stato attaccato direttamente sulla questione, contestandogli quasi di aver voluto forzare la legge per favorire l’impresa, trovo più che legittima la sua soddisfazione, considerato che sul punto può evidenziare che il provvedimento, tra l’altro non emesso da lui, era pienamente legittimo.
Quindi più che di un ricorso del comune contro le legittime aspirazioni dei cittadini materani, come da voi rappresentato, a seguito della sentenza emerge un ingiusto ed infondato ricorso da parte di presunti illustri cittadini, che ha determinato un ingente e, questo sì, ingiusto danno economico ed occupazionale all’impresa ed al personale dipendente mandato a casa per il fermo cantiere. Mi auguro fortemente che la CO.GE.M. proceda nei confronti dei presunti illustri cittadini richiedendo il risarcimento dei danni causati. Sarebbe ora che tutti si assumano le responsabilità delle azioni che pongono in essere.
Questi sono, se mi permettono, i fatti, per cui tutto il resto sono chiacchiere al vento.
Mi stiano bene
Gentile signor Gutta (lax),
il M5S non discute la decisione del CdS… Ma l’ennesimo SCEMPIO URBANISTICO, resta!… Quindi il solito “partito del mattone”, mattone tirato, ancora una volta, in faccia ai Cittadini… Questa storia è l’ennesima “purga” che i Cittadini devono bere.
Gentile signor Mikele,
ritengo che se i miei commenti le facilitano l’evacuazione, ciò potrebbe essere un bene, visto che mi sembra le sia rimasto qualcosa dentro che la tormenta.
Che sia uno “scempio urbanistico” o meno questo è un altro paio di maniche.
Mi risulta che per costruire delle case debbano essere rispettate delle norme, e questo edificio le rispetta. Questo ho evidenziato nella mia precedente nota.
Se ai cinque stelle non sta bene e ritengono di voler cambiare le leggi di questo paese, forse anziché buttare nel gabinetto (uso un paragone che le piacerà) i voti dei suoi elettori ritirandosi nel loro idilliaco isolamento, accettino di entrare nei governi anche con accordi e compromessi, e cerchino di modificare le attuali norme.
In ogni caso il concetto di “Scempio urbanistico” è molto relativo, e non credo lei abbia patenti esclusive per decidere cosa lo sia oppure no.
Mi stia bene e curi il suo mal di pancia…..
…Ferma restando la legittimità del rilascio del permesso a costruire sentenziata del Consiglio di Stato, resta anche il fatto di cosa sia un’area urbana destinata a verde attrezzato ora cementificata. “Cagata urbanistica”? (restando in tema)… Ognuno è libero di chiamarla come meglio crede. Lei come la chiamerebbe? E non è affatto un altro paio di maniche né un semplice mio parere, visto che nella scorsa campagna elettorale il parere dei Cittadini materani è stato unanime (escluso Adduce & C.). Quindi, il mal di pancia non è solo il mio ma è piuttosto diffuso soprattutto perché il parere dei Cittadini per le passate amministrazioni comunali non ha mai contato una “beata mazza”. Infine, mi fa specie constatare che c’è chi ancora accetta passivamente una situazione (sia pur legittima) palesemente scorretta verso i Cittadini e contro uno sviluppo urbanistico sostenibile della Città.
P.S. – Abbiamo vissuto 50 anni intrisi di compromessi per ritrovarsi nella preoccupante situazione economica in cui milioni di famiglie italiane si ritrovano.