Antonello Molinari, dirigente Articolo Uno Basilicata, contesta la mozione approvata dal Consiglio comunale di Potenza contro la proposta di legge Zan. Di seguito la nota integrale.
E’ raccapricciante quanto accaduto ieri nel Consiglio Comunale di Potenza, con l’oscurantista maggioranza di centrodestra a trazione leghista che ha scritto una delle pagine più vergognose della storia istituzionale del Comune di Potenza, facendo salire l’accogliente capoluogo di regione ai disonori della cronaca politico-amministrativa nazionale.
Nell’arretrata impostazione della maggioranza che sostiene il Sindaco leghista Guarente ha “brillato” la deleteria funzione d’orientamento affidata ai Fratelli d’Italia, i quali, ritenendo inconsciamente di vivere in epoca medievale, hanno inteso imprimere la propria egemonia politico-culturale offendendo un’ intera comunità di donne e di uomini, che hanno il diritto di vivere liberamente la propria sessualità e di amare chi meglio, ciascuna o ognuno, ritiene opportuno.
La mozione inopinatamente approvata da leghisti, fratelli d’Italia ed affini contribuisce a dipingere la democratica, aperta, civile e tollerante Potenza come città omofoba, appigliandosi a teorie anacronistiche e che vivono solo nella testa di quanti credono che nella storia Rinascimento, Illuminismo, Risorgimento, ecc. non siano mai esistiti e si continui a vivere l’epopea del Medio Evo dei roghi e delle caccie alle streghe.
Al contrario delle anacronistiche espressioni contenute nella vergognosa mozione approvata dalla coalizione di centrodestra, il capoluogo di regione vanta una positiva storia di tutela dei diritti civili e di contrasto delle discriminazioni e saprà affermare, nelle relazioni umane e nel vissuto quotidiano, i principi di uguaglianza e delle pari opportunità con più coraggio e più coerenza rispetto alla maggioranza che amministra il Comune di Potenza.