Riportiamo di seguito la nota del gruppo consiliare “Insieme per Avigliano” relativa alla mancata approvazione della mozione riguardante la legge sull’Autonomia Differenziata da parte della maggioranza che guida il Comune di Avigliano. Di seguito la nota integrale inviata dal Capogruppo di “Insieme per Avigliano” Giovanni Sabia.
Durante l’ultimo Consiglio Comunale di Avigliano, svoltosi nella giornata di giovedì 26 settembre 2024, abbiamo finalmente avuto la possibilità di discutere la mozione da noi presentata e riguardante le disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione Italiana (legge n. 86 del 26 giugno 2024).
A seguito di una discussione portata avanti unicamente dai componenti del consiglio che siedono tra i banchi dell’opposizione, si è proceduto alla votazione della stessa che ha ricevuto soltanto tre voti favorevoli espressi dai consiglieri Carmine Vaccaro, Giovanni Sabia e da un altro consigliere anche dell’opposizione. Il resto dei consiglieri comunali si è astenuto. Un atteggiamento che non sorprende, vista la vicinanza, di molti componenti della maggioranza, a partiti di destra che sostengono la legge sull’autonomia differenziata sia a livello regionale che nazionale. Partiti ai quali la maggioranza si è sostanzialmente allineata. Inutile dire che in tal modo non è stato possibile approvare la mozione, che avrebbe impegnato il Sindaco, in concorso con altri Enti ed istituzioni, a promuovere azioni in grado di contrastare questa riforma.
Con nostro stupore abbiamo inoltre assistito ad una situazione paradossale. Durante la dichiarazione di voto della maggioranza, effettuata dal proprio capogruppo, abbiamo appreso che tra le motivazioni dell’astensione vi era anche la non conoscenza della normativa in questione. A nostro avviso è inaccettabile apprendere che giovani e volenterosi amministratori, spesso presentatisi come portatori del cambiamento, non conoscano la legge riguardante l’autonomia differenziata; una legge che, se non sarà abrogata dal referendum, avrà conseguenze importanti sui trasferimenti in entrata per gli enti locali, con un reale rischio di riduzione dei servizi anche per il nostro comune.
D’altro canto nei nostri interventi abbiamo evidenziato le motivazioni che ci spingono ad adottare una posizione di contrarietà alla legge. Abbiamo spiegato in consiglio che la sua approvazione ha di fatti aperto alla possibilità di trasferire in capo alle regioni 23 materie che prima risultavano di esclusiva competenza dello Stato e/o di competenza concorrente, il tutto attraverso una contrattazione diretta che si concretizza stipulando un contratto decennale Stato-Regioni. Abbiamo esposto le nostre perplessità ritenendo che le norme in questione vadano contro i principi costituzionali di uguaglianza e solidarietà. Nello specifico abbiamo evidenziato i problemi riguardo l’eliminazione del fondo perequativo a favore dei livelli essenziali delle prestazioni, anche se ad oggi non è ancora chiaro secondo quali criteri questi ultimi verranno adottati. Abbiamo evidenziato altre perplessità sul minore gettito che lo Stato destinerà al riparto delle regioni, sulla possibilità di utilizzare un maggior gettito fiscale da parte delle regioni più sviluppate con conseguente possibilità di attuare, sul mercato del lavoro, una contrattazione di secondo livello, ed infine la maggiore difficoltà dello Stato nel coordinamento di tutte queste materie.
Abbiamo quindi concluso ribadendo che, a nostro avviso, questa legge produrrà una frattura nel nostro paese, rendendo una parte di questo meno “nazione” dell’altra, certificando così una nazione con due velocità, con evidenti differenze nella erogazione di qualsiasi tipo di “diritto”, dall’istruzione alla sanità, passando per i servizi che i nostri comuni potranno offrire, sul Pil pro-capite e sullo sviluppo che potremo dare al nostro territorio, definendo in maniera sistematica la classificazione dei cittadini in due categorie: i cosiddetti cittadini di serie A e cittadini di serie B. E non è difficile capire i cittadini del sud in quale dei due gruppi rientrerebbero.