Continua a destare attenzione la denuncia di Cgil, Cisl e Uil contro la giunta regionale lucana che non li avrebbe coinvolti nella fase di preparazione e valutazione dei programmi Fesr e Fse plus 2021-2027 della Basilicata e che per tale ragione si appelleranno agli uffici competenti dell’Unione europea per chiedere la riapertura del confronto su un nuovo documento condiviso.
Oggi è intervenuta con una nota Chiara Gemma, europarlamentare del Sud e della Basilicata.
“In qualità di membro della commissione del Parlamento europeo “Sviluppo regionale”, che si occupa proprio dei programmi di sviluppo e di coesione dell’Ue, ritengo che la denuncia fatta dai sindacati lucani meriti di essere approfondita e chiarita.
Pertanto, – ha detto Gemma – alla luce della circostanziata presa di posizione dei sindacati lucani esaminerò la vicenda e verificherò se ci sono gli estremi per presentare un’interrogazione parlamentare che possa fare piena luce su quanto accaduto”.
“Tuttavia, – ha precisato l’eurodeputata di “Insieme per il Futuro” – mi preme evidenziare, fin d’ora, che la denuncia dei tre sindacati confederali lucani è molto seria e condivisibile, in quanto le nuove politiche dell’Ue vanno nella giusta e condivisibile direzione di garantire un’Europa sempre più vicina ai cittadini, un’Europa che coinvolge le istanze sociali e migliora la sua governance attraverso la partecipazione e la collaborazione tra i diversi partner e livelli istituzionali al fine di valorizzare al massimo l’impatto dei fondi europei nei singoli territori”.”In particolare, – ha concluso Gemma – occorre capire se la giunta regionale della Basilicata ha rispettato il Codice di condotta europeo sul partenariato che, così come hanno evidenziato i sindacati, all’articolo 5 prevede che al fine di garantire la trasparenza e il coinvolgimento effettivo dei soggetti pertinenti, gli Stati membri e le autorità di gestione sono tenuti a consultarli in relazione al processo e alla tempistica della preparazione dell’accordo di partenariato e dei programmi.
Inoltre, sono tenuti a disporre canali attraverso i quali i partner possono porre domande, fornire contributi ed essere informati del modo in cui le loro proposte sono state prese in considerazione e come è avvenuta la divulgazione dei risultati delle consultazioni”.