Nei giorni scorsi nell’affannarsi a spiegare le ragioni dell’alto tasso di assenteismo al voto regionale, con una eguale prospettiva a quello europeo e comunale, si è tirato in ballo il numero dei Lucani iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti All’Estero), che incide pesantemente sul calcolo degli elettori iscritti nelle liste elettorali e dei reali votanti.
Vale la pena ricordare che i lucani regolarmente registrati all’AIRE, sono, secondo l’ultimo dato ufficiale disponibile (31.12.2022) 141.318 di cui all’incirca il 20% non aventi diritto al voto perche al di sotto dei 18 anni. Un corpo elettorale dunque molto vasto ed ampio, che con il suo NON VOTO, determina ancora più la percentuale dei reali elettori e votanti in Basilicata.
Si tratta però di spiegare, che in fondo, c’è stata e c’è una volontà a non farli partecipare o perlomeno a favorire il rientro a casa per esprimere il proprio voto alle regionali.
Le comunità più disponibili a rientrare, erano e sono evidentemente quelle più prossime (Svizzera in particolare con la sua quota di lucani iscritti all’Aire pari al 13,5%, Germania vicina al 14%, Francia, Belgio, saltando a piè pari quelle sudamericane e oceaniche, data la distanza ed i costi proibitivi, di cui diremo tra poco). A loro erano riservati sconti ed agevolazioni per il viaggio secondo le modalità predefinite a livello ministeriale e secondo le politiche regionali. Ma è accaduto in una serie infinita di casi che le cartoline di invito al voto con le relative condizioni per usufruire degli sconti, previste in partenza secondo la legge entro il 25 Marzo, sono invece partite ed arrivate, in molti casi, a ridosso del voto o, ancor più, non arrivate mai a destinazione.
Questo, ha comportato la impossibilità di procedere alle prenotazioni, al pagamento anticipato dei biglietti di viaggio e nel caso svizzero, di obbligare i nostri corregionali a scendere al posto di frontiera e riformulare il biglietto di viaggio per il territorio italiano. Una palese discriminazione dettata dal mancato accordo ministeriale e regionale che ha proprio nel mancato o ritardato arrivo delle cartoline avviso il suo motivo discriminante per la partecipazione al voto.
Si tratta di evidenziare e denunciare la scelta fatta di non occuparsene per tempo, pur essendo questo l’anno del Turismo delle radici, che in fondo consegna una nuova possibilità, che rischia di andare persa, per riavvicinare i nostri corregionali ed i loro discendenti, alle terre di origine.
Immaginare di costruire quindi un percorso di “Identità e memoria storica” non è una utopia, ma una necessità, lavorare cioè contro lo spopolamento vera emergenza delle nostre aree interne.
Si tratta di contribuire, significativamente, alla soluzione dei problemi conseguenti allo spopolamento dei nostri territori attraverso una “rigenerazione dei Borghi e delle loro Comunità.” I progetti di rigenerazione sono finalizzati a rendere i Borghi e le loro integrazioni territoriali idonee “destinazioni turistiche” per un “turismo di comunità”, qualificato.
Bisogna pertanto stimolare ed intercettare il flusso turistico nazionale ed internazionale con particolare riferimento a quello “di ritorno e delle radici”, ponendo particolare attenzione a tutti i lucani trasferiti all’estero, con l’obiettivo di farli sentire, concretamente, parte attiva del processo rigenerativo.
Turismo di ritorno e del Turismo delle radici – in questi giorni, richiamando la grande kermesse dello scorso anno a Matera, anche le organizzazioni di categoria si sono entusiasmati sulle opportunità di tale azione ma non si chiedono perché mai nessuna forma di incentivazione reale al rientro seppur temporaneo dei Lucani è stata messa in campo come auspicato dovendo essere sostanziati anche dagli altri organismi per realizzare e finanziare forme di diretto coinvolgimento delle Associazioni dei Lucani in Italia in questa fase di nuova mobilità e nel mondo subito dopo o contestualmente, nel sostegno alla promozione di iniziative sul Turismo di ritorno e del Turismo delle radici
Solo chi non ha la vista lunga non aveva capito due anni fa che questa era ed è la prospettiva da cui ripartire e che guarda caso il MAECI ed il PNRR hanno sostanziato nei fatti con finanziamenti poderosi.