Meno male che ci sono i nostri giovani gli unici rimasti a protestare manifestando in piazza e davanti la Regione per il ripristino della legalità e della democrazia che per i suoi aspetti di straordinaria emergenza democratica è diventata un “caso nazionale”.Siamo dalla parte degli studenti che oggi a Potenza hanno tenuto una bella e partecipata manifestazione rompendo il silenzio assordante che da settimana segue la imposizione della Franconi di votare il 26 maggio 2019 per le regionali e le europee insieme. Così il presidente di Una Nuova Italia Aldo Di Giacomo, che dopo aver tenuto sit-in a Potenza e a Roma, ha avviato una nuova fase di protesta. I giovani – aggiunge – dimostrano di essere molto più avanti dell’attuale classe politica anche di centrodestra che non si è spinta oltre un ricorso al Tar e qualche comunicato stampa.
Di Giacomo invita a “mostrare la dovuta attenzione” ai numerosi significati della manifestazione studentesca odierna che rappresenta il simbolo di una rottura tra le giovani generazioni, da un lato, e la politica e le istituzioni dall’altra che rischia di diventare insanabile. Di questo passo non sarà più possibile costruire relazioni positive con i giovani lucani.
Una proroga di ben 6 mesi per un consiglio regionale che ha cessato la sua legittimità di attività legislativa il 17 novembre scorso – sottolinea Di Giacomo – non è mai accaduto nel nostro Paese e se a questo si aggiunge la paralisi amministrativa determinata dalla vicenda giudiziaria che ha coinvolto il presidente Marcello Pittella da quattro mesi, si comprende più facilmente il senso del nostro allarme perché la comunità lucana rischia più di un anno di non governo incancrenendo le problematiche sociali come quelle che toccano direttamente le condizioni di vita, di studio, di disoccupazione di migliaia di giovani lucani.
Tenuto conto che i ricorsi annunciati in questi giorni da alcune forze politiche lucane comunque determinano tempi lunghi che decisamente non si conciliano con la gravità dell’emergenza democratica provocata in Basilicata, sono sempre più convito invece che a sbloccare questa situazione – conclude – si debba seguire l’esempio degli studenti e manifestare in piazza in ognuno dei 131 comuni della regione.