“Nel Parlamento è in atto una vera e propria anomalia democratica, e questa manovra lo ha dimostrato. Le sorti del paese sono state decise in riunioni notturne con ben 15 convocazioni e sconvocazioni della Commissione Bilancio: un record. Siamo quindi al monocameralismo notturno. Che cosa è questa, se non la volontà di esautorare il ruolo del Parlamento? Tra le altre cose, avevo presentato, assieme ad altri colleghi, un emendamento per consolidare i livelli essenziali delle prestazioni (LEP), perché non possono limitarsi alla sola assistenza sociale, annunciata ieri in pompa magna, come se bastasse quella per colmare i divari territoriali nei servizi. L’idea è quella di rafforzare la funzione del Parlamento richiedendo il parere vincolante delle Commissioni di entrambi i rami e di quella tecnica per i fabbisogni standard, stabilendo che il governo, prima di istruire qualunque atto per rispondere a richieste delle regioni, si presenti alle Camere per chiedere un atto d’indirizzo al fine di limitare l’arbitrio di governo e regioni. Ho proposto, inoltre, di cancellare il riferimento ai costi standard e di specificare che la spesa pro capite, per ciascun servizio, e ripeto, per ciascun servizio, deve essere uguale su tutto il territorio nazionale, fatta salva la necessità di predisporre azioni perequative a favore dei cittadini di aree attualmente svantaggiate. Che cosa ne è stato di quell’emendamento? Non è dato saperlo, visto che è sparito nottetempo. Questa segretezza va di pari passo con quella che caratterizza il ddl sull’autonomia differenziata, che nessuno ha ancora visto e che viene concertato su ben altri tavoli. E non si tratta di mere competenze amministrative: l’autonomia differenziata significa trattenere il gettito fiscale nelle regioni, con chiaro vantaggio di quelle più ricche e contro i principi di solidarietà e unità della Repubblica sanciti dalla Costituzione. Il mio ordine del giorno sull’autonomia differenziata è stato accolto dal governo, è vero, ma a questo punto, siccome un Odg è in sostanza una stretta di mano tra gentiluomini, starà al governo tenere fede all’impegno preso. Con la manovra avevamo l’occasione di aggiustare il tiro, ma questa occasione è andata sprecata e, con queste premesse, non illudiamoci che il PNRR rimetterà a posto le cose: i divari rimarranno e anzi dal 2024 ricominceranno a crescere. Poi vedremo chi avrà il coraggio di ripresentarsi ai cittadini del Sud per chiedere di nuovo il voto”.
Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis durante il suo intervento in Aula del Senato nel corso della discussione generale sulla manovra di bilancio.